Wednesday, June 01, 2011

L'albero della vita

Ha fatto solo cinque film in quasi quarant'anni, ma gli appassionati di musica rock lo conoscono molto bene. Il suo primo film, il bellissimo Badlands - La rabbia giovane, del 1973, ha ispirato la canzone Nebraska di Bruce Springsteen. E' un personaggio davvero fuori dalla coglioneria del mondo hollywoodiano, Terence Malick. Ha concesso una sola intervista, nel 1973; non vuole essere fotografato; nel suo studio non entra neanche la moglie. Vi ricorda una celebre rock star? Esatto. Nel 2007 in realtà ha tenuto un incontro conferenza al festival del cinema di Roma dove ha citato più volte Totò. In ogni caso, neanche quella volta erano presenti dei fotografi. L'altra sera sono andato a vedere The Tree of Life, il suo ultimo film, che ha appena vinto la Palma d'oro a Cannes. Non vado quasi mai al cinema. Volevo beccare un po' di aria condizionata in una serata cambogiana, tipica di Milano. L'aria condizionata non c'era e in sala saremmo stati in dieci, quattro dei quali se ne sono andati via a metà film. In effetti anche a me diverse volte è venuta la tentazione di commentare con un "è una boiata pazzesca" degna della Corazzata Potiomkin di fantozziana memoria. Ma in realtà è un film straordinariamente bello, seppur difficilissimo.



Ci sono dentro molti elementi autobiografici in questo film: la città di Waco, Texas, dove Malick è nato; il riferimento al fratello morto suicida. La costruzione del film è assolutamente scioccante, con trasposizioni temporali, lunghissime pause, pochissimi dialoghi, flashback continui e finanche circa mezz'ora dedicata alla creazione del mondo, con tanto di dinosauri, scene che inevitabilmente rimandano a 2001: Odissea nello spazio. In mezzo, cori gregoriani, citazioni della Bibbia. E delle domande, Che poi è una domanda sola, la Domanda. Anche Brad Pitt, uno degli attori più insulsi del cinema, fa un figurone, per non parlare delle poche scene in cui si vede Sean Penn, che è sempre stato un grande attore. Lei, Jessica Chastain, la protagonista, è semplicemente fantastica.

La Domanda appare sin dall'inizio del film: una didascalia su fondo nero tratta dal capitolo 38 del Libro di Giobbe: «Dov’eri tu quand’io ponevo le fondamenta della terra? […] Mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio?». Poi la voce fuori campo di Jessica: "There are two ways through life: the way of nature and the way of grace. You have to choose which one to follow". Ci sono due modi di andare attraverso la vita, il modo della natura e quello della grazia. Devi scegliere quale dei due modi seguire. Che è molto Flannery O'Connor come modo di dire, ma anche un po' Johnny Cash. Ecco, il film è tutto qui. In che modo passare attraverso la vita. Nella storia dolorosa seppur bellissima della famiglia O'Brien, il contenuto stesso della vita. Come ha detto bene Leonardo Locatelli su IlSussidiario.net, "presenza di Libertà e Perdono possono invece riconciliare o - ancora - la domanda se anche nell’esperienza del Dolore e della Perdita (la figura di Giobbe torna non a caso all’interno del narrato) ci sia uno scopo che non è contro l’uomo e la riflessione sul Male («Può capitare a chiunque?» «Nessuno ne parla» «Perché essere buono se Tu non lo sei?»), che dapprima è mostrato come qualcosa da cui proteggere gli occhi dei più innocenti, per poi diventare un interrogativo sulle sue origine e natura e infine il realizzare che è una stortura che ci si porta addosso («Faccio le cose che odio») e che va confidata («Io sono cattivo quanto te. Sono più come te che come lei») e affidata per poter guardare - con ultima amicizia e prospettiva vera - persone e cose".

La risposta finale? E' nel Cuore dell'uomo, di ogni singolo uomo.

6 comments:

Maurizio Pratelli said...

direi imperdibile

Cirano said...

Grande personaggio, ottimo regista, ma stavolta ha mancato in qualcosa.....devo digerirlo....

Anonymous said...

Io amo Terrence Malick.

I suoi mondi "semplici".


Francesca

anna said...

mi aveva inquietato troppo l'anteprima... ma ora andrò!
thanx
: )

Paolo Vites said...

il film è talmente incasinato che a bologna in un cinema per errore hanno trasmesso prima il secondo tempo e poi il primo e nessuno ci ha fatto caso

Anonymous said...

Ieri sera sono finalmente riuscita a vederlo.

E sono molto felice.
Non è poi così difficile...



Francesca

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