Wednesday, March 11, 2015

La dittatura del suono unico

E' il nuovo singolo dei Coldplay? La voce sembra proprio quella di Chris Martin… No, è il nuovo singolo degli U2… Ma lo regalano con iTunes? No, lo danno insieme al nuovo Apple Watch. Ohibò, ma in definitiva chi sono costoro? Sembra impossibile siano quello spavaldo e gagliardo gruppo di neo folk comnbattivo e ruspante, che rispondeva al nome di Mumford And Sons, ma invece sono proprio loro. E questo è Believe, il primo singolo estratto dal nuovo disco in procinto di essere pubblicato, da ieri disponibile in ascolto su varie piattaforme della Rete.

Avevano annunciato una "svolta elettrica" (che insomma, dopo quella epocale di Bob Dylan al festival di Newport nel 65 e che cambiò la storia della musica popolare, fa un po' ridere come annuncio), ma nessuno onestamente si aspettava questo abbassamento a standard così di massa e privo di alcuna originalità. E' la massificazione del suono unico: i M&S, da originali provocatori combat folk diventano un gruppo dei tanti. Tastiere in evidenza, chitarrone elettrica dal suono vagamente "spaziale" (un riff stratificato di effetti che si ripete all'infinito, marco di fabbrica di The Edge degli U2), base ritmica in evidenza (già, loro la batteria non la usavano nemmeno, mentre banjo e chitarre acustiche spariscono del tutto) che "pompa" su ritmi dance innocui e ripetitivi. La forza evocatrice del loro approccio vocale corale annullata, che era anche il loro punto di forza. Gli U2 degli ultimi anni, i Coldplay (che copiano dagli U2, in un rincorrersi di scopiazzamento generale perché si potrebbe a ragione dire che sono gli U2 che copiano dai Colplay e alla fine non si sa più chi copia chi), i Killers, gli Editors, i Muse… Anche i Kings of Leon, formidabile gruppo di moderno southern rock di derivazione punk, da anni sembrani gli U2 che fanno i Coldplay che fanno i Muse che fanno... Suono che poi, ma quello è un problema nostro, di un Paese, l'Italia, dove da decenni non si inventa più nulla di originale, viene preso in blocco e importato a forza nei dischi dei nostri artisti.



E' la globalizzazione del suono, baby, e i M&S ci sono cascati dentro del tutto. Quello che va in classifica non si tocca, eppure loro in classifica ci andavano lo stesso, segno che la gente aveva e ha bisogno di tutto tranne che di standard banali. C'è una tale povertà di idee, di produzioni, di suoni oggigiorno che tutto fa brodo in un calderone di una pochezza come la storia del rock ha raramente visto in passato. Oddio, magari poi il resto del disco sarà completamente diverso, ma si sa che il singolo di un album in uscita viene sempre scelto come il più rappresentativo del suono del disco intero.

Dispiace, e molto. Chi scrive non era un fan esagitato dei Mumford, ma ne apprezzava comunque l'approccio: insieme agli Avett Brothers, inglesi i primi, americani i secondi, avevano ridato spolvero al vecchio caro folk acustico che sempre è alla base di tutto. Avevano addirittura avuto l'onore, entrambi i gruppi, di accompagnare Bob Dylan sul palco qualche anno fa ed era sembrato il passaggio della grande torcia folk alle nuove generazioni. I Mumford quella torcia l'hanno rimandata al mittente. Peccato.

4 comments:

jesus's inferno said...

ciao paolo anche il nuovo singolo del buon tallest man suona come i cold play..che incubo :(

Anonymous said...

E' VERO, MA ASPETTIAMO DI SENTIRE GLI ALBUM, HO VISTO I DECEMBERISTS DAL VIVO E INVECE MI HANNO FULMINATO! UN ABBRACCIO GRANDE PAOLO, MARCELLO

Unknown said...

le produzioni rock si stanno svendendo per paura di non suonare abbastanza fiche e cool in confronto alla miriade di musica generata elettronicamente che ha invaso le classifiche. non c'è piu' differenza tra musica disco elettronica e rock perchè ognuna ha invaso gli ambiti degli altri (il concerto era una cosa, la discoteca un altra).

Paolo Vites said...

interessante grazie

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