I don't like opera and I don't like ballet
And new wave french movies, they just drive me away
I guess I'm just dumb, 'cause I knows I ain't smart
But deep down inside, I got a rock 'n' roll heart
Yeah-yeah-yeah, deep down inside I got a rock 'n' roll heart
(Lou Reed)
A lanciare la provocazione, in realtà non molto originale, è stato un articolo di Repubblica: il rock è morto. Immediatamente si è scatenato il dibattito a livello nazionale, sui social network e siti vari manco fossimo alle prese con una nuova manovra del governo Monti. In realtà, vale la pena dirlo anche se in pochi se ne sono accorti, l'articolo faceva riferimento a un pezzo pubblicato a ridosso del Capodanno dal New York Times che introduceva il concetto, però legandosi - come in effetti ha molto più senso - alla realtà musicale americana.
"The year when rock just spun its wheels", l'anno in cui la musica rock ha bruscamente cambiato direzione. Il quotidiano americano lamentava che nel 2011 non si era assistito a nessun grande disco a opera di gruppi o solisti rock, un universo, si diceva, quello rock, in crisi come nessun altro. L'articolo di Repubblica cavalcava invece il concetto di mancanza dalle classifiche di dischi o singoli rock, a cui verrebbero preferiti Lady Gaga o artisti hip-hop.
Inoltre, a fronte dei nuovi movimenti di protesta come Occupy Wall Street, nessun artista rock era stato in grado di produrre un inno generazionale, chessò una - a caso - nuova Blowin' in the Wind (che peraltro Bob Dylan non scrisse per alcun movimento particolare, ma solo per se stesso, ma questa è un'altra storia). La musica rock in definitiva si sarebbe ridotta a riciclare se stessa senza più produrre novità esaltanti e di conseguenza verrebbe ignorata dalle masse.
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5 comments:
Paolo, standing ovation.
Una risposta di grandissima classe al cumulo di banallità di repubblica e mediatrek.
...diamo a questo scritto la visibilità che merita!!!
Creatività a tutti i costi, originalità, non sono sinonimo di qualità, concordo.
Passione, desiderio, cuore, cozzano con mercato, denaro.
A volte sarebbe meglio tacere, ma c' è sempre chi si beve certe idiozie.
Bravo Paolo.
Francesca
bello, e come vorrei che anche andare al lavoro fosse come scrivere o suonare una canzone rock! così come hai scritto...
Credo che in passato il Rock fosse un fenomeno che veniva su dal basso, dalle persone, non dalle case discografiche.
Non si scriveva per qualcuno o qualcosa; erano i movimenti di pensiero (che eventualmente potevano diventare, successivamente, di protesta) a dettare note e testi..
La "musica", oggi, mi pare nasca dalle esigenze di mercato che impongono gusti e metodo di pensiero fino ad inaridire la cultura stessa che ne nasce.
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