Una sera del 1978 il giornalista e scrittore Paul Williams, quello che inventò il giornalismo rock, si trovava a un concerto di Neil Young a San Francisco. Era uno di quelli diventati celebri per essere stati documentati nel film "Rust Never Sleeps", uno del momenti topici della carriera del cantautore canadese. Williams incontrò l'organizzatore, il celebre Bill Graham padre putativo della scena musicale della città californiana che gli disse: "Che ci fai qui mentre dall'altra parte della città suonano i Grateful Dead?". Una frase che dice tutto: pur essendo Neil Young impegnato in una esibizione storica, non c'era possibilità di battere i Dead.
"There's nothing like a Grateful Dead" era uno degli slogan che ha accompagnato per decenni la straordinaria avventura della band dello scomparso Jerry Garcia. Questa avventura, benché fosse finita vent'anni fa con la morte prematura del leader, è finita questa volta per davvero con una serie di concerti spettacolari che hanno festeggiato il 50esimo anniversario del gruppo, nato nel 1965. Per l'occasione si è tentata la sfida impossibile di trasmettere nei cinema italiani l'ultimo di questi, quello del 7 luglio allo stadio Soldier Field di Chicago, in leggera differita. Sfida miseramente fallita come era prevedibile: si parla di sale con al massimo quattro spettatori privati anche dell'aria condizionata perché probabilmente costava troppo per il cinema visto l'inesistente incasso. Si sapeva: i Grateful Dead non sono mai stati amati nel nostro paese, non ci hanno neanche mai suonato.
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