Metti che vai al concerto del tuo artista o gruppo preferito. Metti che questo suoni per oltre due ore. Metti che del suo repertorio - delle canzoni dei suoi dischi insomma, quelle per cui tu conosci l'artista o il gruppo in questione - in queste due ore e passa, in una scaletta di ben 27 pezzi, ne faccia una sola. Ti incazzi o sei felice?
Be', sono cose che succedono ai concerti dei Wilco. Lo scorso 21 giugno al Solid Sound Festival di Chicago i Wilco hanno eseguito 26 brani di altri artisti e un solo pezzo del loro repertorio (per la cronaca, il brano numero 24 in scaletta, Kingpin). E' vero che si sono esibiti anche la sera prima con un concerto dei loro brani, ma chi era lì il 21 giugno soltanto cosa avrà pensato? Che è stata una figata pazzesca, ne siamo certi.
Hanno cominciato con The boy are back in town dei Thin Lizzy e hanno chiuso con Roadrunner dei Movern Lovers (peraltro con gli Yo La Tengo sul palco insieme a loro). In mezzo, pezzi dei Big Star, di Bob Dylan, di The Band, degli Uncle Tupelo (!!), dei Grateful Dead, dei Beatles, degli Stones, dei Kinks, degli ABBA (oddio..) e anche dei Daft Punk. Uno sballo. Solo loro possono dare vita a una festa del genere oggi. Fortunati i presenti. Il concerto è disponibile sulla Rete, i vide non mancano. Lunga vita al mio amico Wilko, come direbbe quello là...
LA SETLIST COMPLETA DEL CONCERTO
Wednesday, June 26, 2013
Wednesday, June 19, 2013
Tuesday, June 18, 2013
The ghost of electricity
Già in occasione del tour europeo del 1981 si erano sparse le voci che quella sarebbe stata l'ultima tournée di Bob Dylan. Il cantautore americano, si sa, si porta sempre dietro un'aurea apocalittica, da fine del mondo. Io ricordo di aver pensato una casa del genere dopo il concerto di Milano del 1989: è troppo tutto, non può fare altre tournée, ha raggiunto l'apice. Sta di fatto che il Never Ending Tour ha cancellato per sempre queste paure. Anzi, qualcuno avrebbe preferito fosse successo il contrario, che il NET cioè avesse indotto Dylan a ritirarsi. Ma è un altro paio di maniche.
Questa nuova sezione di concerti europei che si terrà però il prossimo autunno ha un aspetto particolare, alquanto affascinante e misterioso, per chi crede a queste cose. Intanto si svolgono d'autunno, che come ben sanno tutti coloro che frequentano con assiduità il mondo dylaniano e dylaniato, è il suo periodo concertistico migliore. Poi perché infilano l'Europa alla fine dell'anno. E infine perché si svolgono con una modalità rara per Dylan, specie in Europa: i migliori teatri. Anche noi italiani questa volta - e per la prima volta - avremo il lusso di vedere Dylan finalmente in un bellissimo teatro, costruito appositamente per tenerci i concerti de La Scala. Sarà agli Arcimboldi, le sere del 2, 3 e 4 novembre. Non andrà bene agli amici romani che invece dovranno vederlo in una sorta di discoteca.
Quando andai a Londra nel febbraio del 1993 (venti esatti anni fa) per seguire alcuni dei sette concerti consecutivi che Dylan teneva all'Hammersmith, vissi quell'eperienza in maniera splendida. Uscivo dall'albergo, entravo in metropolitana e circa venti minuti dopo mi trovavo comodamente seduto all'interno del teatro. Per me questa volta sarà analogo: uscirò di casa, quindici minuti di macchina e sarò seduto nell'intimità del teatro. Dove Dylan si potrà vedere e ascoltare come Dio comanda. Rispetto ai 150 e passa euro pagati per vedere Neil Young e Leonard Cohen nello stesso teatro, poi, i prezzi sono abbastanza contenuti (sovrattasse vergognose aggiunte da ticketbastard a parte). Ci saranno sorprese in quelle tre serate consecutive? Chi lo sa. Bob Dylan è una sorpresa, nel bene e nel male, e tanto basta.
