Sunday, March 25, 2012

Tommy, can you fucking hear me? I want to be free

Che ci fa tutta questa gente in mutande maglietta e scarpette da tennis in giro. Che ci faccio io in giro a quest'ora che non so neanche che ora sia. Non mi sono mai sentito così un alieno in mezzo a queste famigliole sorridenti mi fa male la testa ho voglia di vomitare e vorrei sapere davvero che ore sono e cosa hanno da essere così felici con quelli stupide tutine da ginnastica da cui fuoriesce un ventre esagerato e un culone altrettanto esagerato.

La cazzo di ora legale e io che sto andando in ufficio un'ora prima ovviamente. E la loro Stracazzodistramilano. Noia e fastidio. Se solo potessi tornare dove ero ieri sera. Ma non si può. No. Che delusione.

Sarà stato il fatto che ero seduto quattro file davanti al palco, proprio in centro davanti al microfono e che Roger Daltrey più di una volta mi ha buttato gli occhi nei miei occhi, behind the blue eyes. Sarà stato che venivo da un cazzo di sabato di lavoro e andavo verso una cazzo di domenica di lavoro per cui due ore di musica quasi quasi poteva esserci anche Massimo Ranieri sul palco che sarebbe andato bene. Sarà stato che non ho mai visto gli Who in concerto e che Tommy come tutte le opere rock non mi era mai piaciuto granché e l'avevo sempre considerato una di quelle uccisioni pseudo intellettuali tipicamente inglesi del vero rock'n'roll.

Sarà stato che è stato davvero un concerto della madonna. The kids are alright.


Ero andato senza aspettative e per due ore mi sono sentito libero, come Tommy: I'm free, I'm so fucking free.

Sebbene potesse sembrare, come qualcuno ha detto, di assistere al concerto del cantante degli Who con una cover band (fossero così fottutamente fighe le cover band, cazzo che assalto sonoro da paura ieri sera) e che lui che aveva promesso di morire prima di diventare vecchio, era invece un vecchio meraviglioso di 68 anni che ne dimostrava 40 (senza tingersi i capelli, prendano nota certi rocker che vogliono sembrare per sempre giovani) e continua a cantare, ho capito davvero perché Tommy è stata una delle pagine della musica rock più devastanti e perché hanno cambiato la storia di questa musica e del mondo moderno.


Se mai un disco ha dato il senso dell'aspirazione alla libertà totale, e per il tempo che dura quel disco ti fa credere di essere veramente libero, quel disco è Tommy. Capisco perché la sorella di William in Almost Famous gli aveva detto di ascoltare Tommy con una candela accesa e avrebbe visto il suo futuro: Listen To Tommy With A Candle Burning, And You'll See Your Entire Future


Roger Daltrey con la compagnia di un Pete Townshend più giovane di vent'anni (no, era il fratello di Pete, Simon, che gli assomiglia incredibilmente) ha rilasciato ieri sera un concerto di una intensità straordinaria. Prima tutto Tommy, con immagini psichedeliche sullo schermo e una rappresentazione senza sbavatura alcuna. Solo la voce a volte ovviamente faceva fatica a raggiungere certe vette. Poi una seconda parte di concerto all'insegna del divertimento totale, compreso un medley di canzone di Johnny Cash. E ovviamente quei pezzi che tutti aspettavamo: Who Are You, I Can See For Miles, The kids are alright, My Generation, Behind Blue Eyes, Baba O’ Riley e una travolgente ferocissima cazzutissima Young Man Blues (ovvio che era incazzato: decenni fa scrisse queste parole: “Oggi sono i vecchi ad avere in mano tutto il denaro mentre i giovani non hanno nulla in questo mondo”. E' la canzone del fottuto spread come solo il rock sa essere profetico). E in quel momento eravamo tutti a Leeds, a registrare ill più grande disco rock dal vivo di sempre.


Ha finite, questo stupendo working class hero, il concerto da solo sul palco con un ukulele come ormai sembra sia l'ultima moda del rock. Ma ci stava, ci stava quella dolcezza finale per dirsi addio. Non prima di aver commentato: un tizio mi ha detto che alla mia età per mantenere la voce dovrei cantare con un tono più basso. Gli ho risposto: hai mai ascoltato gli Who? Come cazzo si fa a cantare le canzoni degli Who a tono basso?? Bisogna urlare!. Maledetti ragazzini punk, ma come si fa a salire su un palco dopo aver visto gli Who?


Mi rimane come forse mai prima in vita mia dopo un concerto una sensazione di dolore e di angoscia. Forse perché raramente a un concerto rock avevo toccato così fisicamente il senso di libertà, di essere libero e adesso è già tutto finito. La droga finisce, l'alcol finisce, il sesso finisce anche la musica finisce. Quello che rimane sempre è la rottura di palle. Perché questa cazzo di vita ci fa desiderare e sfiorare l'impossibile per poi lasciarci con un mucchio di mosche in mano? I don want to hang up my rock'n'roll shoes: che altro può fare un ragazzo di 68 anni se non cantare in una rock'n'roll band? Invidia fottuta.

5 comments:

Anonymous said...

"And freedom tastes of reality"

Sono un' indovina, eh, eh, eh...
E pensa che ieri mi sono sparata a ripetizione questa versione

http://youtu.be/TzlRsLMVgs8

Potenza della mente.

Francesca

Anonymous said...

Ah, e l' atletica leggera non è male, sai?


Francesca

Laura said...

neanch'io sopporto bene i runners,
e anch'io penso che un uomo può essere giovane senza tingersi i capelli...
ma ieri sera il costo dei biglietti mi ha tenuta lontana da quel concerto.

però, però, la musica non finisce. la sua eco continua nel cuore

Lori said...

Io ero in seconda fila. quello che hai scritto è tutto quello che ho sentito. Questo concerto ha risvegliato qualcosa che si era assopito ma che era lì, in attesa. Forse proprio la voglia di sentirsi liberi nonostante tutto
... e la musica non finisce, perchè da sabato sera non riesco a smettere di sentirla e di cantarla...
Grande Roger, grandi The Who... grazie!

Anonymous said...

Mi sono ricordata che anche "il maledetto ragazzino punk", che salì sul palco con la sua band dopo The Who a New York nel 1982, era un maratoneta.
Vabbè, un po' sui generis... :-)


Francesca

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