Thursday, June 05, 2014

L'unica Television che vogliamo vedere

"E' la seconda volta che suoniamo in Italia in quasi quarant'anni" dice Tom Verlaine a un certo punto. E' vero, e la dice lunga delle barriere che ancora esistono tra certa musica rock e la nostra terra dei cachi. I Television sono apparsi sul palco dell'Alcatraz di Milano come una visione, come una testimonianza, come una immagine ferma nel tempo di una scena musicale tra le più effervescenti ed eccitanti, quella di New York della seconda metà degli anni 70. Ma loro erano diversi, fuori da ogni schema e da ogni tempo: i Grateful Dead del punk li definì qualcuno. Ci si può solo immaginare la faccia di chi, entrando al CBGB's per ascoltare l'ennesimo gruppo punk, si fosse imbattuto nei Television: chi diavolo sono questi e che musica fanno?

La domanda rimane attualissima ancor oggi, anche se dopo "Marquee Moon" disco di esordio datato 1977 e uno dei più straordinari album di esordio di ogni epoca, hanno fatto ben poco, complici gli sbalzi umorali del leader Tom Verlaine. Il quale, senza la sua band, in Italia c'era comunque venuto diverse volte, ma in un modo o nell'altro aveva sempre deluso. Che fosse stato sul palco insieme all'amica Patti Smith, seduto in un angolo e quasi assente, quasi dimenticandosi di suonare, o che si fosse esibito in coppia con l'altro chitarrista dei Television Jimmy Rip, perso in un irritante solipsismo.



All'Alcatraz invece Verlaine ha tirato fuori tutto il suo straordinario talento, regalando una esibizione da incorniciare. La serata era dedicata all'esecuzione integrale proprio di "Marquee Moon", un evento per noi italiani, tanto che l'Alcatraz, seppur ridotto nella sua capienza era affollatissimo di un caldo pubblico, e l'atmosfera dell'evento era ben rappresentata dalla presenza di tutti o quasi i sopravvissuti di certo giornalismo rock, gente che come il sottoscritto è cresciuta con dischi come questo e che si è mossa anche da Roma per non perdere questo concerto.

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2 comments:

Andrea Peviani said...

Bellissimo pezzo, hai descritto le mie stesse sensazioni, but... Richard Lloyd's not dead! Altra pignoleria: Little Johnny Jewel era uscita su 45 due anni prima. (mi dispiace non averti visto, next time...)

Paolo Vites said...

ops ero convinto lo fosse.. grazie andrea

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