Wednesday, October 17, 2007

Trinity Revisited


Nel 1987 avevo smesso di ascoltare musica rock in modo serio e continuativo ormai da cinque, sei anni. Mi tenevo aggiornato – ovviamente – solo su due eroi che amavo troppo per lasciarli andare, Bob Dylan e Bruce Springsteen, anche se discograficamente erano messi male anche loro. Li andavo a vedere in concerto, naturalmente (e proprio in quel 1987 ebbi modo di vedere per la prima volta un altro eroe, Neil Young, in un concerto indimenticabile anche perché interrotto a metà da cariche di polizia e quant’altro).
Mtv non aveva ucciso solo le “radio stars”, come aveva profetizzato qualcuno, aveva anche ucciso la buona musica rock, riducendola a videoclip beoti per ragazzini storditi a base di synth e batterie elettroniche.

Nel 1987 però mi stavo anche riavvicinando alla musica rock grazie a un gruppi di amici del mio paesello natale che stavano cercando di sfondare nel mondo della musica (non ce l’avrebbero fatta, ma ci siamo divertiti un casino: no, io non suonavo, avrei dovuto essere il loro Jon Landau, ma finii la mia carriera quando li portai a suonare a un festival rock dove nessuno aveva pensato di procurare la batteria. Un giorno vi racconterò anche questo). Così sfogliando ancora con noia le riviste rock di allora, venni a leggere di questa giovanissima band canadese che aveva registrato un disco in un solo pomeriggio, e per di più dentro a una chiesa, a Toronto. Il nome era affascinante, Cowboy Junkies (“i cowboy drogati”), il titolo del disco anche, The Trinity Sessions, e poi facevano Sweet Jane dei Velvet Underground.

Lo presi, lo ascoltai, lo amai subito. Ci sarebbe voluto ancora un po’ per il mio ritorno totale alla musica rock, ma qualcosa era successo.
Era successo qualcosa anche per le acque stagnanti del rock, e pure Mtv dovette accorgersene, che si trovava a fare i conti nuovamente con una musica vera, capace di raccontare i tormenti dell’anima, le ansie dello spirito, recuperando la tradizione antica (canzoni di Hank Williams, I'm So Lonesome I Could Cry), vecchi brani popolari (Mining for Gold), dediche a fantasmi inquieti (Blue Moon Revisited (For Elvis)) e storie troppo belle per essere accantonate (quella Sweet Jane, rallentata in modo impossibile, diventava invece di un inno alla vita spericolata, una lugubre nenia che avrebbe fatto dire al suo autore, Lou Reed, “questa è la più bella versione mai fatta del mio pezzo”).
Trascendendo tempo e spazio, i Cowboy Junkies avevano fatto quello che ogni vero disco rock dovrebbe fare: si erano spinti “oltre”, mettendo in una manciata di canzoni il mondo intero.

Vent’anni dopo sono tornati sulla scena del crimine, è hanno reinciso l’intero disco ancora una volta in quella chiesetta di Toronto, con alcuni ospiti: Natalie Merchant, Ryan Adams e Vic Chesnutt.
Hanno filmato tutto e il risultato è nel bellissimo dvd (con anche un cd audio) Trinity Revisited, appena uscito.
Cantano e suonano ancor meglio, ma sono rimasti sempre gli stessi “dolorosi visitatori dello spirito” che erano vent’anni fa. E finalmente possiamo vedere quella misteriosa e affascinante chiesetta dove un giorno il rock era tornato a essere la più bella e inquietante espressione dell’animo umano che questi tempi moderni hanno saputo esprimere.

Forse il segreto di questa storia bellissima è racchiuso per sempre nelle mura della chiesetta. Come dicono loro: “We came, we played and the church did the rest”.

17 comments:

Anonymous said...

non ho mai capito quale sia il presunto peccato originale di synth e batterie elettroniche, sono solo un mezzo non un fine. con la chitarra elettrica si è fatta tanta pessima musica quanta quella fatta con i synth.
cmq bello quel disco dei cowboy junkies.

Anonymous said...

ho ascoltato "who knows where the time goes" nella tua playlist; davvero bella!ma chi sono loro? sono famosi? Ciao
Carlo

Fausto Leali said...

"The caution horses" é un disco che ho amato tantissimo :a distanza di anni torna ancora a volte sul piatto del mio giradischi (giradischi, non lettore cd :-) :-)

Bella la storia di Trinity Session.
Thanx

Paolo Vites said...

ho ascoltato "who knows where the time goes" nella tua playlist; davvero bella!ma chi sono loro? sono famosi? Ciao
Carlo

- mmm... Faiport Convention... diciamo il più importante gruppo folk-rock inglese--- diciamo il più importante gruppo inglese di sempre dopo beatles, rolling stones, who e clash? diciamo di sì, specie i Faiport con Sandy Denny, la miglior cantante inglese di tutti i tempi... oh, e poi c'era anche Richard Thompson alla chitarra, diciamo uno dei 5 chitarristi inglesi più importanti di sempre...

diciamo anche che uno che apprezza Springsteen dovrebbe conoscere i fondamentali del rock? :-)

Paolo Vites said...

che poi sono FAIRPORT CONVENTION... vedi a fare i saputelli...

