Monday, December 31, 2012

2013



Moriamo a ciascuno di noi, ogni giorno. Quello che sappiamo di altre persone è solo la nostra memoria dei momenti durante i quali li conoscevamo. E sono cambiati da allora. Pretendere che loro e noi siamo gli stessi è una convenzione utile e socialmente conveniente che a volte deve essere spezzata. Dobbiamo anche ricordare che ad ogni incontro incontriamo uno sconosciuto.


T.S. Eliot (The Cocktail Party)






Monday, December 24, 2012

Dark Christmas (must be tonight)

Ci sono momenti, eventi, singole giornate che impattano sulla vita di tutti quanti, a qualunque latitudine. Il Natale è certamente l'evento che più impatta sulla vita di belli e brutti, credenti o non credenti. Ognuno poi vi risponde come vuole, ma nessuno può evitare di averci a che fare. Impatta, e tanto, anche su chi nella vita si dedica alla produzione dei dischi. Il mercato dei dischi natalizi, una tradizione americana incrollabile tanto quanto il tacchino il giorno del ringraziamento, è ancora piuttosto fiorente in un paese che da tempo ha sostituito il Natale con il più politically correct “stagione delle feste”, la holidays season per non urtare i credenti di altre religioni o i non credenti. Abitudine che sta prendendo piede anche da noi.



Resta il fatto che il Natale è il compimento di una attesa a cui ognuno consapevole o no guarda e per questo ci sono dischi di Natale che sembrano fatti per placare questa attesa. Per qui pochi minuti che può durare una canzone, l'attesa può trovare una risposta, trovare soddisfazione, evocare un oltre che supera di schianto la nostra fragile intemperanza. Sentimentalismo? No, a quello ci pensano i dischi di Natale di Mariah Carey o di Kenny G. La mia vita per ora è solo un’attesa, sembrano dire invece ben altre canzoni. L'attesa che avvenga. Cosa? Che quaklcuno ci venga incontro a dirci che la nostra sofferenza è finita. Solo chi ha molto sofferto attende.

Perché ad esempio uno come Mark Lanegan sente il bisogno di fare un disco di Natale? Le domande ovvie con lui non hanno risposte ovvie.


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Friday, December 21, 2012

The future is unwritten

Ogni anno, quando stava per arrivare Natale, si metteva a disegnare personalmente delle cartoline di auguri per i suoi amici e familiari. Disegnare gli piaceva, come tantissime altre cose, segno di una personalità curiosa e inesauribile per qualunque forma di espressione. Lui, che era stata una star mondiale, ad esempio negli ultimi tempi si divertiva ad andare ai rave o ai festival con una grossa radio: si sedeva accanto a un fuoco con le persone qualunque, a sentire musica, discutere di ogni argomento, aperto a tutto e a tutti. Per quel Natale di dieci anni fa, si era messo a disegnare delle cartoline che raffiguravano delle piccole barche illuminate da una luce che veleggiavano verso una terra sconosciuta. In una di queste barchette c'era raffigurato anche lui, sorridente. Andava verso quella terra sconosciuta ai più. Probabilmente aveva finalmente chiaro il senso del suo destino. Per un uomo che aveva detto che "the future is unwritten", il futuro non è scritto, qualcosa di più di una coincidenza.





"Che cosa è un appassionato di rock'n'roll?" aveva detto una volta Joe Strummer. "Non si tratta della batteria, delle droghe, di ricoveri in ospedale. C'è molto di più di questo. A tutti piace la bella vita, un po' di soldi, un po' di droga ad altri piace il sesso, il glamour o il successo. Ma un appassionato di rock'n'roll è diverso. Perché? Perché un vero appassionato di rock'n'roll vuole tutto". Ecco, per Joe Strummer la vita era un desiderio incolmabile di andare a fondo di ogni suo aspetto, senza contentarsi mai.

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Friday, December 14, 2012

Merry Christmas you scumbag!

FAIRYTALE OF NEW YORK – The Pogues, album: “If I Should Fall from Grace with God”; anno di pubblicazione: 1987 - C'è chi l'ha definita la più bella canzone di Natale di tutti i tempi. Potrebbe essere vero, dipende da cosa si intende per Natale, ma anche cosa si intende della vita intera. Se la vita è una lotta, una battaglia quotidiana per rimanere a galla davanti alla nostra e altrui meschinità e se il Natale è quel momento in cui appare possibile che un bene trionfi sul male di vivere, allora questa canzone è senz'altro la più bella canzone di Natale mai scritta. Tra l'altro il brano, ripubblicato proprio in questo ultimo scorcio dell'anno in occasione del 25esimo anniversario dall'uscita originaria, sta salendo le classifiche in molti paesi, segno di quanto sia ancora oggi apprezzato dagli ascoltatori.



Fairytale of New York infatti è sì una bella favola, come suggerisce il titolo, ma è anche quanto di più realistico si possa ascoltare in una canzone. Realismo e spavalderia tutte irlandesi ovviamente, seppur di irlandesi che vivono a New York come tantissimi di loro. E' in questo brano che il genio trasgressivo di Shane McGowan raggiunge il vertice di quanto scritto per il suo gruppo di sempre, i Pogues, o anche nei pochi suoi dischi solisti. Shane McGowan, un maledetto del rock, dimostra tutto il suo grande cuore in questa canzone. Qualche anno fa, dopo aver rivisto i Pogues in concerto dopo quasi vent'anni dalla prima volta, parlai con l'amico John Waters (che in un'altra conversazione mi aveva detto di considerare McGowan "un genio") di quali condizioni miserabili fosse ridotto il cantante. Per tutto il concerto infatti, alla fine di ogni brano, doveva sparire per alcuni minuti dal palco: il motivo non si sa, ma l'ipotesi poteva essere una sola, cercare di recuperare con qualche sostanza medica, o non, le forze, visto che sul palco sembrava un derelitto alcolizzato con poco tempo rimastogli da vivere.

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Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

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