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Friday, March 18, 2011

Why does love got to be so sad

Quando l'amore brucia l'anima, la storia di Layla



Avere poco più di vent’anni e vedere il tuo nome sui muri di Londra associato a quello di Dio, può evidentemente dare alla testa. Quel chitarrista dai lunghi capelli, quello che i suoi fan descrivevano come un Dio, tanto da scrivere appunto “Clapton is God” sui muri della Swinging London, gli eccessi della fama li avrebbe pagati a caro prezzo. Per un destino bizzarro, avrebbe visto morire uno dopo l’altro alcuni dei suoi migliori amici, tutti chitarristi come lui. Lui invece la pellaccia l'avrebbe salvata. Forse aveva fatto anche lui un patto con il demonio, come il suo idolo assoluto, quello che lo aveva ispirato per primo a prendere in mano una chitarra da ragazzino e imparare tutti i suoi blues da un vecchio 78 giri.



Di Robert Johnson, un giovanissimo Clapton aveva non a caso inciso uno dei suoi brani più oscuri e minacciosi, quella Crossroads che cantava di incroci stradali a tarda notte e di incontri paurosi, per vendersi l’anima in cambio della dote di suonare la chitarra. Quella incisione lo aveva reso un "dio della chitarra". Il che è un po’ una contraddizione, ma mica tanto. La morte si sarebbe portata via i suoi amici e rivali uno dopo l’altro (Jimi Hendrix, George Harrison, Duane Allman, Stevie Ray Vaughan) e lui no, quasi avesse fatto veramente un patto con il diavolo. Ma l’eccesso di droghe e la vita spericolata che proprio quella Swinging London celebrava come l’alba di un nuovo mondo lo portò in fondo al baratro.


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