Anonymous said...

saputello metti clash e who prima degli zep? che poi guarda caso sono l'unico gruppo al di fuori dei 'suoi' (fairport, strawbs e fotheringay) con cui sandy denny ha collaborato.

Paolo Vites said...

hai ragione... cancelliamo gli Who che in 40 anni hanno inciso solo un 45 giri degno di menzione e mettiamo su gli Zeppole

ps: non è 'lei' che ha collaborato con 'loro', sono 'loro' che l'hanno implorata di fare qualcosa insiene, btw

Anonymous said...

"diciamo anche che uno che apprezza Springsteen dovrebbe conoscere i fondamentali del rock? :-)"

Cavoli, hai ragione...devo proprio redarguirmi ;-) Diciamo che non mi sono mai interessato di gruppi inglesi,forse 'e per questo.
Gia che ci sono,volevo chiederti:avevi per caso scritto qlc articolo x l'uscita dell'ultimo di Tom Waits, Orphans (ormai un bel po di tempo fa)? Secondo me e' stupendo,in particolare il 2 disco.

Ciao

ps. chi ha fatto il saputello??

Paolo Vites said...

il saputello sarei io ovviamente... no, non ho mai scritto di tom waits, anche perché ho smesso di ascoltarlo dopo Blue Valentine, 1978....

Fausto Leali said...

comincia ad essere un po' troppa la gente che non ascolti più dopo gli anni '70.... non sarà un fatto anagrafico, alle volte ?

HA HA

Anonymous said...

stupendi cowboy junkies e pogues!
grazie per bingham (anche se da errore e non si può ascoltare).
cheers!

Paolo Vites said...

a me Bingham funziona... ogni tanto succede, riprova!

Kyle William said...

Cos'e' successo al concerto di Neil Young ?
Racconta please, mi sa che avevo sentito la storia ma non mi sovviene.

Paolo Vites said...

primavera 1987, il comune di milano organizza neil young and crazy horse gratis (!) - lo fa al vecchio palatrussardi, ovvio che si presentino migliaia e migliaia di spettatori, tanti che il palatrussardi non li contiene

quelli rimasti fuori cominicano a tirare sassi e a sfondare per entrare - la polizia, non sapendo cosa fare, getta lacrimogeni dentro al palatrussardi - ricordo di essere fuggito con un attacco di panico credendo di soffocare - neil young, anche lui in lacrime e con un fazzoletto sul viso sospende il cocnerto

fuori, cariche di polizia, e cariche di balordi che approffittano della situazione per creare casini

per fortuna sono gli anni 80 e non i 70, e la gente si disperde, molti vanno a casa

torniamo indietro proprio mentre neil young dice "noi non sosteniamo nessun partito politico, noi siamo qui solo per il rock'n'roll" e attacca una devastante Like a Hurricane che mi fa volare sopra il cielo di milano

che notte - io c'ero :-)

ps: le colpe? del comune di milano che doveva immaginare che un concerto gratis attira migliaia di persone; della polizia, che si dimostra incompetente di fronte a una situazione così; della gente, che pretende di entrare in un luogo chiuso ad ogni costo, anche se non ci sta più uno spillo

chi si è salvato quella sera? il rock'n'roll, che ha vinto su tutti

Kyle William said...

Gia', non il massimo della lungimiranza.(certo anche la Pula che lancia i lacrimogeni dentro al palatrussardi..)
Niente contro i concerti gratis ovviamente ma si possono sempre distribuire tagliandi.

Anonymous said...

diavolaccio, anch'io c'ero!
ricordo vetri in frantumi e un gran casino. e un neil young _veramente_ inkazzato!! spettacolo: a night to remember!!
giorgio

Stefano said...

1987

Come potrei non dimenticare quell'anno?

Nel 1984 persi per un soffio il mio primo concerto di Bob Dylan,mi rifeci alla sua seconda venuta in Italia,appunto nel 1987.

1987 Bob Dylan Tom Petty and Spezzacuori per il Temples Flames Tour.

Grande Bob Dylan con Tom Petty e Roger Mcguinn.

Tutti che hanno dato un impronta musicale negli anni 70 che ancora sopravvive.

(questo post so che non c'entra,o forse si)ma il 1987 e' legato al fatto che vidi Bob Dylan sotto il palco per la prima volta,a pochi metri di distanza,stavo alle transenne appoggiato e Dio sa cosa significa vedere Bob Dylan per la prima volta dal vivo.

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