Sunday, April 03, 2011

Sunday Morning Music - E' troppo tardi per fermarsi, adesso

E' incredibile come uno dopo l'altro alcuni dei momenti più epici e trascendentali della storia del rock finiscano per emergere anche come documentazione filmata. Da un certo punto di vista, questi episodi rappresentano il Sacro Graal di ogni appassionato di musica rock. Quando uscì il documentario di Martin Scorsese dedicato alla vita di Bob Dylan, nessuno avrebbe mai pensato di vedere con i propri occhi il momento più drammatico e incandescente della storia del rock, lo scambio di battute fra uno spettatore e Bob Dylan sul palco della Free Trade Hall di Manchester nel 1966, e di vedere Bob Dylan dire alla propria band, "Play fucking loud!". Il grido definitivo del cuore del rock. E' accaduto, e quel filmato esiste, adesso.

Ma c'è un altro Graal che, per quanto ne so io (invito fan di Van Morrison a smentirmi, e li supplico se in possesso di adeguato dvd a mandarmene una copia: pago) ha visto la luce da poco. Su Youtube, la data di caricamento di questo filmato è il gennaio 2011. Si tratta dell'esecuzione di Cyprus Avenue, durante uno dei concerti del 1973 dai quali fu tratto uno dei più grandi dischi dal vivo di tutti i tempi, It's Too Late To Stop Now, di Van Morrison. Ebbene il titolo del disco è preso proprio dalla frase che lo straordinario Van di quei tempi là, in totale trance mistico-cocainica-musicale pronuncia al termine di una formidabile esecuzione di quel brano: è troppo tardi per fermarsi adesso!. Il grido di tutti quelli che sono stati sopraffatti dalla musica e non ne possono più farne a meno.

Ho visto Van Morrison in concerto innumerevoli volte, a partire da tre concerti nel 1991 in apertura di altrettanti show di Bob Dylan. L'ho visto nell'intimità del piccolo Rolling Stone, l'ho visto a Dublino. Ebbene, non ho praticamente nessun ricordo di questi show, a parte un Van Morrison che ghigna come un ubriaco di Grafton Street seduto sullo sgabello della batteria, al Rolling Stone. Il fatto che non ricordi praticamente nulla la dice lunga, di concerti che non mi hanno lasciato niente. Ma nel 1973 Van Morrison è il più grande performer del mondo. Impossibile immaginarsi Bruce Springsteen, ad esempio, senza questo Van Morrison. Un interprete da paura, una forza scatenata dell'anima, il più grande interprete bianco di musica soul. Questo filmato lo documenta tutto. Le interazioni con i musicisti, le improvvisazioni, le risate aperte degli stessi musicisti nessuno dei quali ha idea di dove Van Morrison voglia portarli, totalmente incapsulato nel suo viaggio musicale. La bambina, probabilmente sua figlia, che sale sul palco e tranquillamente partecipa alla performance senza che nessuno dica nulla. Lui, Van, che fuma una sigaretta, l'aria di chi sa che sta per esplodere in qualcosa di impossibile. E' troppo tardi pe fermarsi adesso.



Non c'è nente da fare. Se pensiamo che negli anni 70 sono state pubblicate documentazioni di eventi live come appunto questa, il live al Fillmore East della Allman Brothers Band, Hard Rain di Bob Dylan, e poi anche se pubblicati postumi, eventi live dei Led Zeppelin, Springsteen e altro ancora. Insomma, è evidente che qeulli sono stati gli anni definitivi della musica dal vivo. Perché quegli artisti erano giovani, certo erano ubriachi e fatti di cocaina, ma quando si è giovani quelle sostanze si portano bene e spaccano il muro della musica. Erano lì per sfidare se stessi e vedere se era possibile fermarsi, oppure no. Oggi sono tutti dei tranquilli professionisti, si sono fermati, ma soprattutto è impossibile ritrovare sul palco di chi è venuto dopo di loro lo stesso grido del cuore: è impossibile fermarsi adesso.

Ps: all'inizio il filmato, dopo circa un minuto e mezzo, riparte daccapo, ma poi la performance va avanti fino alla fine.

Pps: Della serie, in Italia si arriva sempre per ultimi. Un amico inglese mi ha detto che questo show è stato trasmesso sulla Bbc qualche tempo fa, dunque non si tratta di una scoperta archeologica di valore, nel mondo (della musica) che conta, era già noto. Si tratta di un concerto al Rainbow di Londra del 24 luglio 1973.

19 comments:

Frank said...

WOW! 'z 2 lateeeee! WOW!

Paolo Bassotti said...

Che hai trovato, Paolo, grazie mille! "It's Too Late" è l'album live che amo di più. Al secondo posto metterei proprio "Dylan 1966". Ora ci vorrebbe qualcuno con un video di Sam Cooke che canta Bring It On Home To Me all'Harlem Square Club e siamo a posto.

Anonymous said...

