Wednesday, July 16, 2008

Il giudice e la ragazza

Tutto quello che i media non dicono:

http://vinoemirra.splinder.com/post/17779187/Le+spine+di+Eluana

E a questo oggi aggiungo un nuovo link. La persona che parla sa cosa sta dicendo:
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=3876

“Lasciamo che la natura torni a fare il suo corso, fermiamo l’alimentazione forzata”. Mi sono venute in mente le mie figlie, quando avevano pochi giorni e pochi mesi: quella che si dà a un neonato è alimentazione forzata. Se lasciassimo fare il corso della natura, i bambini morirebbero di fame e di sete. Ma non cambia di molto anche per noi adulti: ogni giorno dobbiamo “forzarci” di mangiare, perché se ci lasciamo andare al corso della natura, per noi è la fine.

Questo vuol dire in maniera inconfutabile che l’uomo è essere dipendente. Non si fa da solo. Ha bisogno dell’altro. Se l'altro lo lascia alla natura, muore. Non siamo padroni della vita, anche quando si manifesta in circostanze apparentemente assurde come questa. La vita non è una selezione per chi ha diritto di viverla perché "sano" e chi non ne ha diritto perché "diverso".
E mai si mettano la vita e la morte nelle mani di un giudice. Uno Stato che non si prende cura dei deboli, non è più uno Stato. È la fine.

16 comments:

Francesco said...

Non sono molto d'accordo sulla tua frase "ogni giorno dobbiamo “forzarci” di mangiare, perché se ci lasciamo andare al corso della natura, per noi è la fine."

Sono piuttosto dell'idea che mangiare sia seguire il corso della natura, non il contrario (digiunare e lasciarsi andare). Quello si che sarebbe contro natura. Siamo stati fatti (non so bene da chi e come) per alimentarci, non per restare a secco.

Paolo Vites said...

esattamente: da piccolo è un altro che deve nutrirtiperché da solo non sei in grado di farlo, da grande sei in grado di farlo da solo, ma devi compiere una azione volontaria. mangio, così non muoio.

allora come si fa a dire che lasciare che la natura faccia il suo corso è sospendere il nutrimento?

mi sono espresso male, scusa.

Anonymous said...

"L'interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti, può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente"

dal "Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica" di Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, 28 giugno 2005


Tommaso.

Anonymous said...

Se poi vogliamo sostenere che un tubo di gomma ficcato in gola per sedici anni non è una "procedura medica" ma una cosa "naturale"... mah.

Tommaso.

Paolo Vites said...

mia madre nei suoi ultimi anni di vita era così incapace di intendere e agire che doveva essere nutrita a flebo e cucchiate in bocca. forzatamente. è una procedura medica o naturale?

Gattosecco said...

All'epoca della vicenda Welby mi schierai apertamente con lui (e ancora lo faccio), perchè solo chi si trova in quelle condizioni sa cosa vuol dire vivere una vita come quella. La sua era una disperata implorazione e nonostante il buonismo di chiunque in questi casi, la realtà era che lui e chi come lui affronta queste vicende si trova nella solitudine più nera o cpn l'apporto di poche persone che spesso sono costrette dagli eventi.

Il caso di Eluana invece mi sembra davvero differente. Memore di quello che passò Terry Schiavo, una agonia lunga e dolorosa come questa non ha senso. Soprattutto considerando che non sappiamo realmente quali sensazioni si prova in uno stato catatonico come questo. Il rischio di far morire atrocemente una persona senza che questa abbia la possibilità materiale di comunicarcelo è altissimo.

Un altro discorso a parte si potrebbe sollevare per tutte quelle persone che affrontano queste situazioni, o hanno delle persone che vivono con malattie rare ed altamente invalidanti. L'indifferenza di persone ed istituzioni a volte è sconcertante, per cui non mi sorprende che alcuni siano poi portati a scelte estreme. La mente umana sotto pressione non è un giocattolo perfetto, anche per questo giudico con cautela estrema perchè è difficile dire come potrei comportarmi in una situazione del genere.

Gattosecco said...
This comment has been removed by the author.
Paolo Vites said...

d'accordo con te gatto, credo su tutto. E' proprio la solitudine dei malati e dei parenti che spinge a gesti estremi. una volta esisteva in italia "l'ospedale degli incurabili", dove ci si prendeva cura di queste situazioni. oggi la cultura dell'accoglienza e della carità si è persa nelle tangenti.

Anonymous said...

"mia madre nei suoi ultimi anni di vita era così incapace di intendere e agire che doveva essere nutrita a flebo e cucchiate in bocca. forzatamente. è una procedura medica o naturale?"

...........

Non capisco come si possano mettere le due cose sullo stesso piano.

Imboccare e somministrare con buon senso delle cure è sì una procedura medica, ma umana, pietosa e (permettimi) cristiana.

Tenere in funzione con mezzi meccanici un corpo, il ridurre la vita ad un impietoso meccanismo fisiologico senza dignità e memoria, trovo che non abbia nulla a che fare con la cultura dell'accoglienza e della carità.

Cosa c'è di naturale nel legare i limiti della vita al progresso scientifico?

Guarda che io non ho risposte, mi spaventa la facilità con cui tanti parlano di "testamento biologico" (redatto quando si è sani) ed eutanasia, ma allo stesso tempo mi spaventa anche questo mettere la vita biologica anche se ormai priva di vita al di sopra della dignità della persona.

Per quanto riguarda il caso in sé, è vero non sappiamo se Eluana soffirà ma non sappiamo nemmeno quale inferno possono essere stati per lei questi sedici anni.
E' atroce che il padre debba farsi carico della decisione della morte di sua figlia, ma mi pare altrettanto atroce non fare nulla per mantenersi l'anima candida, lasciandola in balia di un sondino.

