Friday, July 08, 2011

Soul Singing, dieci anni dopo /Summer festivals


(Foto di Paolo Brillo)

Vigevano, Dieci giorni suonati, 7 luglio

Dieci anni dopo esatti, e sono sempre uguali, non invecchiano mai. A vederlo da vicino però fratello Chris ha qualche pelo bianco che spunta sul barbone. Li ho visti in concerto a ogni cambio di chitarrista: nel 1996 quando ancora c'era Marc Ford, nel 1999 e 2001 con Audley Freed e ieri sera con Luther Dickinson. Nel mezzo , mi sono perso il tour con quel ragazzetto alla chitarra, tale Jimmy Page, ma gli era venuto il mal di schiena e annullarono la già annunciata data al Forum. Li ho intervistati tutti e due, Chris durante il suo momento mod, capigliatura alla Rod The Faces Stewart; Rich serafico hippie zen come è sul palco. In entrambe le occasioni erano accompagnati dallo straordinario drummer Steve Gorman, sorta di portavoce ufficiale dei due fratelli che come ogni buon fratello si stanno un po' sulle palle.


(Foto di Fabio Baio Baietti)

Ieri sera a Vigevano hanno fatto un concerto cortino per i loro standard, solo un'oretta e mezza, ma quella italiana era la prima data del nuovo tour (che poi dovrebbe essere il loro ultimo ma chi ci crede, si sono sciolti e tornati insieme un infinito numero di volte) dopo sei mesi di assenza dai palchi, avevano bisogno di rodarsi di nuovo. Niente set acustico per noi, dunque, come accade negli altri spettacoli del tour, e scaletta facile, greatest hits, nessuna delle formidabili cover che sono soliti fare. Io speravo in Willin', ad esempio. Ma pur di vedere i Black Crowes dal vivo, va bene tutto. Sono ancora la più straordinaria american rock'n'roll band esistente (subito dopo, come impatto live, solo i Wilco), "The Most "Rock n' Roll" Rock n' Roll band on the Planet" come si diceva di loro a inizio carriera. E anche se Luther Dickinson ieri sera non mi ha fatto proprio impazzire (troppo tecnico, continuo a preferire il periodo Marc Ford), tanto che Rich che di solito è abbastanza in ombra ieri notte a Vigevano ha invece tirato fuori un paio di assolo spaccacuore, è stato uno spettacolo da paura.


(Foto di Fabio Baio Baietti)

Ad esempio la lunghissima suite cosmica di Wiser Time, cominciata con lungo solo di piano elettrico, proseguita con scambi tra Luther e Rich (che qui ha dato il meglio), mentre Chris se la godeva ballando e sballando per conto suo. Ma ci sono stati tanti momenti da brivido: l'inno dell'anima, Soul Singing, e la bordata hard rock finale di Remedy, da ammazzare anche le ultime fottute zanzare che ci hanno devastato per tutta la sera (non ci sono zanzare così bastarde come a Vigevano). Mi è piaciuto il faretto blu psichedelico puntato sulla folla per tutta Wiser Time, quasi un modo per unire nella luce band e spettatori e a far volare tutti verso mondi sconosciuti a noi umani. Sebbene il tasso sonico dei BC mantenga sempre presenta una componente hard rock, non c'è nessun'altra band in America capace di coniugare l'essenza di Grateful Dead, Allman Brs Band e The Band come loro. Anche gli Stones ovviamente, che come sanno tutti erano di London, Nebraska. La più pura e autentica "american cosmic music".


10 comments:

Andrea said...

Anch'io continuo a preferire di gran lunga Marc Ford...
Ma il combo Black Crowes ad ogni modo è sempre una garanzia.

Vado a vederli a Londra e Amsterdam.

Poi vi dirò com'è stato.

Rock On.

SigurRos82 said...

Concordo, peccato per la durata. Però sono una forza della natura O_O

"non ci sono zanzare così bastarde come a Vigevano": LOL, ma quanto hai ragione :D

Ciao ;)

Anonymous said...

Concerto insopportabilmente corto...Non so se per scelta loro o per solita incapacità italiana di organizzare eventi musicali. Se dovevano smettere a mezzanotte potevano pure farli iniziare prima ed evitare l'aperitivo con l'autore che ad un concerto rock c'azzecca come i cavoli a merenda.
Ho ancora nel cuore le tre ore e mezza della Dave Matthews Band a Lucca...altra cosa
Una cover a dire il vero l'hanno fatta, e per me è stato l'apice della serata: Poor Elijah con Cris alla chitarra!
Un saluto
Roberto Bolaño

Anonymous said...

Ottimo anche l' opening act di Paolo Bonfanti, ha tenuto alto il "tiro", non era facile..

L

Paolo Vites said...

ho cercato di spiegarlo nel testo: la scelta di suonare solo un'ora e mezza è stata loro, essendo il primo concerto dopo sei mesi. non centrano gli organizzatori italiani

Anonymous said...

Beh! Allora sono stati poco professionali. Se penso che allo stesso prezzo ci saranno persone che si beccheranno tre ore di musica con set acustico, un po' mi girano!
Sono i Black Crowes, mancano da anni e stanno per prendersi una pausa, avrebbero potuto metterci un po' più di cuore e di voglia.
Ripeto: DMB a Lucca e Wilco a Ferrara (gli unici due gruppi dal vivo stanno nell'Olimpo insieme ai Corvi) non si erano affatto risparmiati.
...scusate, mi serviva un luogo dove sfogarmi.
Ciao
Roberto Bolaño

Paolo Vites said...

figurati, sei il benvenuto. Ps: spesso l'Italia è usata come banco prova da molte star internazionali

andrea said...

The southern harmony and musical companion penso sia stato il loro album migliore. E guarda caso alla chitarra era appena entrato Marc Ford.
Li ho visti una infinità di volte ( ma non ieri sera, sigh!). Confermo che sono la più grande r'n'r band degli ultimi 20 anni e che dal vivo sono davvero impressionanti.

Euterpe said...

Era la prima volta che li vedevo e li seguo dall'uscita di Shake your money maker.
Oggettivamente li ho trovati anch'io un po' freddini anche se non ho nulla da eccepire sulle esecuzioni.Stasera torno a farmi divorare dalle zanzare della Lomellina ci sarai anche tu?

Paolo Vites said...

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