Saturday, May 02, 2009

Paura

Quando ero un bambinetto - late 60s, early 70s - anche a casa mia c'era un mangiadischi. Invenzione formidabile, seppure non certo per audiofili. Devo averlo spaccato a forza di infilarci i 45 giri che trovavo in famiglia. Fra tutti, i miei preferiti erano Lisa dagli occhi blu di Mario Tessuto - credo - e Pensiero d'amore di Mal. Le ascoltavo per ore, e manco sapevo cosa volesse dire innamorarsi, tantomeno le pene d'amore. Cioè: a dire il vero qualcosa avrei dovuto saperlo quando, in quinta elementare, mandaii un bigliettino a una ragazzina della mia classe con scritte le parole della vergogna, "Ti amo". Lei si alzò, andò dritta dritta dalla maestra e consegnò il bigliettino maledetto. Mi fecero anche l'esame dattilografico, lettera per lettera, per vedere se le calligrafie corrispondevano. Sentenza: "Lo dirò a tua mamma, cosa fai invece di pensare alla scuola". Eppure, non ho mai odiato quella ragazzina. Ho odiato piuttosto me stesso per aver mostrato la mia fragilità.
E nonostante ciò, ancora non associavo le canzoni alle pene d'amore. Semplicemnte mi piaceva tanto Pensiero d'amore.

Poi scopersi un'altra canzone, di cui non potei più fare a meno. Non la capivo. Ammazzarsi per una delusione d'amore? Belinate. Erano il "suono" e quella "voce" ad affascinarmi a fondo. Quell'inizio straniante, con la mano che picchia la cassa della chitarra, come un suono che provenga da lontano, prima morbido, poi sempre più secco, incalzante. Straniante e fastidioso. Poi la voce, che univa tenerezza e malinconia dell'altro mondo. E ancora non sapevo cosa fosse la malinconia. Oppure sì. Ce l'avevo dentro senza saperlo e qui trovavo la corrispondenza anelata. Le pause: "Adieu - pausa; che succederà?. Niente, c'è insistenza invece subito dopo: "adieu adieu adieu". Come dire: è proprio così. E quindi lo svolgersi della melodia più bella che avevo mai sentito "adddddio al mooondo". Come solo Domenico Modugno sapeva fare.

Ma soprattutto, ecco cosa mi aveva sempre attratto a Vecchio frack. La paura. Quella "canzoncina" faceva paura. Anni dopo scopersi la paura nei dischi di Bob Dylan, Jim Morrison e tanti altri. A cosa serve una canzone se non ti mette addosso paura? A nulla. La paura ti costringe a porti domande, e cosa è la vita senza domande, anzi senza "la domanda"? Nulla.
Ascoltata oggi, Vecchio frack mette ancora paura.

5 comments:

laritorna said...

Nella nebbia dei ricordi della mia cameretta in via Ronchi a Milano, quando fui emigrante insieme alla mia famiglia, scorgo la presenza di un giradischi a valigetta, un Geloso, sul quale io, figlio unico, passavo vecchi 45 giri e nuovi singoli che mamma mia comprava al posto dei soldatini. Avevo 4 o 5 anni, ti parlo della fine degli anni '60. Ero affascinato ed esaltato da questo strano oggetto. Più di tutti ascoltavo un brano di Michele: "Susan dei Marinai" e già capivo la storia di una donna che si offriva alla ciurma con amore, come quelle signorine che passavno la sera ad aspettare i clienti sotto casa mai. Ma quello con ricordo con maggiore intensità era il senso di esclusione per una passione, la musica, troppo "adulta" per i miei compagni di asilo o di elementari. Mi esaltai per un brano dal titolo "Pop corn", uno dei primi strumentali elettronici. Ne volevo fare partecipi i miei compagni, portai così ilvinile all'asilo dalle suore, perchè pensavo in un ascolto collettivo. Fui punito per quel gesto da degenerato ed il 45 giri mi fu sequestrato. Rimase in me, fino ai trent'anni la voglia di rendere partecipi gli altri della musica che amavo, desiderio sempre frustrato dalla "maggioranza". Ora mi chiamano nelle scuole, per fare lezioni di storia della musica e, pensando a quei tempi, mi prendo una piccola rivincita. (PS il Penny io lo avevo blu...)

antonio lillo said...

modugno è un grande ma la tua definizione di "paura" (che se non sbaglio avevo già letto da qualche parte anche nel libro su dylan) credo che si possa e debba usare per ogni forma d'arte... se fa "paura" ok, se no non c'è...

Paolo Vites said...

certamente

Il Grillo Cantante said...

Hi bro, I think you should definetly write a book on Italian music too.
I think there are so many things you could help people to see...
think about it
:-)

Maurizio Pratelli said...

grande canzone, ne ero affascinato, non ricordo se con "paura" ma non l'ho mai dimenticata

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