Saturday, April 07, 2012
Easter (love is all around)
Stamattina un prete mi ha cacciato via. Ero andato per confessarmi, ormai sto diventando uno di quelli che lo fanno solo a Natale e Pasqua, quei cattolici che ho sempre odiato, i cattolici da festa. Mi ha mostrato un dito da dietro il confessionale e ha fatto cenno di no. Io ho fatto cenno di "devo andarmene fuori del cazzo?" lui ha detto di sì con la testa. Ero arrivato troppo tardi. Non penso abbia capito cosa avessi pensato veramente, ma mi sembrava di essere alle poste quando arrivi un minuto dopo l'orario di chiusura e ti mandano via. Ho girato i tacchi e ho pensato che ormai il demonio ha preso possesso di me, se anche un prete mi caccia via.
Qualche giorno fa mi ha cacciato anche un farmacista. Ero corso giù da casa mia perché avevo finito la scorta mensile di anti depressivi, sonniferi e calmanti. Sono arrivato alle 19 e 31 e il farmacista era lì dietro la porta di vetri a farmi cenno di no col dito. Vaffanculo pezzo di merda gli ho detto. Non penso abbia capito le mie parole, ma se preti e farmacisti ti cacciano, che altro ti resta da fare? Esattamente quello, avete capito.
Il caminetto è spento, nella penombra. E' accesa una abajour sopra il caminetto che illumina un terzo della stanza. Da dietro le lunghe tende che cadono a terra delle finestre si vede un filo del cielo di Londra. Lei è seduta per terra che prepara il secondo joint, In giro ci sono bottiglie di vino mezze vuote dalla notte precedente. Una è ancora intera, l'ho appena comprata da quell'odioso di un coreano all'angolo, vino australiano credo, vino pessimo. Il fumo precedente comunque sta ancora facendo il suo effetto. La musica come sempre in questi casi diventa solida. Vedo l'assolo di chitarra o di tastiere uscire denso e fluttuante dalla cassa dell'amplificatore e lì rimanere per quelle che a me sembrano ore, ma in realtà sono una manciata di secondi. Stanotte tutti fanno l'amore, a Londra? chiedo. Lei sorride, scuote la testa e dice no, non proprio tutti. Passami quell'altro joint allora.
Non riesco a respirare e non riesco a muovere un dito. Come se una forza mostruosa mi avesse appiccicato alla poltrona della mia macchina. Faccio fatica a respirare, sudo sudore gelido. Mi sento in una scatola di cartone trasparente, bloccato lì dentro. Se chiudo gli occhi sprofondo in un tunnel nerissimo. Conati di vomito salgono dallo stomaco. Cerco di uscire dalla macchina, ho bisogno di aria fredda. Lei mi aiuta a farlo, ma non riesco a stare in piedi, barcollo. Vorrei vomitare ma non ci riesco. Devo uscire da questa fottuta scatola di cartone che mi toglie il respiro. Prendo a pugni la macchina. Sto molto male e se stanotte a Londra tutti, ma proprio tutti, fanno l'amore, be' non potrebbe fregarmene di meno.
La notte di Natale e la notte di Pasqua sono le notti che in giro non c'è nessuno. Anche la metropolitana è vuota. Dicono che l'ora più buia è quella prima dell'alba ma sono abbastanza stufo di aspettare l'alba. Mi avevi promesso che saremmo rimasti amici per sempre, ma la promessa è rimasta strozzata dentro un altro tiro di erba. C'è sempre modo per passare a un'altra promessa, siamo come sigarette che si bruciano in pochi minuti e di noi rimane solo la cenere spazzata via dal vento su un marciapiede di Londra, Parigi o Milano. Stanotte avrei bisogno che un prete mi invitasse dentro. Se mi chiedesse poi in cosa credo, risponderei che credo nella vita reale. Hai mai fatto esperienza di vita reale? Mi chiederebbe. Certo, gli risponderei, lo faccio continuamente: è oltre a questa vita.
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7 comments:
Dove te ne vai,
Paolo,
il mattino di Pasqua
con le mani in tasca
e una corona di spine?
Io sono un prete
e mia sorella è farmacista,
vieni,
c'è posto per te
a casa nostra.
quanti fantasmi. eh Paolo.
quite a lot
Basta coi fantasmi Paolo, te lo dico col cuore.
Attaccati agli amici veri e stai con loro: l'incontro col Risorto passa da lì.
Buona Pasqua
sempre più belli i tuoi post.
portami via sulla tua moto, blue
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