Quando si presentarono al pubblico italiano — era all'incirca la metà degli anni Novanta — furono costretti a usare un bizzarro escamotage, almeno per far colpo sui giornalisti (che si sa, se li foraggi bene una recensione positiva non la negano mai). Insieme al loro disco ci venne infatti consegnata una confezione di tipici biscotti al cioccolato americano nonché una salsa anch'essa tipicamente americana per inzupparceli dentro. Sembrava un po' una cosa tipo offerta del supermercato: prendi due, paghi uno. Ma quello che contava era ovviamente la musica, e quella della Dave Matthews Band era musica di serie A.
La Dave Matthews Band in qualche modo, biscotti a parte, sottolineava la sua americanità, e forse per questo in Italia non è mai esplosa a livello di successo come tante altre band di quel periodo storico, basti pensare ai Pearl Jam.
Di fatto, la DMB ha inventato uno stile così originale e unico, proprio fondendo le mille facce della musica americana, che in nel nostro Paese è sempre rimasta indigesta. Il loro sound che butta dentro folk, jazz, rock, progressive, fusion, cantautorato, New Orleans, R&B è America al cento per cento, dispiegata in un cocktail sonico che fa dell'improvvisazione la marcia in più.
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