"Sentirsi tristi, ma proprio tristi tristi, tanto da chiedervi il senso della vita: a mio padre capitava spesso". Margherita è la figlia di Roberto Freak Antoni, il leader degli Skiantos, il gruppo - a torto o a ragione - definito di "rock demenziale", scomparso nei giorni scorsi. Quando Margherita finisce di parlare, di dire la sua orazione funebre ai funerali del padre, qualcuno alza un cartello con la scritta ovazione, in quello stile che sarebbe piaciuto al padre scomparso.
Chi sia stato veramente Freak Antoni è difficile dirlo, ma a questo punto non conta più. Figlio di una stagione particolarissima della storia italiana, quella che vide negli indiani metropolitani alla fine degli anni 70 porre domande implacabili a cui nessuno seppe rispondere, mentre la rivoluzione del movimento studentesco finiva inghiottita negli anni di piombo, dello spirito di quella stagione fu l'interprete migliore. Fece sua la cinica ironia di chi aveva perso tutto: le speranze, le utopie, le ideologie dei fratelli maggiori e si trovava a guardare i carri armati nelle strade di Bologna, mentre - eresia - questi perdenti fischiavano e insultavano i leader sindacali, i leader intoccabili dell'ideologia che li aveva traditi per primi. Chi c'era, ricorda quella stagione come un ultimo grido alzato al cielo: vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso. Un grido disatteso.
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