Saturday, October 02, 2010
Americana Made in Italy
Chi mi conosce sa che sono un talebano (del rock). Italiani che suonano il blues? Ma per favore. Manco Eric Clapton ha mai fatto del blues (ha fatto grandissima musica, ma era la musica di Eric Clapton). Giapponesi che fanno rock'n'roll? Uh. Il problema non è una capacità tecnica, o un comune sentire del cuore e dell'anima. Il problema è che per fare una certa musica, si deve essere cresciuti nel contesto culturale e sociale in cui detta musica è nata. L'ho già detto, ma se un simpatico cittadino del Nebraska facesse un disco di cori degli alpini, gli direi bravo perché i canti degli alpini sono bellissimi, ma andrei a recuperare un disco della SAT. Anche se questa estate ho sentito dei ragazzi dell'Uganda cantare straordinariamente bene dei canti alpini. Vabbè. Ne riparleremo.
Il fatto è che sto ascoltando un disco che mi piace moltissimo. Musicisti italiani che fanno le canzoni di Bruce Springsteen. Ricordo anni fa una recensione sul Mucchio Selvaggio di Tunnel of Love, forse scritta dallo stesso Ermanno Labianca, che cominciava più o meno con un "Eravamo venuti per ballare e lui - Springsteen - ci ha rimandati a casa". Era il primo disco di Bruce dopo i bombardamenti "bombastici" tutti muscoli e Cadillac ranch che era stato il periodo Born in the Usa, e questo se ne usciva con un disco di canzoni tristi e sussurrate. Insomma, Springsteen insinuava l'idea che sì, forse eravamo nati per correre, ma non per vincere. Crisi fu, per i fan, ai tempi. E' un po' quello che mi viene in mente ascoltando For You 2 - A tribute to Bruce Springsteen, un doppio cd di cantanti e band italiane che fanno pezzi di Springsteen, prodotto dal sempre geniale Ermanno Labianca (a cui va un plauso speciale: in un periodo storico in cui le case discografiche chiudono per fallimento e i dischi non li compra più nessuno, lui che fa? Apre una casa discografica, la Route 61 Music, e pubblica dei cd. Uào, congrats, che coraggio). I più attenti ricorderanno il primo volume di questa serie, uscito nell'ormai lontano 1995.
For You è un disco, come viene definito sulla cover, di "Americana made in Italy", altra genialata di Ermanno, perché mi costringe a fare a pugni con la mia idea di musica, come dicevo in apertura. Comunque, se ravate venuti per ballare con le note travolgenti di Born to Run, ve ne tornerete invece a casa con note malinconiche per poche chitarre acustiche, molto pianoforte e voci in perfetta "tristitudine" come la chiamo io. I tempi sono cambiati, e gli italiani devoti a Bruce lo hanno capito: ecco un disco tributo nella chiave di Tom Joad e di Devils & Dust. E' il risultato è davvero affascinante.
C'è veramente della gran bella musica qua dentro. Qualcuno va sopra le righe, vabbè è naturale, e non starò a dire chi. Starò a dire invece che sono colpito dalla bellissima versione solo voce, pianoforte e chitarra elettrica di Radio Nowhere di Daniele Groff - lo intervistai una quindicina d'anni fa quando uscì il suo primo disco e poi ne ho perso le tracce, bello ritrovarlo qua. Una versione veramente da paura, che rende tangibile, addirittura più dell'originale, quell'american night e la sua disperante solitudine di cui si cantava nel pezzo originale. Mi diverto un casino con i rumori sonici delle chitarre di tale PJ Faraglia (chi sarà mai?) che rilegge strumentalmente State Trooper e Cadillac Ranch. Mi commuovo con uno dei miei springsteeniani favoriti di sempre, Lorenzo Bertocchini, alle prese con una struggente Be True e una altrettanto malinconica Sherry Darling. Mi si apre il cuore con un Luigi Mariano che giganteggia con una versione in italiano di Matamoros Banks - e qui sì che canti degli alpini e canzone americana potrebbero diventare una cosa sola. Mi sorprendo con Brando che rifà in vena rockabilly-dark Johnny Bye Bye. E tanto altro ancora, da Francesco Lucarelli con Tomorrow Never Knows che diventa uno scintillante bluegrass, alla straordinariamente bella Land of Hopes and Dreams dei Mardi Gras. Un sacco di belle canzoni e un sacco di buona musica. Lunga vita alla Route 61 Music. Che sia solo l'inizio.
Per ogni info su Route 61 Music, questo cd e altri, andate qui: http://www.foryouspringsteen.com/
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8 comments:
Grazie,
PJ Faraglia (cioè Piergiorgio Faraglia)
Essere "talebani" nel mondo musicale fa bene, se no si diventa come Mollica, che al TG1 parla bene di tutti :)
Luca
Personalmente trovo questa versione di Radio Nowhere la cover migliore di una canzone di Bruce dai tempi di quella incredibile Jackson Cage per sola voce e chitarra fatta da John Wesley Harding.
"La gente credeva di ballare e invece lui li ha mandati tutti a casa". Quella bellissima recensione di Tunnel of love era di Mauro Zambellini, ma la frase che l'apriva era di Dan Zanes, voce e leader dei Del Fuegos.
una gran bel viaggiare sulla route 61!
Tra poco ci scrivo sopra anch'io.
Peccato che le cose migliori le hai già scritte tu :-)
Gran disco, comunque
un italiano che suona il blues?
Francesco Piu !
Segnati questo nome ;-)
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