Sunday, March 06, 2011

There's more to the picture than meets the eye

"L'uomo che non ha musica in se stesso, che l'armonia dei suoni non commuove sa il tradimento e la perfida frode. Le sue emozioni sono una notte cupa, i suoi pensieri un Erebo nero. Alla musica credi, non a lui"
(W. Shakespeare, da Autoscatto in 4/4)



Le vie del rock'n'roll sono infinite. Più di vent'anni fa queste vie mi portavano sulle rive di un lago a cercare una rock'n'roll band sconosciuta che aveva la sfrontataggine di fare in Italia quello che si fa in America. Il motore dei Rocking Chairs era questo stantuffo umano, gigantico e gigantesco, che suonava poderose note di basso. Per anni, poi, l'ho visto dagli schermi di Mtv e di cento altre televisioni a dare quintalate di carisma alla band del rocker di Correggio, e ogni volta che le telecamera lo inquadravano, la sua faccia scolpita nel rock'n'roll rubava la scena al leader della band. Il rock'n'roll è fatto anche di attitudine. C'è chi ce l'ha e chi non ce l'ha, l'attitudine.

Le vie del rock'n'roll mi hanno portato a rincontrarlo una freddda sera di inverno fuori di un localino dalle parti di casa mia. Ed è stato come se vent'anni e più non fossero mai passati. Con certa gente non c'è bisogno di frequentarsi, perché lo spirito viaggia parallelo anche a centinaia di chilometri e di esistenze lontane una dall'altra. Ogni volta è come se fosse oggi e lo ieri è dietro l'angolo. Domani, invece, è un tempo troppo lungo da venire.

Adesso sfoglio il suo libro, Autoscatto in 4/4 e penso, accidenti ognuna di queste parole le avrei potute scrivere io. Anzi no, che Antonio "Rigo" Righetti è un musicista e io no. Ma la sostanza è quella. Ci ritrovo dentro tutte le mie parole preferite, ad esempio Mistero, e scritto con la M maiuscola. Ci ritrovo dentro tutti i miei eroi amati, Jack Kerouac, Elvis, Bob Dylan (definito "Voce di uno che grida nel deserto": well fuckin' genius, Mr. Rigo!), accidenti anche Bruce Springsteen che ormai non amo più ma lo ho amato parecchio. E Joe Strummer. Joe fuckin Strummer. Poi cita anche Shakespeare e allora Rigo is my man. Ci trovo dentro un sacco di foto bellissime, le mie preferite sono quelle di un letto sfatto, che potrebbe essere il letto di un motel la mattina dopo un paio di ore di sonno tra un concerto e l'altro o quello di casa sua. Che i letti sono tutti uguali e il letto sfatto testimonia sempre di un'altra maledetta notte che in un modo o nell'altro, in un posto o nell'altro, siamo riusciti a sconfiggere.

Ha fatto il libro che ho sempre sognato di scrivere, Rigo, e senza neanche che ne avessimo parlato. Non è una coincidenza. Non c'è una trama ma dei flashback. Pagine vecchie ma nuove di On the Road, storie di eroi del rock, quelli citati e altri, raccontate in modo avvincente, come dovrebbero essere sempre raccontati questi personaggi cioè come gli eroi di un romanzo. Fanculo quelle cazzo di biografie da saputelli senza cuore. E poi lui che racconta di sé, della musica, che prova a sondare il mistero insondabile della musica. Anche di tecnica si parla, e i ragazzi che vogliono fare musica invece di guardare X Factor farebbero meglio al leggersi questo libro. Pardon, Mistero si scrive sempre con la M maiuscola.

E c'è anche un cd insieme a questo libro e per quanto dura questo cd è come entrare una sera al Fillmore West nei suoi giorni di gloria e non uscirne più. E' una lunga jam, condotta da musicisti straordinari ed è un locale italiano ma questa è America. Brani suoi e qua e là riprese di classici, come Papa Was a Rolling Stone, Folsom Prison Blues, Heartbreak Hotel, tutto senza pausa, come essere in trance, tra due chitarre (Andrea Garbo, talento del nord est che vedrei bene nei Black Crowes tanto per dirne una) che dialogano tra dosi di wah wah e svisate sanguinanti, e quel basso che pulsa inarrestabile. E tutto quanto. Mistero. Accidenti, Rigo, mi hai scritto il mio libro.

5 comments:

Anonymous said...

Grande Rigo!

Skywalkerboh said...

Questa recensione CANTA

:)

Maurizio Pratelli said...

il 23 marzo c'è il liga day! :-)
che dice di quell'altro grande interista di graziano romani?

chiara said...

You nailed it, again :)

b o s c o p a r l a n t e said...

Dai... un libro non è mai solo uno...!
:-)

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