Gli inglesi sono belli quando sono su di un palcoscenico. Certi inglesi. Quegli inglesi. In una estate che passerà ai ricordi come l’estate dei fantasmi – prima quello di Jim Morrison, adesso quello di Joe Strummer – una settimana dopo nello stesso posto io l’ho visto. Mr Stay Free, perduto in un supermarket, should I stay or should I go. E anche stand by me, Mick, stand fucking by me please. Non ho mai visto i Clash. Non ho visto suonare dal vivo Joe Strummer, ma l’ho intervistato. Non ho intervistato Mick Jones, ma l’ho visto suonare dal vivo. E finalmente sono felice, missione compiuta, quel che doveva essere è stato.
Gli inglesi sono pazzi, ma certi inglesi sanno farti sentire uno di loro, nel senso di un amico, come nessun altro. Se si buttano su di un palcoscenico con quattro chitarre, tre cantanti diversi che vanno e vengono, due deliziose ragazzine coriste, un basso sosia quasi di Paul Simonon, gente che entra ed esce dal palco bevendo birra facendo filmini, loro sanno fare un tale casino che è l’antitesi di un concerto rock, ma è molto meglio di un concerto rock, che è sempre come essere alla festa di San Patrizio che non centra un cazzo perché sono inglesi e allora è come essere al carnevale di Brixton. The guns of Brixton. Caciaroni, ubriaconi e cazzoni, con in mezzo una star, di quelle vere: lo capisci dal vestito elegante, ma la faccia da anti star, vecchio e pelato come me e quasi tutti quelli sotto al palco, ma le movenze di sempre, quelle di Mick fucking Jones. Come se fosse passato qualcuno al pub a chiamare quelli che c'erano e pa portarseli sul palco, birre che stavano bevendo comprese. E allora: Train Vain subito, a spaccare il muro senza esitazioni, Bank Robber che di questi tempi ci sta eccome cazzo se ci sta e derubiamole queste banche di merda, Rock the Casbah e Should I stay or should I go.
Lui ha un sorriso debordante per tutto il tempo, sono trenta anni che non le suona più queste canzoni ed è il momento per farle un’ultima volta, quest’anno che sono dieci tristissimi anni che Joe non c’è più. Loro che avevano giurato che i Clash non si sarebbero mai più riuniti mantenendo la promessa.
E vorrei pogare ma non riesco a pogare perché inopportune lacrime arrivano a salutare i quattro dell’apocalisse, quelli di Radio Clash, quelle rare rarissime persone che hanno il dono misterioso di rendere più bella la vita della gente. Rock the fucking casbah e rimani per favore Mick. Facci pogare come se non ci fosse un domani. In questa sera di zanzare in questa sera di Milano in questa sera di Brixton per sempre. In questa sera di fantasmi. Londra sta chiamando.
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2 comments:
Avrei voluto esserci anche io
Ire (peter)
lightning strikes(not once but twice)...che voglia di CLASH!!!!
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