Un tour strano dunque questo di Dylan, tra le ombre e i fantasmi dei più antichi teatri d'Europa, che giungerà dopo quello estivo americano, intitolato sagacemente "Americana" che avrà visto esibirsi il meglio della scena statunitense contemporanea, dai My Morning Jacket a Ryan Bingham ai Wilco. Una sorta di Rolling Thunder Revue del terzo millennio. Poi l'Europa, dal Grand Rex di Parigi fino a...
...la Royal Albert Hall di Londra. Fu qui, nel maggio del 1966 che Bob Dylan tenne il suo ultimo concerto per otto anni a seguire (ce ne furono in realtà alcuni, ma semplici esibizioni in eventi altrui). La sua ultima tournée. E qui, per la prima volta da quel giorno, Dylan tornerà i prossimi 26, 27 e 28 novembre, le ultime date di questo tour... Coincidenze?
Nel mio ultimo libro sul nostro, "Un sentiero verso le stelle", avevo concluso raccontando di un sogno. Il protagonista - che poi ero io - sogna che Bob Dylan dopo un lungo silenzio live toria a esibirsi scegliendo proprio come luogo il teatro degli Arcimboldi. Da quella serata magica riprenderà gli stimoli per nuove avventure artistiche. Il sogno si sta avverando: finalmente vedrò Dylan agli Arcimboldi, anche se in un contesto diverso da quello sognato. Coincidenze?
Dagli Arcimboldi alla Royal Albert Hall sarà un momento della storia che lascerà un segno. Io ci credo, anche se non so ancora in quale modo. Nell'attesa, vado a spulciamri la scaletta di quel cocnerto del 27 maggio 1966, che come tutti sanno non è quello pubblicato nel The Bootleg Series Vol. 4: Bob Dylan Live 1966, The “Royal Albert Hall” Concert, e nei molti bootleg precedenti. Dentro c'è il concerto di Manchester, quello di "Judas!". Ma è una storia che conosciamo a memoria...
ACOUSTIC SET
She Belongs to Me
4th Time Around
Visions of Johanna
It’s All Over Now, Baby Blue
Desolation Row
Just Like a Woman
Mr. Tambourine Man
ELECTRIC SET
Tell Me, Momma
I Don’t Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
Baby, Let Me Follow You Down
Just Like Tom Thumb’s Blues
Leopard-Skin Pill-Box Hat
One Too Many Mornings
Ballad of a Thin Man
Like a Rolling Stone
Questa nuova sezione di concerti europei che si terrà però il prossimo autunno ha un aspetto particolare, alquanto affascinante e misterioso, per chi crede a queste cose. Intanto si svolgono d'autunno, che come ben sanno tutti coloro che frequentano con assiduità il mondo dylaniano e dylaniato, è il suo periodo concertistico migliore. Poi perché infilano l'Europa alla fine dell'anno. E infine perché si svolgono con una modalità rara per Dylan, specie in Europa: i migliori teatri. Anche noi italiani questa volta - e per la prima volta - avremo il lusso di vedere Dylan finalmente in un bellissimo teatro, costruito appositamente per tenerci i concerti de La Scala. Sarà agli Arcimboldi, le sere del 2, 3 e 4 novembre. Non andrà bene agli amici romani che invece dovranno vederlo in una sorta di discoteca.