Io non so se è vero o meno, ma mi hanno assicurato che la maggior parte degli show a winterland e al fillmore sono stati anche ripresi.

Se fosse vero potrebbe saltar fuori un bel po' di roba interessante, no?

stefano moroni

antonio lillo said...

fighissimo!!! (e anche completamente strafatto, devo dire) però che forza! nulla a che fare col van di oggi...

Skywalkerboh said...

Son d'accordo anche io sul fatto che gli anni '70 hanno dato il meglio per quel che riguarda i LIVE.
Non c'erano ancora i synth e il giocherellare di troppi artisti degli anni '60 era sparito.

Morrison è un semidio come pochi (il Dio nacque a Duluth, come sappiamo)

;)

Skywalkerboh said...

*abbiano (e non "hanno"), scusate

hazel said...

Esagerato! E' che la roba era di prima qualita' al tempo.

Paolo Vites said...

ho trovato questo, del fillmore, però è del 1970. comunque è una figata anche qs

http://www.youtube.com/watch?v=2_yQX7Eo3B8&feature=related

Maurizio Pratelli said...

infatti l'ultima volta che ho visto van era bolsissimo. si fosse fermato in tempo...

mario said...

Sentito e visto Elliot Murphy a Pavia sabato scorso nella piccola bomboniera di Spazio Musica, forse c'e ancora speranza nel credere che davvero la musica rock é la cosa più onesta che esista oggi, grazie a persone magiche come Elliot.

luciano said...

Ho visto anch'io diverse volte Van Morrison (credo quattro: una in piazzetta Reale a Milano con Georgie Fame, una in apertura di Dylan all'allora PalaTrussardi, una al Palalido e una - addirittura - a Lorient, ad un festival interceltico, nell'estate dell'88 in compagnia dei Chieftains) e fatico a ricordare alcunché di quei concerti. Quello del filmato è evidentemente era un lontano parente di quello che ho visto io. Ma credo che l'esecuzione di Caravan accompagnato da The Band e inclusa in The Last Waltz fosse già un prezioso documento di cosa era capace di fare costui. Che aveva trent'anni o giù di lì e ne dimostrava il doppio, ma era comunque un fenomeno....

Paolo Vites said...

sì anche quella caravan è semplicemente straordinaria

Anonymous said...

Fantastico Van!! L'ultima volta l'ho visto al Conservatorio di Milano ed è vero che era bolso, ma se penso alle versioni di "Baby blue" del nostro o di "And the healing as begun", mi viene ancora la pelle d'oca!! Come pure per "Summertime in England" fatta l'11 giugno 83 al vecchio teatro tenda di Lampugnano, ho il poster in sala, biglietti a 12.500 lire presi da Carù, penso fosse la prima volta che veniva in Italia, magia pura! Grazie Paolo, Marcello

Paolo Bassotti said...

Non so se siete d'accordo, per me Caravan è il momento migliore del concerto di The Last Waltz.

Paolo Vites said...

il momento migliore di un sacco di momenti migliori :-)

Anonymous said...

van ... è sempre stato il mio preferito, finchè non ho ri-conosciuto dylan ... e in un certo senso lo devo a van - li ho seguiti tutt'e due fin dai primi anni '70, ma mi sentivo più affine al rosso irlandese (per un po', anche lui, un capolavoro dietro l'altro) e l'ho anche visto un po' di volte dal vivo, sempre a milano; l'ultima volta allo smeraldo e veramente era un po' imbolsito: è arrivato dall'Irlanda in aereo, ha fatto il concerto e subito dopo è ripartito sempre in aereo - al concerto fatto insieme (metà tempo per uno, con incursioni nel set dell'altro) a dylan (biglietti comprati a sorpresa dalla mia futura moglie) devo la mia ri-scoperta di dylan: un concerto rock da paura (a detta degli esperti uno dei suoi meno belli, eppure per me cambiò tutto / alcuni anni prima mi ero innamorato di street legal / ma torniamo a van: il concerto che ricordo con più piacere è stato il primo; non ricordo la location, ma so l'anno (1983) perchè facevo il servizio militare e scavalcai il muro della caserma per andare al concerto - ricordo tre bellissime coriste, Mark Isham alla direzione musicale, lui non ancora statico come negli anni a venire (anche se certo non dinamico come mei primi anni '70) e un'interminabile ed ispiratissima Summertime in England, giocata a call and response con Pee Wee Ellis / lo stesso anno vidi Mink De Ville ...
/ è vero che i primi anni della vita di un'artista sono quelli nei quali fanno i loro più "urgenti" concerti dal vivo, e in questo senso penso che questo sia vero anche oggi - poi, certo, un conto è essere giovani negli anni settanta e un conto esserlo adesso

Paolo Vites said...

grazie per qs splendidi racconti

jesus's inferno said...

magico van.. io sono in fissa in questi giorni con astral weeks

jesus's inferno said...

volevo farti sentire questo..

http://www.youtube.com/watch?v=uvBW9XRefuo

dulli con i twilight singers qualche anno fa..

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