When you're lost in the rain in Juarez when it's Easter time, too and your gravity fails and negativity don't pull you through
Dove c'è amore c'è odio, dove c'è ammirazione, c'è antagonismo, dove c'è fiducia c'è sospetto. Amore e odio sono la consistenza del nostro io e del modo in cui conosciamo e apprendiamo il mondo. Sono indipendenti, ma solo nel senso che non puoi avere l'uno senza l'altro, ma anche perché uno nutre l'altro. Il modo in cui amiamo qualcuno dipende da come lo odiamo e viceversa. Questa modalità fa parte di noi fino dentro a ogni singola cellula del nostro corpo. Questo vale anche per il modo in cui guardiamo e sentiamo noi stessi: ci amiamo e ci odiamo. In questo modo noi osserviamo, calcoliamo e respiriamo. La gran parte del nostro tempo la spendiamo a criticare noi stessi e gli altri.
Ci facciamo un male incommensurabile, ci mutiliamo e godiamo a vederci sanguinare in modo tale che non possiamo neppure immaginare una vita diversa. Così ogni mattina quando ci svegliamo aspettiamo la nostra dose quotidiana di insoddisfazione, ogni giorno non sarà mai quello che vorremmo che fosse, perché lo abbiamo già deciso noi. Ci rassegniamo, nella nostra viltà, a sprofondare con godimento nella rassegnazione di un cinismo senza sbocchi e senza fine. In questo modo passeremo la vita a punirci, perché è quello che ci rende corazzati, vittime supreme, indelebili a qualunque proposta la vita ci faccia. E dopo? L'autodistruzione. Felicità, infelicità, e la prigione che ci siamo imposti. Null'altro conta. Di una cosa sola era certo: la sua propria inadeguatezza.
Chiuso il libro, appoggiato sul comodino, messi via gli occhiali, spenta la luce, chiuse gli occhi. Mentre i fantasmi come ogni sera si radunavano attorno al suo letto.
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