Quando andai a Londra nel febbraio del 1993 (venti esatti anni fa) per seguire alcuni dei sette concerti consecutivi che Dylan teneva all'Hammersmith, vissi quell'eperienza in maniera splendida. Uscivo dall'albergo, entravo in metropolitana e circa venti minuti dopo mi trovavo comodamente seduto all'interno del teatro. Per me questa volta sarà analogo: uscirò di casa, quindici minuti di macchina e sarò seduto nell'intimità del teatro. Dove Dylan si potrà vedere e ascoltare come Dio comanda. Rispetto ai 150 e passa euro pagati per vedere Neil Young e Leonard Cohen nello stesso teatro, poi, i prezzi sono abbastanza contenuti (sovrattasse vergognose aggiunte da ticketbastard a parte). Ci saranno sorprese in quelle tre serate consecutive? Chi lo sa. Bob Dylan è una sorpresa, nel bene e nel male, e tanto basta.
Un tour strano dunque questo di Dylan, tra le ombre e i fantasmi dei più antichi teatri d'Europa, che giungerà dopo quello estivo americano, intitolato sagacemente "Americana" che avrà visto esibirsi il meglio della scena statunitense contemporanea, dai My Morning Jacket a Ryan Bingham ai Wilco. Una sorta di Rolling Thunder Revue del terzo millennio. Poi l'Europa, dal Grand Rex di Parigi fino a...
...la Royal Albert Hall di Londra. Fu qui, nel maggio del 1966 che Bob Dylan tenne il suo ultimo concerto per otto anni a seguire (ce ne furono in realtà alcuni, ma semplici esibizioni in eventi altrui). La sua ultima tournée. E qui, per la prima volta da quel giorno, Dylan tornerà i prossimi 26, 27 e 28 novembre, le ultime date di questo tour... Coincidenze?
Nel mio ultimo libro sul nostro, "Un sentiero verso le stelle", avevo concluso raccontando di un sogno. Il protagonista - che poi ero io - sogna che Bob Dylan dopo un lungo silenzio live toria a esibirsi scegliendo proprio come luogo il teatro degli Arcimboldi. Da quella serata magica riprenderà gli stimoli per nuove avventure artistiche. Il sogno si sta avverando: finalmente vedrò Dylan agli Arcimboldi, anche se in un contesto diverso da quello sognato. Coincidenze?
Dagli Arcimboldi alla Royal Albert Hall sarà un momento della storia che lascerà un segno. Io ci credo, anche se non so ancora in quale modo. Nell'attesa, vado a spulciamri la scaletta di quel cocnerto del 27 maggio 1966, che come tutti sanno non è quello pubblicato nel The Bootleg Series Vol. 4: Bob Dylan Live 1966, The “Royal Albert Hall” Concert, e nei molti bootleg precedenti. Dentro c'è il concerto di Manchester, quello di "Judas!". Ma è una storia che conosciamo a memoria...
ACOUSTIC SET
She Belongs to Me
4th Time Around
Visions of Johanna
It’s All Over Now, Baby Blue
Desolation Row
Just Like a Woman
Mr. Tambourine Man
ELECTRIC SET
Tell Me, Momma
I Don’t Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
Baby, Let Me Follow You Down
Just Like Tom Thumb’s Blues
Leopard-Skin Pill-Box Hat
One Too Many Mornings
Ballad of a Thin Man
Like a Rolling Stone
Sunday, June 16, 2013
And the winner is...
