Tuesday, October 30, 2007

I was born in a smalltown


INTRA SIESTRI E CHIAVERI S’ADIMA UNA FIUMANA BELLA...

(Dante, Purg., XIX)

Non so quante città italiane sono citate nella Divina Commedia. So che la città, Chiavari, dove ho vissuto fino ai miei vent’anni, lo è. A dire il vero, il Sommo Poeta commise una scorrettezza, quando disse che il fiume Entella (la “fiumana bella", come la chiamava lui) si trovasse tra “Siestri” (oggi Sestri Levante) e “Chiaveri” (oggi Chiavari): il fiume infatti scorre tra Chiavari e Lavagna (dove sono nato, poi passato dall’altra parte del fiume all’età di 6 anni), ma sembra che i simpatici cittadini di quel borgo non lo avessero trattato poi così bene, meritandosi dunque la clamorosa esclusione dal massimo esempio di poesia di tutti i tempi. Della serie: anche i poeti si incazzano…

Se il significato di “Lavagna” è chiaro a tutti (alcune delle maggiori cave di ardesia si trovano qui intorno), quello di “Chiavari” è ancora tema di discussione: Clavari, Clavarum, Clavarium, Clavara, Clavai, Clavaro, Clavario, Clavarii, Clavaris, Clavero, Claverim, Chiaveri. L’elenco potrebbe continuare con un simpatico “Chi” (qui) “avari”, ma siamo genovesi, perciò non chiamateci taccagni. Sembra invece che il vero significato del nome sia piuttosto “Chiave” di “Ri”: Ri è oggi una frazione della stessa Chiavari, ma nel Medio Evo era un ricco borgo collinare che trovava sbocco al mare proprio in quella che sarebbe diventata Chiavari.
(La chiesa di S. Stefano, a Lavagna)

Alzi la mano chi glie ne può fregare di meno di tutto questo. Nemmeno io. L’unica cosa che so è che oggi, 25 anni dopo essermi trasferito a Milano, la mia cittadina sul mare mi manca sempre di più. Mi mancano i suoi carrugi vecchi e scuri, mi manca l’odore del mare quando d’inverno sbatte furiosamente con onde alte sugli scogli, mi manca – e anche tanto – la focaccia genovese, che non ho mai capito come mai a Milano non c’è un cane di fornaio che la sappia fare. Sarà così difficile?
(Chiavari by night)

Quando avevo vent’anni, per dirla alla Springsteen, sognavo di andarmene da una città di perdenti in cui non capitava mai niente, per vincere altrove. Me ne sono andato e credo di non aver vinto nulla, e per dirla alla Guccini, ho capito che è proprio vero che “a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età”.
(La Baia del Silenzio, a Sestri Levante, dove ho passato più di una notte a smaltire sbornie e quant'altro...)

Mio padre era un marinaio, ma non ha mai voluto che facessi il suo lavoro. Credo ci sia un motivo per cui la vita segua un percorso invece di un altro, e in fondo quando guardo le mie figlie credo di aver, alla fine, vinto qualcosa anche io e capito perché da 25 anni sono dove sono: non ci sarà un cane di fornaio in questa città che sappia fare la focaccia, le strade invece di odorare di mare puzzano di smog e spazzatura e invece di passeggiare sulla spiaggia devo trovarmi ogni volta un giardinetto pubblico che non sia una discarica e sia appena più grande della mia camera da letto, ma qui il mio destino si è reso realtà fatta carne, avvenimento quotidiano.

E poi mia figlia ha già ripreso in mano il timone lasciato dal nonno… La dinastia è in buone mani.

15 comments:

Anonymous said...

il segreto della focaccia sta nell'acqua e nell'aria, che è diversa in tutti i posti! (come anche quello del sapore del basilico...quello ligure ha un profumo tutto diverso da quello pugliese per esempio)

Paolo Vites said...

ah ecco.. infatti l'aria di Milano fa schifo... e anche l'acqua...

Il Grillo Cantante said...

ehi, ehi, non mi toccate el me milàn!
una città che accoglie tutti senza troppe domande,
dalla bellezza mai esibita, ma che premierà chi la cerca.
una città purtroppo invasa da chi vive per la propria affermazione...
non è colpa di milano.

Si vegni senza paura, num ve slongaremm la man
tucc el mond a l'è paes e semm d'accord
ma Milan, l'è on gran Milan!

Paolo Vites said...

o mia bela madunina......

milano ti accoglie, ti dà da vivere e in cambio ti ruba l'anima...

dovresti scriverci su una canzone sull'argomento

Anonymous said...

già: qual vantaggio avrà l'uomo...?

ma l'uomo è libero.
a milano l'anima può perderla...
o trovarla!
io la ritrovo spesso da queste parti, ma penso possa succedere ovunque.

per la canzone ci penzo
per ora mi riascolto quella di lucio dalla, e persino gli Articolo31

Fausto Leali said...

Ho sempre pensato che quello che manca a Milano, in fondo, é proprio il mare.
Quante volte affacciandomi per qualche istante sul parapetto della Darsena, mi é sembrato di vederlo là in fondo...
Insomma a volte penso anch'io che lavorerei volentieri in un bell'ospedalino in riva al mare in Liguria... ma Milano é la mia città e solo chi ci é nato riesce davvero ad amarla fino in fondo, quindi, come dice il Grillo parlante, guai a chi la tocca !!

