Friday, September 07, 2012

Expecting rain


Sin da quando, alla fine degli anni 70, ebbi modo di sentire le prime note della sua chitarra e della sua voce, le canzoni di Mark Knopfler, con o senza Dire Straits, nella loro stragrande maggioranza, hanno per me sempre evocato la pioggia. Quella di Londra, soprattutto. A quei tempi Londra era esclusivamente il Big Bang per me, e non sapevo manco che ci piove quasi tutto l'anno, ma quella immagine di grigiore, marciapiedi bagnati, luci fioche sono immediatamente scattate in me. Non sto dicendo di una visione negativa, pessimista o fallimentare che quelle musiche suscitavano in me. Tutt'altro: la pioggia mi ha sempre suscitato una immagine consolatoria, perché la dove piove, c'è anche una casa, o anche soltanto un pub, che ti aspettano caldi per tirare via il freddo e l'umidità.



A Londra poi nel corso degli anni ci sono stato dozzine di volte e devo dire che sono sempre stato piuttosto fortunato: raramente nei miei soggiorni londinesi ha piovuto. A parte una folle e devastante notte in cui in acido vagavo tra Carnaby Street e Soho cercando un locale misterioso dove ero convinto avesse suonato Nick Drake e che finalmente trovai ormai completamente zuppo: sicuramente in quel buco nascosto nel vicolo più stretto di Soho, Nick Drake doveva averci suonato. O fu solo l'effetto dell'acido a convincermi di ciò.

Tutto questo per dire che anche il nuovo, bellissimo disco di Mark Knopfler, Privateering, comincia con una canzone bellissima che mi ha subito evocato le strade del West End bagnate di pioggia. Knopfler non ha mai fatto disco da solista brutti, il mio preferito rimane Shangri-La, ma questo nuovo - addirittura un doppio cd - è un capolavoro, diviso in parti uguali in torridi Chicago blues elettrici e in delicate ballate di celtic folk, di country blues. Su tutte un pezzo che per me è già la nuova Fairytale of New York dei Pogues. Si intitola Radio City Serenade ed è un'ode delicata e commovente ad altre strade, quelle di New York, che è facile immaginare bagnate anch'esse di pioggia appena Knopfler comincia a cantare, e dedicata anche al Radio City Music Hall, il più leggendario posto di musica della Grande Mela, quello a cui Woody Allen dedicò parte del suo bellissimo Radio Days.

Così, mi viene da pensare: in contemporanea Bob Dylan e Mark Knopfler sono usciti in questi giorni con i due dischi più belli dell'anno. E fra poco, negli Stati Uniti, si ritroveranno di nuovo a fare concerti insieme. Quali magie dell'altro mondo sapranno evocare in quelle notti, con questi brani nuovi da proporre? E soprattutto, quanta pioggia sapranno evocare?

4 comments:

Skywalkerboh said...

Essere fan di Artisti come questi è un Privilegio

enzo curelli said...

Condivido le tue belle parole. Questo è il Mark Knopfler che preferisco. Penso sia il suo miglior disco solista.

Laura said...

a hard rain's gonna come...e che tutta la pioggia sia solo di musica

Anonymous said...

Grandissimo disco, per me tra i migliori dell'anno, a presto Paolo, Marcello

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