Tommaso.

Anonymous said...

Nessuno sa cosa sia il coma, scienza compresa. Chiesa compresa. Tutti sanno cosa significhi vivere sedici anni, non tutti sanno cosa sia vivere sedici anni sdraiati su un lettino di ospedale: solo pensarci fa rabbrividire. Forse, chi è in coma, o la sua mente, vive in un mondo perfetto, magari, sogna. Magari, addirittura, è in contatto con l'Assoluto. Immaginiamo però per un istante solo il suo corpo: e non diciamo nulla.
Immaginiamo però il suo Padre terrestre, l'uomo che se ne sta prendendo cura da sedici anni, l'uomo che vede realmente quello che accade, l'unica persona che la ama e la amerà per sempre: forse l'unico, che a dispetto di tutte le teorie, le parole, le sentenze, i giudici, ha avuto a che fare con la sua vita e l'ha vista prima e la vede ora: sicuramente ciò che ha mosso e muove ogni suo gesto e le sue decisioni è qualcosa che appartiene solo a pochi uomini: la compassione.


Senz'altro c'è una persona, suo Padre, che la accudisce da sedici anni.

Davide8 said...

Sarò off-topic e un pò qualunquista, ma che bel quadro che hai scelto!
viva Kaspar Friederich!
un abbraccio
d

Paolo Vites said...

neanche io ho delle risposte, mi sembra che i commenti suggeriscano il punto più importante: che la vita è un mistero, e allora chi si assume la responsabilità di fare sentenze dovrebbe andarci molto più che piano.

sicuramente il padre si è preso cura di lei; ci sono le suore che la accudiscono da anni e che sono disposte adesso a continuare a prendersi cura di lei.

infine tommaso, rileggiti bene il link che ho segnalato, soprattutto qs punto:

"Un macinino grande come il telefono di casa provvede a regolare l’idratazione e l’alimentazione.

Nessuna necessità che agisca in modo continuativo. C’è chi usa il biberon.

Il sondino nasogastrico è certo fastidioso a lungo andare. Un sondino per PEG sarebbe altrettanto efficace e meglio tollerato.

Non sono le macchine a prendersi cura di Eluana, sono le persone che vivono con lei. La mamma di Chiara (guarda il video sopra) afferma: siamo noi il sondino di Chiara."

Anonymous said...

Esiste un diritto di morire? No.
Altrimenti qualcuno mi spieghi perchè se vediamo uno che si vuole gettare da un ponte facciamo di tutto per impedirglielo e salvargli la vita?
Forse esiste un diritto a soffrire il meno possibile. Quindi dei medici e non dei giudici dovrebbero stabilire quando c'è accanimento terapeutico.
E quando c'è accanimento terapeutico si può scegliere di interrompere le terapie e far soffrire meno il paziente. Questo dice il catechismo.
Ma non è il caso di Eluana. Lei non ha spine da staccare, non è attaccata a nessuna macchina, le viene solo dato da bere e il nutrimento, nutrire un malato non è certo accanimento terapeutico.
Curare gli ammalati è un atto di pietà umana. Una società che li uccide mi fa orrore.

Anonymous said...

Michele, direi così anch'io,
Paolo, grazie per queto post che non lascia finire la giornata senza riaprire la lacerante domanda di verità e giustizia che ho dentro

Anonymous said...

chapeau Paolo,
ancora una volta, esulando da questioni musicali, punti il dito su cose toste, che (come leggo) hai vissuto con una parente stretta...
non so dove sia la verità... credo che ogni caso sia a sè stante e vada valutato vivendolo....
politica (che fissa le regole), magistratura (quando chiamata ad applicarle), religione (che anche troppo si cura di fare politica)... tutte si occupano della vita...
ma è vero che è facile dall'alto del parlamento, del tribunale, o dell'altare... dire la propria

bisogna viverle le cose


Luca Skywalker

Anonymous said...

All'interno del mondo cattolico stavolta non si è levata neanche una voce di dissenso..i soliti noti,magari..
E invece no:stavolta eravamo tutti d'accordo. Sapete perchè? Non possiamo correggere la parola di Cristo...
""Poi il Re dirà a quelli della sua destra: "Venite, benedetti da mio Padre, entrate nel Regno preparato per voi fin dall'inizio del mondo.
Perché avevo fame, e voi mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato dell'acqua, ero straniero e mi avete ospitato nella vostra casa,
ero nudo e mi avete dato dei vestiti, ero malato ed in prigione e siete venuti a trovarmi!"
"Queste persone giuste risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando mai eri straniero e ti abbiamo aiutato? O eri nudo e ti abbiamo dato degli abiti?
E quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?"
"Ed il Re risponderà loro: "Quando lo avete fatto anche per l'ultimo di questi miei fratelli, lo avete fatto per me!"
"Poi dirà ai malvagi alla sua sinistra: "Andatevene, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli;
perché avevo fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da bere,
ero straniero e non mi avete dato ospitalità, ero nudo e non mi avete dato dei vestiti, ero malato e in prigione e non siete mai venuti a farmi visita!"
"Allora quelli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato, straniero o nudo, malato o in prigione, e non ti abbiamo aiutato?"
"Ed egli risponderà: "Tutto quello che non avete fatto per aiutare anche l'ultimo di questi miei fratelli, non l'avete fatto neanche per me!"
"E questi se ne andranno nella punizione eterna, mentre i giusti entreranno nella vita eterna".
Ciao Paolo. Sei un grande

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