Thursday, May 24, 2007

They say its your birthday.......

Sì, è anche il compleanno di Bob Dylan oggi (66 candeline... buon compleanno, Maestro) ma è anche (più o meno) il primo compleanno di questo blog.

(E il Maestro in persona ha deciso di cantarci un 'happy birthday'..., vedi qs filmato...)


Un blog che in un anno ha avuto quasi diecimila visitatori (il counter attualmente in uso dice 4mila e rotti, ma qualche mese fa, passando il blog su google, è stato cancellato il precedente counter che era arrivato già a oltre 5mila visitatori - 3mila dei quali circa il giorno che pubblicai la recensione del disco Modern Times di Dylan e il mio blog venne linkato sul sito www.expectingrain.com... - forse dovrei scrivere più recensioni sui dischi di Bob Dylan...)

Comunque è un risultato non male, no? Spero che questi circa 10mila visitatori si siano divertiti come mi sono divertito io in quest'anno, e abbiano trovato qualcosa di interessante tra un post e l'altro...

Monday, May 21, 2007

broken radios and broken hearts makes the world go 'round...



Sulla giacca del punk che si allontana nell'ultima scena, lo stesso punk che ha regalato alla ragazza le pile necessarie per far sì che la sua "radio rotta" possa funzionare, un paio di ali. Un angelo.

Si chiama Broken Radio infatti la canzone di cui questo video del bravo Jesse Malin (in duetto con un amico piuttosto noto...) racconta. E la storia raccontata è quella che nella vita siamo tutti in nesso uno con l'altro, anche se facciamo finta di niente. Ognuno, incontrato apparentemente in modo casuale, porge alla ragazza un pezzo necessario alla ricostruzione della "radio rotta".

La mia amica Anna - che la sa più lunga di me - ha colto così il senso di questo video: "Con l'ascensione, Cristo è entrato nella profondità di tutte le cose così che noi partecipiamo della vita con Lui, contemporaneamente. Ognuno ha questo scopo,siamo tutti legati allo stesso destino, anche se il mondo tende a dividerci. Facciamo a pezzi le cose, ma c'è Uno che è capace di rimetterle assieme e farle funzionare".

Come la "broken radio" di Jesse Malin...

Saturday, May 12, 2007

Keep rockin' and vaja con Dios



Ci sono dischi che raccontano una storia. Talvolta - raramente - accade con dischi che sono stati registrati durante un concerto ed è ancora più bello, perché quella storia è immortalata per sempre e riaccade ogni volta che quel disco comincia a suonare.

Accade raramente, ma accade.

"Ho abusato a lungo nella mia vita, ma è bello essere vivi": con queste parole, quella sera del 1981 al Roxy di Los Angeles, Warren Zevon si appresta a cantare la tenerissima ballata per solo voce e pianoforte Hasten Down The Wind. Suonano amare, oggi, quelle parole, pensando che vent'anni dopo Zevon sarebbe morto per una rarissima forma di tumore, non causata dagli eccessi di una vita in gran parte spesa nella corsia di sorpasso, ma perché il destino aveva voluto così. Destino contro cui il cantante non si ribellò mai, neanche negli ultimi mesi di vita. Alla domanda come si sentiva di fronte alla prospettiva di avere poco da vivere, aveva risposto: "Impari ad apprezzare ogni singolo sandwich che ti viene offerto da mangiare".

Quella sera al Roxy, Warren era appena uscito da una dura battaglia contro la tossicodipendenza, ma per sorreggersi si attaccava alla bottiglia di vodka come fosse stata acqua fresca, e il dottore lo aveva riempito di stereodi e anabolizzanti, come un calciatore che dovesse affrontare la finale di coppa del mondo. Quel concerto, in fondo, per lui era una finale: della vita contro la morte.

Ed è la storia che questo formidabile disco, uno dei più grandi live della storia del rock (Stand In The Fire, appena stampato finalmente per la prima volta su cd con alcuni brani in più) racconta in modo potente, a tratti disturbante, ma sempre gloriosamente.



Passando in rassegna alcune delle più belle canzoni della storia di questa musica (Lawyers Guns and Money, Werevolves of London, Excitable Boy, Poor Poor Pitiful Me, I'll Sleep When I'm Dead, Mohammed's Radio) Warren Zevon combatte una battaglia ardita contro la morte, consapevole che non è scontato che potrebbe uscire vivo da quel palcoscenico. E' un urlo dalle viscere, il suo, ma è un urlo che si stempera sempre in gioiosa accettazione che sì, ce la possiamo fare: "Accendete le luci in sala" dice a un certo momento "questa sera ho trovato degli amici".

Le chitarre imprecano con sanguinosa violenza, la ritmica pesta e sbatte con furia assassina, lui si emerge con titanica forza al di sopra del magma di note e alla fine esce vincitore: "Sento qualcuno che canta con dolcezza e tanta anima alla radio di Mohammed, non ti fa venir voglia di darti al rock'n'roll per tutta la notte?".

Sì, ce ne fa davvero venir voglia. Vaja con Dios, Warren.



Thursday, May 10, 2007

Don't bogart that joint, my friend

Vogliamo oggi ringraziare Marco Pannella e il ministro Livia Turco, per le loro battaglie per la droga libera e per l'innalzamento del livello di consumo personale di droga.

Li ringraziamo per la loro visione illuminata, liberale, alla difesa di qualunque diritto, per quella che in fin dei conti - la loro - è sempre e solo cultura di morte.

Li ringraziamo per aver permesso - grazie alle loro battaglie civili - all'autista dell'autobus che ha causato la morte di due bambini di 6 e 7 anni di avere nel sangue "la dose prevista dalle legge di cannabis".

Monday, May 07, 2007

The Family Tree



Family Tree, to be released on June 19th, 2007 on Tsunami LG/Fontana, will feature previously unreleased tracks from the vaults of the Estate of Nick Drake. The album, produced by Drake Estate manager Cally, tells the story of Nick Drake’s musical development in the years prior to recording his official debut, Five Leaves Left.

Family Tree explores the upbringing of an artist who-- in his tragically short career-- produced three albums which continue to be treasured by fans. Recorded in the late 1960’s, the 28 tracks feature lo-fi recordings made on a reel-to-reel tape recorder at his home, Far Leys in Tanworth In Arden, as well as eight songs recorded on cassette during his sojourn in Aix En Provence. The inclusion of two songs, “Poor Mum” and “Try to Remember”, written and performed by Molly Drake bears testament to her musical influence on her son, conscious or otherwise.

Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

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