Bellissimo post, comunque, grazie Paolo

Paolo Vites said...

...i'm speechless... dietro l'angolo di casa mia ha aperto un fornaio che fa una focaccia simil-genovese... quasi perfetta........
i fornai milanesi leggono il mio blog!?

Fausto Leali said...

Se vuoi completare il quadro, sappi che a Laigueglia non c'é uno straccio di panettiere che sappia fare una focaccia, né tantomeno il pane...
Invece dietro casa mia a Milano, il "forno delle fantasie" non é niente male (però é caro come un panettiere ligure, HAHA).

Ermanno Labianca said...

Beh, il fornaio sognato si è materializzato dietro casa tua. Ho dubbi che domani possa arrivare anche il mare ma è già un passo avanti.
In The River Springsteen cantava "is a dream a lie if it don't come true, or is it something worse?".
Meglio accontentarsi di piccoli sogni che inseguire in eterno quelli troppo grandi o, peggio, vivere di grandi bugie.
Tieniti stretta la focaccia, che al mare, a quanto pare, ci penserà un giorno tua figlia.
"Sail away, sail away, we will cross the mighty ocean into Charleston Bay".
Ti devo il primo utile input per il mio blog. Ora ti chiederò di insegnarmi a "caricarci" anche la radio, perchè quella tua di Mohammed è bellisssima e un po' ne sono invidioso.
Naturalmente la chiamerò Radio Nowhere, o forse Border Radio o.... vabbè...diamoci da fare!!

Ermanno Labianca said...
This comment has been removed by the author.
Ermanno Labianca said...

A proposito, ma te la ricordi Baker Street di Gerry Rafferty? Dovresti infilarla nella tua radio, come fosse un cero votivo in segno di ringraziameneto per quella che ora è diventata "la strada del panettiere".
Ascoltandola, e leggendo il testo, ti sorprenderai nel trovarci tanti riferimenti allo stato d'animo che riversi nel tuo "post" pieno di ricordi e di nostalgia.
Facci caso: Raffery parla di sbornie con cui attraversare la notte, di una città che ora "ti gela" (dopo averti illuso di poterti dare "ogni cosa") e di un'altra "piccola e tranquilla" in cui un giorno ritornare per "dimenticarsi di tutto".
Alla fine, ma guarda che curiosa coincidenza, il protagonista della canzone è paragonato a una "pietra che rotola" verso un "nuovo mattino".
Like A Rolling Stone e New Morning non sono titoli del buon vecchio Bob?
Baker Street mi è venuta in mente in questa alba da sonnambulo pensando al fornaio (ovviamente), l'ho ricanticchiata (e chissà se lo avrei mai più fatto nella vita) ed eccotela qua. Cose che possono succedere solo alle 6 di mattina, quando le bimbe ancora dormono e mi è persino possibile tirare fuori un vecchio album in vinile.
Just in time. Tra un po' la giostra riparte...

Windin' your way down on Baker Street
Light in your head and dead on your feet
Well another crazy day
You'll drink the night away
And forget about everything
This city desert makes you feel so cold.
It's got so many people but it's got no soul
And it's taking you so long
To find out you were wrong
When you thought it had everything

You used to think that it was so easy
You used to say that it was so easy
But you're tryin'
You're tryin' now
Another year and then you'll be happy
Just one more year and then you'll be happy
But you're cryin'
You're cryin' now

Way down the street there's a lad in his place
He opens the door he's got that look on his face
And he asks you where you've been
You tell him who you've seen
And you talk about anything

He's got this dream about buyin' some land
He's gonna give up the booze and the one night stands
And then he'll settle down there's a quiet little town
And forget about everything

But you know he'll always keep movin'
You know he's never gonna stop movin
Cus he's rollin'
He's the rollin' stone

And when you wake up it's a new mornin'
The sun is shinin' it's a new morning
You're goin'
You're goin' home.

(Gerry Rafferty, 1978)

Paolo Vites said...

hey grazie ermanno.. indovina dove ero io ieri... tutto il giorno sulla spiaggia di chiavari a prendere il sole, respirare aria pura e naturalmente mangiare focaccia...
Baker Street usciva fuori da tutte le radio quando ero un kid e la ricordo con affetto anche se, come gli Eagles, non era cool dire che ti piaceva GR.... e il testo è davvero splendido... thanx!

per farti la tua radio - che attendo con impazienza - vai qui http://www.projectplaylist.com/ e segui le indicazioni... basta tagliare e incollare il codice che ti verrà fuori alla fine della tua selezione nel layout del tuo blog...

Anonymous said...

ciao papi!!!
è vero Chiavari è bellissima ma in fondo lo è anke Milano...
Mi regali i cd dei tokyo hotel x Natale???
Cmq molto bello il tuo blog!
6 1 papà fantastico!!!!!!!!!
tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttb

Paolo Vites said...

TOKYO HOTEL??? CHI HA LASCIATO IL COMPUTER ACCESO??

figli.... :-)

Fausto Leali said...

Ho chiesto a mia figlia (11 anni) se conosceva i TOKYO HOTEL: si é illuminata e mi ha chiesto quand'é che gli procuro ADRENALINA di FINLEY.....

Ma cosa abbiamo fatto di male noi poveri dylaniati ?!!!

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