Be' fa piacere. Nel senso che allora vuol dire che il tuo blog non è perso nella miriade di parole e immagini che vagano nel vuoto cosmico della Rete e che qualcuno lo ha notato. Poi fa sorridere di essere inserito come candidato al premio Indie Blog Award: indie io? Che sono vecchio e su questo blog ho pure preso di mira volentieri il mondo indie. Poi pensando a tutte le volte che ho crerduto di abbandonare tutto quanto, blog compreso. Comunque la concorrenza è tosta, guardate qua:
PREMIO SPECIALE ”MIGLIOR BLOG PERSONALE”
(10 blog personali in ordine alfabetico)
- Doctor Wu di Leo Giovannini (www.wudoctor.blogspot.it)
- Fard Rock di Luciano “Joyello” Triolo (www.fardrock.wordpress.com)
- Fascino Rock di Sara Stella (www.fascinorock.wordpress.com)
- L’ultima Thule di Federico Guglielmi (www.lultimathule.wordpress.com)
- Musica, viaggi… di Paola De Angelis (www.paoladeangelis.tumblr.com)
- Onan Records di Luca Bettega (www.onanrecords.blogspot.it)
- The Red River Shore di Paolo Vites (www.gamblin–ramblin.blogspot.it)
- Tony Face di Antonio Bacciocchi (www.tonyface.blogspot.it)
- Venerato Maestro Oppure di E. Cilìa (www.venerato-maestro-oppure.com)
- Zambo’s Place di Mauro Zambellini (www.zambosplace.blogspot.it)
La storia comunque è questa:
"Dopo diversi mesi di ricerche e valutazioni, la giuria della Targa Mei Musicletter (composta da Annachiara Pipino, Luca Minutolo, Ilenia Lando, Marco Archilletti, Gaetano Ambrosiano, Luca D’Ambrosio e Giordano Sangiorgi), con il contributo della “rete”, ha finalmente scelto, con non poche difficoltà, i siti web e i blog collettivi candidati alla vittoria finale del primo premio nazionale destinato al miglior sito o blog indipendente d’informazione musicale e culturale. (Siti web e blog che si occupano, in particolar modo, sia di musica italiana che straniera; ragion per cui è stato escluso dalla lista il validissimo portale Rockit). Inoltre, per l’occasione, è stato pensato di realizzare una categoria speciale allo scopo di premiare anche il miglior blog personale a carattere musicale e culturale".
Ecco allora dopo le quirinarie, anche le "bloggarie": se questo blog vi piace veramente, potete votarlo fino al 31 agosto: "Nell’attesa del verdetto finale, anche questa volta il “popolo della rete” potrà segnalare fino al 31 agosto prossimo, con un semplice “mi piace”, il proprio sito web o blog preferito attraverso l’apposita pagina di (Facebook)".
Qua le info cliccando su questo link
Al limite ci vediamo a Faenza. O anche no.
PREMIO SPECIALE ”MIGLIOR BLOG PERSONALE”
(10 blog personali in ordine alfabetico)
- Doctor Wu di Leo Giovannini (www.wudoctor.blogspot.it)
- Fard Rock di Luciano “Joyello” Triolo (www.fardrock.wordpress.com)
- Fascino Rock di Sara Stella (www.fascinorock.wordpress.com)
- L’ultima Thule di Federico Guglielmi (www.lultimathule.wordpress.com)
- Musica, viaggi… di Paola De Angelis (www.paoladeangelis.tumblr.com)
- Onan Records di Luca Bettega (www.onanrecords.blogspot.it)
- The Red River Shore di Paolo Vites (www.gamblin–ramblin.blogspot.it)
- Tony Face di Antonio Bacciocchi (www.tonyface.blogspot.it)
- Venerato Maestro Oppure di E. Cilìa (www.venerato-maestro-oppure.com)
- Zambo’s Place di Mauro Zambellini (www.zambosplace.blogspot.it)
La storia comunque è questa:
"Dopo diversi mesi di ricerche e valutazioni, la giuria della Targa Mei Musicletter (composta da Annachiara Pipino, Luca Minutolo, Ilenia Lando, Marco Archilletti, Gaetano Ambrosiano, Luca D’Ambrosio e Giordano Sangiorgi), con il contributo della “rete”, ha finalmente scelto, con non poche difficoltà, i siti web e i blog collettivi candidati alla vittoria finale del primo premio nazionale destinato al miglior sito o blog indipendente d’informazione musicale e culturale. (Siti web e blog che si occupano, in particolar modo, sia di musica italiana che straniera; ragion per cui è stato escluso dalla lista il validissimo portale Rockit). Inoltre, per l’occasione, è stato pensato di realizzare una categoria speciale allo scopo di premiare anche il miglior blog personale a carattere musicale e culturale".
