"The circus is in town", il circo è arrivato in città, cantava Dylan qualche decennio fa nella celeberrima Desolation Row. La canzone stessa era un circo: dentro, c'erano Cenerentola e T.S. Eliot, il gobbo di Notre Dame e il Buon Samaritano, Einstein e il Fantasma dell'Opera. In una galleria fantasmagorica di personaggi veri o usciti dalle pagine dei libri e dagli schermi dei cinema, Bob Dylan all'apice della sua visionarità poetica rinchiudeva questi rappresentanti dell'umanità in un vicolo, quello della desolazione. Quarant'anni e passa dopo, quel circo di umanità dolente torna a farci visita nelle canzoni di "Tempest", un acuto da parte di un artista che non ci sorprendeva così da molti anni, almeno dieci, quando era uscito il suo ultimo disco davvero degno di nota, "Love and theft". Qui troviamo infatti Charlotte la prostituta, Maria la madre di Gesù e la Regina delle Fate, Leonardo Di Caprio e Al Pacino, Cleopatra e John Lennon.
E' una umanità diversa, meno disperata e fallimentare, anzi qualcuno di essi è simbolo della salvezza stessa, che sia quella eterna o quella del rock'n'roll, e che non meritano questa volta di essere rinchiusi in un vicolo della desolazione. Ma allo stesso tempo, non sono degni di stare insieme ai comuni mortali: adesso siamo noi infatti, a vivere in un vicolo della desolazione. Loro ne sono fuggiti, per i loro meriti o per le loro colpe, e stanno da qualche parte in una Repubblica Invisibile dove solo i giusti possono ambire a entrare. Un Dylan spumeggiante, irresistibile, che tratteggia un mondo non sull'orlo dell'abisso, come ha fatto più o meno per tutta la sua carriera, lanciando profezie di ogni tipo (molte delle quali rivelatesi reali), ma un mondo che nell'abisso c'è già precipitato. Siamo in un'epoca indefinibile, in una città tinta di sangue scarlatto, che si chiama Duquesne (che esiste davvero ed è - non a caso - una città fantasma nelle montagne dell'Arizona): da qui questi personaggi osservano lo sfacelo del nostro mondo. Quella accennata nel disco è un'epoca che va dagli antichi primi re romani al Far West al naufragio del Titanic, ma è ovvio che ogni riferimento è del tutto attuale.
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1 comment:
Se il disco é bello come la recensione sarà ancora meglio di TOOM.
Can't Wait
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