Thursday, October 04, 2012

In missione per conto di Joe Strummer

Certi fan della musica rock, come dice spesso Francesco De Gregori, sono un po' dei talebani. Personalmente li definirei più vicini a certa tifoseria calcistica. Nel senso che vivono di etichette e regole non scritte, dove non bisogna mai trasgredire alla regola del "fandom", ovvero la mia squadra è migliore della tua e tanto basta. Così è anche con i musicisti rock. Il caso di Jakob Dylan è emblematico: per il fatto di portarsi cotanto cognome, l'ultimo della nidiata del massimo cantautore di tutti i tempi non si sarebbe mai dovuto permettere di fare il musicista anche lui. Addirittura, ci fu qualcuno che gli rimproverò di usare il nome "Dylan". Lui, poveretto, rispose che suo padre, nato Zimmerman, da decenni aveva cambiato dal punto di vista della legge il suo cognome in quel modo per cui non poteva certo assumere a sua volta un altro cognome che non fosse il suo naturale.




Ma nonostante queste spiegazioni, Jakob per molti rimane un usurpatore. E poco importa che nella sua ormai ventennale carriera non abbia mai inciso una canzone che ricordi in qualche modo quelle del padre. Anzi, per anni si è nascosto all'interno di una band dove nonostante fosse il cantante e l'autore totale dei brani, i dischi erano denominati con il marchio "The Wallflowers". In un mondo, quello musicale, dove di nuovi Dylan e plagiatori vari è pieno, l'unico che non ha mai copiato Bob Dylan è proprio Jakob.





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1 comment:

anna said...

grande!!!

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