Saturday, July 05, 2008

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Non c'è un motivo particolare per questo post, se non quello di aver trovato queste due splendide foto di Guy Clark e Townes Van Zandt da qualche parte nella rete. Ho avuto modo di vederli dal vivo nella prima metà degli anni 90, ben diversi dai ritratti che appaiono qui. Guy Clark invecchiato malamente, una performance stentorea, difficile da seguire. Townes, due anni prima di morire, addirittura incapace di salire sul palco da solo, perso nella sua mente abusata da troppe bottiglie che blaterava storie senza senso e cantava pochissimo.

Ben diversi da quel giovane affascinante che si vede in questa foto insieme alla sua compagna, o dal tenero padre di famiglia che tiene in braccio con orgoglio e dolcezza suo figlio. Si dice sempre che gli abusi e gli eccessi appartengono al lato selvaggio del rock'n'roll, eppure anche questi eleganti songwriter, autori di alcune delle più intense ballate dei 70s, hanno bruciato il meglio delle loro vite sulla corsia di soprasso. Il male di vivere appartiene a tutti, evidentemente.

La sera che si esibì Guy Clark, per dare una mano all'amico che aveva organizzato il concerto, ero al banco del merchandising a vendere anche i cd di Guy. Ne vendetti diversi e alla fine della serata il figlio tutto contento per ringraziarmi mi disse: "Lo vuoi l'ultimo cd di mio padre con il suo autografo?". Be', diavolo, il leggendario Guy Clark.... devo avere quel disco autografato ancora da qualche parte. L'amico Alessandro "Paramount", invece, lo trovammo disteso da qualche parte: aveva preso alla lettera la lezione di questi beautiful losers, qualche bottiglia di troppo. Tenendosi la testa fra le mani, si lamentava: "Cazzo è tutta la vita che aspettavo di vederlo in concerto e mi sono così ubriacato da aver perso tutto lo show"...

Di Townes, l'amica che lo accompagnava nel suo tour italiano, mi raccontò invece questo episodio. Andando al luogo del concerto, a Genova, passarono davanti a una chiesa. Townes si bloccò, si mise in ginocchio e cominciò a pregare. Forse sentiva che era già il tempo di bussare alle porte del paradiso. Se ne sarebbe andato, in silenzio, il mattino del primo gennaio di due anni dopo. Trying to get to heaven before they close the doors...

2 comments:

Yanez said...

Strano, Alessandro "Paramount" bevuto a quei tempi, stento a crederci, ora si'ci crederei.
besos Lu

ciciuxs said...

az Paolo mi fai passare per un ubriacone......
beh, in effetti ho vaghi ricordi di quella sera e ricordi chiari dell'hangover del giorno dopo grazie alle schifezze ingurgitate. Oggi almeno so scegliere quello che bevo e l'hangover del giorno dopo non so più cosa sia!

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