Friday, June 10, 2011

La Madonna del surf



La vita ha ragione, in ogni caso
(Rainer Maria Rilke)


Una notte su un muro di San Diego è apparsa una Madonna. La patria dei surfisti. La Madonna del surf. Protettrice dei surfisti? "Save the ocean" dice la scritta. Qualocsa o qualcuno da salvare c'è sempre. Ma nessuno riesce a staccarla dal muro dove è stata appiccicata. Perché è un mosaico, un bellissimo mosaico. Chi cazzo li fa ancora i mosaici oggigiorno? E a San Diego? Mi ricordo quando andavo sulla spiaggia di Chiavari a raccogliere pezzettini minuscoli di vetro di cento colori diversi per fare un mosaico che non ho mai fatto. Erano quello che restava di milioni di bottiglie gettate nel mare chissà dove, in Madagscar come ai Caraibi, venute a morire quaggiù. Tra questi resti c'era magari anche qualche bottiglia che aveva contenuto un disperato messaggio d'amore.

Il mosaico della Madonna del surf però nessuno riesce più a staccarlo dal muro, nonostante le autorità abbiano ordinato di eliminarlo. Anzi, vogliono metterlo in un apposito spazio espositivo, che pena. Tutte le cose belle devono essere messe in una gabbia per questo mondo di merda che odia la bellezza. Ma è stato attaccato con una colla misteriosa, potentissima, o forse da mani non di questo mondo. Non riescono a staccarlo.

Continuate a cercare qualcosa di invisibile, ma se quel qualcosa vi guarda in faccia preferite non vederlo

Sulla metropolitana stasera ci sono solo cadaveri. Zombie. O almeno io li vedo così. Vedo la bella ragazza seduta là in fondo e la vedo anche già dentro alla sua cassa da morto. Improvvisamente tutte le persone in questo vagone non sono più sedute ai loro posti ma sono tutte ordinatamente dentro una cassa da morto. Aveva ragione Jack Kerouac a piangere quando vedeva un neonato: perché mettere al mondo qualcosa che sappiamo già diventerà un cadavere putrefatto dentro a un buco nero sotto alla terra marcia.


Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.” Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.


Stanotte ho fatto un sogno. Ho sognato che ero stato invitato in qualche minchia di Rock'n'Roll Hall of Fame da qualche parte negli Stati Uniti. Eravamo pochissimi invitati, un privilegio. Sul palco Patti Smith e Bruce Springsteen. Stavano facendo una sorta di People Have the Power acustica, ma non era granché. Io, in piedi al lato del palcoscenico, aspettavo continuamente che esplodesse nel fragoroso ritornello, ma non succedeva mai. Frustrante. Poi a un certo punto Patti Smith si è girata e mi ha chiamato a cantare. Voleva che facessi qualcosa di tipicamente italiano per il pubblico americano. Allora io mi sono messo a cantare Vita spericolata di Vasco Rossi, naturalmente non conoscevo le parole ma pensavo chissenefrega sono americani non capiscono un cazzo, e me le inventavo.


i fantasmi non passano, si nascondono solo con più astuzia

Invece del microfono, in mano tenevo un accendino acceso. Le fiammate mi bruciavano la faccia. Alla fine, sono caduto in ginocchio davanti a Patti e le ho stretto le ginocchia. La mia Madonna del rock'n'roll. O del surf. Dopo, nel sogno, eravamo per le strade di New York, un gruppo di persone, che cercavano bei locali per andare a bere. Questa parte del sogno era ancora più reale e più bella. Mi sentivo a casa, la casa che non ho.

Cioè, lei mi sta dicendo che tutto il mondo (cielo, mare, cielo, tutto) sono metafora di qualcosa?
Massimo Troisi




Sono stanco e voglio dormire. Non c'è più niente da dire o da fare. Lui sta al buio un bicchiere vuoto in mano e il cappuccio della felpa sulla testa. Ascoltiamo la musica che arriva dai vicini di casa. Stanno suonando del jazz. Io odio i jazz. Che cosa pensi? Nulla, ascolto la musica.

Nobody realizes that some people expend tremendous energy merely to be normal
Albert Camus


Scendo nel giardino bagnato dalla pioggia e penso, questo un bel posto per morire. Ma come si fa a morire. In ogni caso seppellitemi pure qua sotto. Non ho manco più nessuno da chiamare, non ho più nessuno con cui andare a ubriacarmi. E ubriacarsi da soli è diventato noioso.




Ci sta una terra di nessuno,
da qualche parte nel cuore,
come un miraggio incastrato tra la noia e il dolore.
Domani ce lo diranno dove dovremo passare,
ma c’è una terra di nessuno e ci si deve arrivare

F. De Gregori

9 comments:

andrea said...

Vorticoso flusso di coscienza o cut-up beat che sia, è qualcosa che smuove.
L'immagine della bella ragazza in metro intrappolata nella sua bara è davvero agghiacciante, quasi barocca!
Per questo tipo di visioni io uso le aringhe affumicate. Ti fanno alzare più volte di notte per la sete e ti permettono di ricordare più sessioni oniriche con immagini molto definite. Chissa forse agiscono anche sull'acetilcolina, booh?

Anonymous said...

Sai che ti dico:

incàzzati!

Francesca

Laura said...

don't worry, è solo vita che passa

cardioman said...

mangiato pesante ieri sera eh ?

Anonymous said...

http://dariofabrizi.wordpress.com/2011/06/12/la-madonna-del-surf-the-red-river-shore-blog/

Ti ho citato!
Bravo!

Paolo Vites said...

grazie, onorato

anna said...

"Save the ocean"! fuori e dentro, prima e dopo, qui e ora, in volo e a terra. "Save the ocean"!

Anonymous said...

guaglio`..bella la storiella ma....che cazz t`si fumat??????!!!!

Paolo Vites said...

hai mai visto Tideland?

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