CASEY'S LAST RIDE – KRIS KRISTOFFERSON - Un film, un romanzo, un quadro. Una malinconia impossibile da sostenere. Ecco cosa è Casey’s Last Ride. Il primo disco di Kris Kristofferson, pubblicato nel 1970, ex pilota di elicotteri dell’esercito americano, ex uomo delle pulizie degli studi Columbia di Nashville nei giorni in cui Bob Dylan vi incideva Blonde on Blonde, ex alcolista, ma tutt’oggi poeta dell’amore, è il classico disco perfetto. Dove ogni canzone è un capitolo di straordinaria bellezza: tanto per intendersi, contiene la celeberrima Me and Bobby McGee. E Casey’s Last Ride è la canzone perfetta in un disco perfetto come accade raramente, oggi giorno ancora di più che un tempo.
Due strofe, due ritornelli (nel secondo dei quali ci si concede il lusso di cambiare qualche verso, a dilatarne l’espressività in una ipotesi di infinitezza apparente, perché la storia è invece tutta qua, non ha vie di fuga), un'intensità con pochi, pochissimi paragoni. “Casey si unisce al suono ingannevole della gente silenziosa”, per le strade dove l’umanità si perde e disperde ogni giorno che Dio manda in terra e chissà quante storie dolorose ognuno si porta appresso. Come diceva Giorgio Gaber, bisognerebbe sentire tenerezza per quell’uomo che ci cammina davanti: “Avete mai visto le spalle di un uomo che cammina davanti voi? Io le ho viste. Sono le spalle comuni di un uomo qualsiasi. Ma si prova una sensazione simile alla tenerezza. C’è tutta la normalità umana. La fatica quotidiana del capofamiglia che va al lavoro. I piaceri di cui è fatta la sua precaria esistenza”. Invece guardiamo altrove, alla pozzanghera sul marciapiede.
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3 comments:
-la radio accesa-se vieni a San Francisco metti un fiore tra i capelli-infilai una mano in tasca,tirai fuori un'altra di quelle bottigliette.Liquore dolce ma meglio che niente. Mi ci attaccai,poppai,poppai, e eccoci arrivati a Los Angeles.All'inferno.(Bukowski)
Ti ricordi quando la cantò a Vigevano?
Mannaggia...
Francesca
come si fa a dimenticare
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