Saturday, August 30, 2008

Ambulance Blues

E' probabilmente la mia canzone preferita di Neil Young, ma una ambulanza ha anche segnato l'inizio delle mie agognate ferie. Ancora adesso non ho capito bene cosa mi sia successo, dato che le analisi mediche denotano - nonostante le apparenze - un fisico praticamente sano. Voglio dire: cuore, polmoni e quant'altro. A quanto pare lo stomaco no, ma lo sapevo già prima che il sabato notte precedente la partenza per le ferie cominciassi a vomiare andando avanti per circa due ore. Avevo semplicemente mangiato un pollo fritto, un po' di patatine e una birra ghiacciata, in un maledetto ristorantino con aria condizionata a livello polare. A casa mia invece caldo torrido. Col senno di poi, direi una congestione, ma erano giorni che sentivo lo stomaco ribellarsi. Ho sempre avuto problemi di digestione.
Tale prolungata attività vomitatoria mi aveva comportato qualche (ovvio) scompenso di contorno, del tipo che mi sembrava di non riuscire più a respirare. Dico alla moglie: chiama una guardia medica. Arriva. Non dico il cognome perché sembrerebbe uno scherzo, ma con perfetto accento altoatesino, senza neache toccarmi con un dito, dice: "E io alle due del mattino che ce faccio? Ce chiamo 'n'ambulanza". Così fa.
Nella divertente attesa, mentre sono steso sul divano in stato semi incosciente, lo sento intrattenerci con un "Ma è BobbDylàan quello lì?" indicando il manifesto della BobFest del 1992 che è incorniciato nella mia living room. "Ancora vivo è? Ma non era morto?". Il genere di discorso che vorresti sentirti fare mentre pensi di stare per andare all'altro mondo. Fortunatamente interviene l'infermiera che era con lui: "No no, Bob Dylan è vivo, è quell'altro che è morto". Tutt'oggi, un mese dopo circa gli eventi, ancora mi domando chi sia "quell'altro che è morto". La lista infatti potrebbe essere lunghetta: Elvis, Jimi, Brian, John, finanche Kurt... Magari intendeva JFK?
Tantè. Riapro gli occhi e vedo la mia casa invasa da infermieri, lettighe etc. Voglio dire: allora la prossima volta che sto così così chiamerò l'ambulanza direttamente, a che serve una guardia medica? (devo dire che a discolpa del poverino, amici poi mi hanno spiegato che a volte gli infarti si manifestano con lunghe sequenze di vomito).

Vabbè. Un infermierone mi carica in braccio e mi porta in ascensore, scendiamo e una lettiga aspetta davanti al portone di casa. Oddio che vergogna, riesco a pensare nello stordimento in cui mi trovo. Speriamo che non si sia svegliato nessun vicino e che mi veda dalla finestra in questo stato pietoso.
Caricato in ambulanza, mi rendo conto - non c'ero ma stato prima in vita mia, grazie a Dio, che sono davvero corte. Uno alto cinque centimetri più di me non ci sta. Quando infatti provano a chiudere gli sportelloni, i miei piedi fanno resistenza. Spingi di qua spingi di là, si riesce a chiudere e partire. Non hanno delle gran sospensioni, queste ambulanze. Dopo una scarica di scossoni degn di un Tir che trasporta mucche, riprendo allegramente a vomitare riempiendo di gioia infermieri e guardia medica che erano lì con me. Panico (mio; incazzatura, loro) e urlo (mio): "Sto male fatemi scendere!!".
L'ineffabile guardia medica lancia la chiamata alle armi: "Codice rosso! Sirena! Di corsa all'ospedale!".

Riapro gli occhi e vedo la mia lettiga lanciata a velocità folle verso l'ingresso di un pronto soccorso, altri disgraziati in barella mi vedono superarli alquanto scocciati. Ehi, amico, io sono codice rosso. Mi ritrovo in un autentico E.R., che sballo. Infermiere avvenenti che mi attaccano tubi da tutte le parti, elettrocardiogramma, flebo, maschera dell'ossigeno. Wow, mancano solo George Clooney e il Dottor House.
Arriva il dottore. Quando lo vedo, a questo punto penso di essere in una scena di Tutto in una notte di Martin Scorsese. Capelli lunghi fino alle spale, barba da George Harrison periodo Concert for Bangladesh, mi guarda con un sorrisetto del tipo: "Fratello, te lo avevo già detto a Woodstock che l'acido marrone fa male".
Invece è un bel tipo in gamba. Passo la notte steso nel mio lettino, alle 4 di notte la bella infermiera di prima mi porta in sedie a rotelle a fare una radiografia,potrei benissimo camminare da solo ma mi guardo bene dal dirglielo. Quando mai mi succederà una cosa così un'altra volta. Poi esami del sangue e delle urine, con l'infermiera che sta lì: "Su, dai pensi alle cascate del Niagara, alla pioggia, le apro il rubinetto? Vedrà che così la fa". La faccio? Ma esca fuori e chiuda la porta che allora la faccio. Al mattino un altro bell'elettrocardiogramma. Cuore sano. Gastrite invece da vendere.
Morale: niente più caffé, alcolici, sigarette, fritti e grassi. Anche la cioccolata, ma quella non mi piace. Esattamente la mia dieta da circa 30 anni. Facile a dirsi. E dire che, a parte l'ottimo Scrubs, odio tutti i serial televisivi a base di dottori e infermieri.
Ma posso finalmente partire per le vacanze. Che mi porteranno a scoprire luoghi misteriosi e affascinanti, a rivedere vecchi amici, a incontrare personaggi straordinari... Stay tuned for the next episode.

Friday, August 01, 2008

Closing time

I'm goin'... I'm goin'.... GONE!

See you in September... peace and rock'n'roll


Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

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