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Due strofe, due ritornelli (nel secondo dei quali ci si concede il lusso di cambiare qualche verso, a dilatarne l’espressività in una ipotesi di infinitezza apparente, perché la storia è invece tutta qua, non ha vie di fuga), un'intensità con pochi, pochissimi paragoni. “Casey si unisce al suono ingannevole della gente silenziosa”, per le strade dove l’umanità si perde e disperde ogni giorno che Dio manda in terra e chissà quante storie dolorose ognuno si porta appresso. Come diceva Giorgio Gaber, bisognerebbe sentire tenerezza per quell’uomo che ci cammina davanti: “Avete mai visto le spalle di un uomo che cammina davanti voi? Io le ho viste. Sono le spalle comuni di un uomo qualsiasi. Ma si prova una sensazione simile alla tenerezza. C’è tutta la normalità umana. La fatica quotidiana del capofamiglia che va al lavoro. I piaceri di cui è fatta la sua precaria esistenza”. Invece guardiamo altrove, alla pozzanghera sul marciapiede.
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3 comments:
-la radio accesa-se vieni a San Francisco metti un fiore tra i capelli-infilai una mano in tasca,tirai fuori un'altra di quelle bottigliette.Liquore dolce ma meglio che niente. Mi ci attaccai,poppai,poppai, e eccoci arrivati a Los Angeles.All'inferno.(Bukowski)
Ti ricordi quando la cantò a Vigevano?
Mannaggia...
Francesca
come si fa a dimenticare
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