"La vita è davvero fragile, non puoi mai sapere cosa ti succederà, non sai se ti ammalerai o se ti succederà qualcosa, non puoi dare mai niente per scontato, questa è la verità sulla vita". Con la capacità profetica che solo le grandi anime possono avere, quelle più sensibili e sofferenti, Dolores O'Riordan qualche anno fa in una bellissima intervista concessa alla giornalista Valeria Rusconi del mensile XL, aveva espresso il medesimo sentimento che John Lennon, poco prima di morire, aveva fatto suo: "La vita è quella cosa che ti capita mentre sei occupato a fare altre cose". La vita non la decidiamo noi, non ci appartiene, ci supera e ci sorprende. Anche e soprattutto con la morte che non sappiamo mai quando busserà alla nostra porta. Non abbiamo deciso noi di nascere e non decideremo noi quando morire, anche se tutto nella mentalità contemporanea, quella che discende dal vecchio slogan "la vita è mia e me la gestisco io" vuole farci credere che possiamo esserne padroni.
"Non puoi mai dare niente per scontato, questa è la verità". Secondo le ultime persone che avevano visto e parlato con la cantante dei Cranberries nelle ultime settimane, lei stava bene ed era contenta. Lo aveva detto anche lei in un messaggio ai fan dopo essersi esibita nella settimana di Natale a una serata dell'industria discografica, era il suo primo concerto dopo mesi, dopo aver dovuto cancellare il tour estivo dei Cranberries, previsto anche in Italia. L'ex chitarrista dei Kinks Dave Davies aveva detto che l'aveva sentita al telefono, gioiosa e di buon umore: "Sembrava piena di vita, scherzava ed era felice di vedere me e mia moglie in questi giorni". Il suo nuovo fidanzato e musicista nel suo nuovo progetto Ole Koretsky aveva postato delle foto su Instagram della coppia serena e contenta in giro per New York.
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Thursday, January 18, 2018
Monday, January 15, 2018
Gimme Shelter
A volte, per scrivere una canzone di protesta non c'è bisogno di slogan, di accuse eclatanti, di prese di posizioni ideologiche. Basta una strofa, per rispecchiare in modo efficace una intera epoca storica. Come nel caso di You Can't Always Get What You Want, brano dei Rolling Stones pubblicato nel 1969, ma scritto e inciso nel 68: "Sono andato giù alla manifestazione per ottenere la giusta quota di abusi cantando Sfogheremo la nostra frustrazione se non lo facciamo, faremo saltare una miccia da cinquanta ampere". C'è tutto in queste quattro righe: le manifestazioni che erano all'ordine del giorno in quel 1968, la partecipazione di tanti giovani che non capendone neppure le motivazioni ideologiche vi prendevano parte per sfogare la loro frustrazione rabbiosa di persone che si sentivano escluse dalla società, le botte della polizia, la minaccia di passare dalle marce alle bombe, come sarebbe in effetti successo da lì a poco. Nel ritornello, la canzone affermava una massima di saggezza zen rara a quei tempi. Mentre per le strade i giovani gridavano "vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso" gli Stones si distaccavano con il realismo di "you can't always get what you want", non puoi ottenere sempre quello che vuoi.
"Una canzone non serve alla rivoluzione se non sei tu a seguirla con l'azione" diceva Joan Baez, la regina del movimento per i diritti civili, lasciando trapelare quanto la musica non fosse abbastanza per "cambiare il mondo". In realtà, le canzoni rock hanno sempre riflesso quello che accadeva intorno, una sorta di ripetitore satellitare, più che incitare a scendere per le strade. Il 68 ci sarebbe stato anche senza la musica rock, per capirci, ma la musica rock ne è stata la colonna sonora, cogliendone aspetti e limiti molto più di ogni altra forma di comunicazione. Come sempre d'altro canto, perché non c'è mezzo di comunicazione più profondo, appassionato e intelligente delle canzoni.
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"Una canzone non serve alla rivoluzione se non sei tu a seguirla con l'azione" diceva Joan Baez, la regina del movimento per i diritti civili, lasciando trapelare quanto la musica non fosse abbastanza per "cambiare il mondo". In realtà, le canzoni rock hanno sempre riflesso quello che accadeva intorno, una sorta di ripetitore satellitare, più che incitare a scendere per le strade. Il 68 ci sarebbe stato anche senza la musica rock, per capirci, ma la musica rock ne è stata la colonna sonora, cogliendone aspetti e limiti molto più di ogni altra forma di comunicazione. Come sempre d'altro canto, perché non c'è mezzo di comunicazione più profondo, appassionato e intelligente delle canzoni.
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Friday, January 05, 2018
ADRIANO CELENTANO/ Gli 80 anni del ragazzo della Via Gluck
ADRIANO CELENTANO/ Gli 80 anni del ragazzo della Via Gluck: Adriano Celentano compie domani 80 anni, da 60 è l'artista italiano più amato: era il 1957 quando fece la sua prima apparizione che lo lanciò nel mondo dello spettacolo. PAOLO VITES
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