Ecco allora dopo le quirinarie, anche le "bloggarie": se questo blog vi piace veramente, potete votarlo fino al 31 agosto: "Nell’attesa del verdetto finale, anche questa volta il “popolo della rete” potrà segnalare fino al 31 agosto prossimo, con un semplice “mi piace”, il proprio sito web o blog preferito attraverso l’apposita pagina di (Facebook)".
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Al limite ci vediamo a Faenza. O anche no.
Friday, June 14, 2013
Il volo magico di Claudio Rocchi
“La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti”: questa frase di John Lennon dovrebbe piacere a Claudio Rocchi. Non solo perché il musicista italiano ha mosso i suoi primi passi artistici negli stessi anni di John Lennon, i 60; non solo perché la visionarietà cosmica di Claudio Rocchi deve molto a quella dell’ex Beatle. Ma perché Rocchi può testimoniare con la sua vita quanto siano vere quelle parole.
Negli ultimi mesi infatti l’artista italiano era impegnatissimo a promuovere la sua ultima fatica discografica, un disco che lo vedeva impegnato in un progetto ambizioso e inedito, una collaborazione con l’ex Litifiba, CCCP, Csi, Pgr e tanto altro ancora Gianni Maroccolo. Ne parlava continuamente sui social network, Claudio Rocchi, pieno di entusiasmo come un bambino davanti a una cosa bella, e bella sicuramente lo deve essere dalle parole di coloro che hanno avuto la fortuna di sentire in anteprima “Nulla è andato perso”, il disco realizzato grazie a una piattaforma di crowdfunding e che si spera sarà disponibile a breve.
In mezzo a tutto questo, comunicata dallo stesso Claudio, arriva poche settimane fa la brutta notizia, quella che dimostra come la vita sia quella cosa che succede mentre sei impegnato a fare altri progetti.
CLICCA SU QUESTO LINK PER CONTINUARE A LEGGERE L'ARTICOLO
Negli ultimi mesi infatti l’artista italiano era impegnatissimo a promuovere la sua ultima fatica discografica, un disco che lo vedeva impegnato in un progetto ambizioso e inedito, una collaborazione con l’ex Litifiba, CCCP, Csi, Pgr e tanto altro ancora Gianni Maroccolo. Ne parlava continuamente sui social network, Claudio Rocchi, pieno di entusiasmo come un bambino davanti a una cosa bella, e bella sicuramente lo deve essere dalle parole di coloro che hanno avuto la fortuna di sentire in anteprima “Nulla è andato perso”, il disco realizzato grazie a una piattaforma di crowdfunding e che si spera sarà disponibile a breve.
In mezzo a tutto questo, comunicata dallo stesso Claudio, arriva poche settimane fa la brutta notizia, quella che dimostra come la vita sia quella cosa che succede mentre sei impegnato a fare altri progetti.
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Wednesday, June 05, 2013
Summer of '85
Ero andato a San Siro tutto preparato a puntino, da bravo giornalista embedded: iPod, iPad, iPhone, cavi e cavetti, anche block notes per gli appunti che non si sa mai. Per qualche ragione a me ignota invece che in tribuna stampa sono finito nel pit. Ci sono entrato alle 7 di sera, un'ora prima del concerto. Adesso so che è stato un angelo custode a mandarmi nel pit, anche se lei dice che aveva finito i posti a sedere in tribuna stampa. Mi sono trovato vecchio tra i giovani, e ovviamente non sono riuscito a tirare fuori dalla borsa neanche una delle cose che avevo per prendere appunti. Meglio così, ho fatto finta di ballare e di cantare che sono troppo vecchio, ma d'altro canto anche Little Steven faceva finta di cantare. E ho visto, ancora una volta, quella luce.
CLICCa su questo link per leggere la recensione del concerto di Bruce Springsteen a San Siro
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