Thursday, December 20, 2007

In questa notte splendida / 2

Ci aveva lasciati, lo scorso luglio, con l'implorazione "Milano, prega con me", durante un devastante e intesissimo concerto full band, nella cornice dell'Arena Civica, tra echi di CBGB's e cover hendrixiane. È tornata, in una fredda notte a pochi giorni dal Natale, per pregare davvero insieme a noi, questa volta nella bellissima cornice di uno dei tesori architettonici di Milano, la basilica di San Vittore.
Non so se è stato perché mi trovavo seduto a un metro e mezzo da lei – una volta tanto questo dannato mestiere è servito a qualcosa – con il suo sguardo carico di passione e tensione che ogni tanto incrociava il mio, non so se è stata l'ambientazione in cui ci trovavamo - alzavi gli occhi e vedevi le meraviglie lasciate in secoli di storia da un popolo che con queste chiese rendeva reale il proprio rapporto con Dio – ma credo sia stata la più appassionante esperienza concertistica della mia vita. E ho pianto, più di una volta, per la tensione e il carisma che sprigionano da una donna, Patti Smith, e che mi investiva con quelle "wave", le onde, che solo ora, trent'anni dopo, capisco cosa lei volesse dire quando lo cantava nel brano omonimo, una donna che è in grado realmente di fare di un concerto rock un momento di preghiera e catarsi religiosa.

"Quando dicevano a Elvis che lui era il re del rock'n'roll" ha detto prima di introdurre una deliziosa e tenerissima Blue Christmas che Presley rese famosa "lui rispondeva che c'è un solo Re, e sta lassù nel cielo". Quel brano, insieme a una incredibilmente pregnante O Holy Night, è stato la misura di uno show in cui si è celebrato il mistero del Natale, una incarnazione che sì, è possibile che passi anche attraverso il rock'n'roll: anche Because The Night, stasera, non era per niente fuori contesto. Helpless, di Neil Young, è stata dedicata allo scomparso marito Fred "Sonic" Smith, perché è questo che siamo, indifesi davanti alla vita che ci porta via i nostri cari, se il Mistero non ci soccorre. Il Mistero che Patti Smith, alzando le braccia verso la volta di San Vittore, ha invocato e pregato con voce straziata nel finale di una maestosa Dancing Barefoot: "Oh God, I fell for you....".

"La notte prima che Giovanni Paolo II morì, mi trovavo in Piazza San Pietro a Roma" ha detto a un certo punto. "Chiesi alla gente perché fissavano quelle tre finestre con la luce accesa nel palazzo del Papa. Mi dissero che lì c'era lui, il Papa, e che quelle luci si sarebbero spente quando lui fosse morto. Tornai la sera dopo, e quelle luci erano spente. Allora ho scritto questa poesia per Giovanni Paolo": Three Windows for Jean Paul II, liriche di dolcezza infinita, ci ha portati di schianto ai giorni antichi di St. Mark's Church, downtown NYC, dove la poetessa Smith muoveva i suoi primi passi nei primi 70, anche allora in una chiesa. E il viaggio, per lei e per noi, è sembrato finalmente concluso, una generazione perduta che sotto quelle tre finestre si è ritrovata.

Uscendo, stordito per la performance a cui ho assistito (sul piccolo palco solo lei, il bravo Tony Shanhan chitarra, voce e tastiere, e il bravissimo violoncellista Giovanni Sollima) vedo dei ragazzi accendere delle candele davanti a una piccola statua di un santo. Non so se è il santo protettore della gioventù, sotto cui una giovane Patti Smith era solita accendere candele qualche decennio fa, a St. Patrick a New York, ma so che Patti Smith questa notte ha acceso in tutti i presenti una grande candela: quella che illumina il Mistero.

12 comments:

Anonymous said...

sono contenta per te!, ma anche per me questo toglie oggi la ruggine dalla "molla" del desiderio, la molla che muove i gesti dela giornata.
thanks
anna

RagmanDrawcircles said...

Grazie paolo.
Patti smith e' impressionante. Di fronte a lei hai sempre l'impressione che potrebbe essere l'ultima cosa che fai, o --che fa lo stesso-- che non c'e' nient'altro che valga la pena se non gridare la propria domanda (a volte il dolore).
Ma ieri sera, cosi' vicina da scorgere i suoi occhi fiammanti dietro le tende dei capelli sciolti, mi e' capitata una esperienza nuova. Il grido, la tensione, sembravano al loro posto, sembravano sapere dove farsi ascoltare, o da chi, sembravano abbracciate dalla volta della Chiesa. Lasciando quindi una tensione serena.
thank God I was there!
rag

Anonymous said...

Concerto stupendo, da brividi. E' proprio vero, sicuramente questa volta il suo grido non è caduto disperato anzi è come se con ieri sera Patti abbia voluto dare un senso a tutta la sua opera trentennale.

Grazie Paolo per il tuo articolo, non ti voglio però disilludere...credo che Patti stesse guardando i miei occhi...

Buon S. Natale a tutti
Lorenzo

Anonymous said...

grande....
articolo e protagonista...
che invidia...
grande

grazie paolo

Anonymous said...

Luca

Fausto Leali said...

Leggendo queste righe cresce il rammarico per non essere stato presente, ma é grande la gioia che ciò che é accaduto si sia tramutato in uno sguardo capace di scorgere un Volto più grande di noi.

E questo - come raramente accade nei concerti, ma quando accade diviene esperienza indimenticabile - in un clima di reale comunione tra chi ha qualcosa di davvero grande da dire (la Patti Smith di questi tempi) e chi é pronto a raccogliere (un pubblico che, da quanto leggo, non é solo cassa di risonanza delle capacità di un artista).

Grazie e buon Natale a tutte/i

Paolo Vites said...

be'... una volta tanto non ho preso fischi per fiaschi, come diceva la mia mamma.. ho scaricato qui il concerto

http://www.dimeadozen.org/torrents-details.php?id=175876

risentendolo, confermo che qs è una delle più formidabili performance a cui ho assistito in 30 e passa anni di rock shows...
Patti non ha mai cantanto così bene... true spiritual rock'n'roll... the best

imperdibile

Fausto Leali said...

grazie Paolo ... un regalo di Natale !

renzo cozzani said...

io ero allo stesso concerto a Prato, in S.Francesco, anch'io per una fortunata circostanza a un metro e mezzo da lei...e sottoscrivo in pieno tutto quello che hai scritto, Paolo...un'esperienza memorabile e un grande dono che lei ci ha fatto

Anonymous said...

non ho mai visto patti smith e mi sarebbe davvero piaciuto ascoltarla quella sera. ma grazie per le tue parole, un po' mi hanno messo i brividi.

Paolo Vites said...

"I was in S.Peter Square the night before JPII died. And I was standing with the people and there was a light rain and all the people were looking at three windows. Each with a light. And I asked them: "Why are you watching these three windows?" And they said: "That is the apartment of JPII and when he dies the lights will go off".
The next day, when the lights went out, I wrote this poem" (Patti Smith)

THREE WINDOWS


In the garden of the fugitive 

he knelt singing

I am with thee

In his white cassock he cried

I pray for that brother 
who shot me
A black crucifix appeared 
as he lay dying
forgive me

I am one

Crepe streamed from three windows

a flag dropped bound in mourning

these words entered the heart

You have come the door is open
you will not find me
you will find my love

Anonymous said...

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