"Indosso questa corona di spine sopra alla mia seggiola da bugiardo, pieno di ricordi spezzati che non riesco a riparare… Che cosa sono diventato, mio amico più caro, tutti quelli che conoscevo alla fine se ne sono andati, puoi averlo tutto il mio impero del male, ti deluderò, ti farò soffrire".
Il video di David Bowie, Lazarus, ha impressionato tutto il mondo per il crudo realismo di un uomo malato che sta morendo che si fa riprendere su suo letto di morte. Più di dieci anni prima c'era però stato un precedente, probabilmente ancor più impressionante e coinvolgente, che ha ridotto in lacrime tutti quelli che lo hanno visto. Gente grande e grossa e che di dolore se ne intendeva, non ragazzine: Rick Rubin, ad esempio, produttore musicale tra i più scafati della scena: "Guardando quel video non potevo trattenere le lacrime" ha raccontato. "Se una tale emozione esce fuori durante un film che dura due ore, è un buon risultato. Ma se ti viene da piangere guardando un video che dura quattro minuti, è scioccante".
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3 comments:
Johnny manca alla musica tremendamente. Quelle immagini ti spezzano l'anima, e non ci sono parole per raccontare l'emozione profonda di questa canzone. Tu ci sei riuscito.
Appartenente allo stesso filone "Dead Man Singing", anche se lontano dal genere musicale abitualmente trattato su questo blog (e decisamente meno scioccante di Bowie e Cash), segnalerei il video di "These Are The Days Of Our Lives" dei Queen, dove un Freddie Mercury pelle e ossa ed insolitamente immobile (pare facesse già fatica a reggersi in piedi) appare però completamente rilassato ed in pace con sé stesso, come se avesse ormai accettato con leggerezza e fatalismo la morte incombente: memorabile lo struggente commiato nel finale del brano, con Freddie che guarda negli occhi i suoi fans giurando loro eterno amore.
Immenso.
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