Wednesday, May 20, 2009

Hate & War (ammazza la colomba)

Qual è, secondo te, l'eredità della Woodstock generation?
"Troppi morti per droga"
(Chrissie Hynde all'autore di questo blog, durante una intervista tenuta nel 1999)

Oddio. Non ci posso credere. Uno si distrae due giorni e poi scopre che il giornale dove lavora dedica 12 pagine e la copertina ai 40 anni di Woodstock, pace amore & sti cazzi. I tre giorni che hanno cambiato il mondo. La nascita di tutti gli ideali di fratellanza, libertà e mia sorella. I figli dei figli dei figli dei fiori al potere. Tipo quello là della Microsoft. Che figata. E ancora adesso paghiamo il prezzo per tutte quelle minchia di hippie band che si stonavano prima di salire sul palco e hanno inventato il concetto di "jam music" - non per scelta artistica, ma solo perché erano così fatti che non riuscivano a capire che l'assolo di chitarra andava avanti da 35 minuti e loro pensavano fossero solo 35 secondi. Qualcuno avrebbe dovuto dire una volta a Jerry Garcia che la chitarra, non la sapeva suonare.

Quando ho sentito parlare di Woodstock la prima volta, erano passati sette anni da quell'agosto 1969. E già si celebrava, nei cinema tutti lì a far finta di essere nella fattoria di Yasgur. Ho odiato subito Alvin Lee e il suo pallosissimo assolo "più veloce del West". E la faccia da ebete di John Sebastian e quei bambinetti nudi che scorazzavano nel fango. Ancora adesso penso che l'unico momento degno di musica fosse stato quando Country Joe McDonald mandò a 'fanculo mezzo milione di persone perché erano troppo fumati per rispondere al suo - quanto mai appropriato - fuck cheer. No, be', dai, anche Joe Cocker non era male. E Sly Stone, soprattutto perché era del tutto fuori contesto. Infatti al cine quando toccava a lui uscivano tutti fuori. Jimi Hendrix e la sua chitarra-mitragliatrice mi rompeva. Jimi Hendrix, posso dirlo?, mi ha sempre un po' rotto le palle.

Un giorno io e un mio amico che aveva una casa uber figa, sulle colline sopra Chiavari, una autentica villa degna di Malibu, ci chiudemmo lì con l'dea di fare tre giorni di pace amore & musica, forse era il decennale di Woodstock. Ora, a parte che le ragazze non c'erano per cui il punto B era già più che una ipotesi e che il massimo di stupefacente era pillole per il mal d'auto ingollate con dosi massicce di Coca Cola tanto che nei successivi 30 anni non ho mai più vomitato in automobile, di musica ci rompemmo dopo un pomeriggio. L'obbiettivo era ascoltare per intero il classico triplo padellone di Woodstock, un disco al giorno, ma optammo per Patti Smith e Bob Dylan. Comunque il giorno dopo tornarono a casa i suoi genitori.

Quando si festeggiò il 25ennale, nel 1994, era appena nata la mia prima figlia. Avevamo preso una casa in Brianza, in mezzo ai boschi, e ascoltavo la diretta su Radio Rai. Cioè, fecero suonare anche Zucchero. Però ovviamente, ci fu anche Bob Dylan: "Ladies and gentleman, we waited 25 years for this.... Eccerto. Perché un milione di pirla andò a Woodstock nel '69 solo perché lì ci abitava lui, che pensò bene di stare chiuso in casa con il fucile caldo a puntare il primo hippie che fosse passato di lì (Chronicles, Bob Dylan). Momento migliore del festival (a parte Dylan): i Metallica e i Green Day che buttano zolle di fango sul pubblico.

Del trentennale me ne sono sbattuto altamente, ma ricordo con piacere che alla fine i "kids" diedero tutto alle fiamme. Ottimo lavoro ragazzi. Non oso pensare se faranno il concerto anche per il quarantennale, ma se hanno avuto il coraggio di festeggiare i 40 anni della Summer of Love, che sembrava il raduno dei partigiani il 25 aprile (senza offesa per i partigiani), tutto è possibile.

Mi sono accorto di aver fatto anche io la mia celebrazione per i 40 anni di Woodstock. Patetico. Sì, mi sta sulle palle Woodstock e tutta l'ipocrisia che rappresenta. Che il mondo sia migliore grazie agli ideali di Woodstock, è una palla colossale. Ditelo a chi ci ha creduto fino in fondo a quegli ideali, sempre che sia ancora vivo. O anche a chi ci ha creduto di striscio. Girate l'angolo e ci troverete Altamont. Charlie Manson era già lì, ad aspettare. Ma soprattutto non sopporto Woodstock per aver dato il via alla moda dei festival, che odio più degli spaghetti annacquati che fa mia moglie. Sono passato nel corso degli anni,come livello di tolleranza per un posto dove sia umano ascoltare musica, dalle 60mila persone che ci possono stare in uno stadio alle 50 che tiene La Casa 139 di Milano, al momento il mio posto ideale dove ascoltare un concerto. Ma d'altro canto non se ne scampa, da qui al ferragosto 2009. Escono e usciranno libri a ripetizione, si ristampano dischi e si espandono i dvd con ore di filmati inediti, se ce ne fosse stato alcun bisogno. Mostre in ogni sottoscala cittadino. Si fanno nuovi film per celebrare lo spirito della Woodstock Nation. Meglio andare a rinchiudersi in qualche discoteca di Rimini. Oh, e Jam il mese prossimo compratelo lo stesso anche se si parla di Woodstock.

29 comments:

Blue Bottazzi said...

Jerry Garcia non sapeva suonare la chitarra?
Jimi Hendrix ti rompe le palle?
Alvin Lee Going Home non ti piace?
Woodstock ti sta sulle palle?

Beh allora almeno tu sei fortunato di vivere in questi anni zero!

;-)

Paolo Vites said...

:-)

silvano said...

Non pensavo che uno come te se la sarebbe mai presa con le celebrazioni di un mito dei nostri tempi. Ne faranno la celebrazione con una puntata speciale di Xfactor, poi Amici ed infine Porta a Porta, e che non si dica che il rock è morto.
;)

Paolo Vites said...

bruno vespa era a wodstock!

Spino said...

ok cmq il nuovo film di Ang Lee me lo vedo lo stesso :P

Anonymous said...

finalmente uno che non sopporta i festival!!!
ma come si fa ad ascoltare la musica...
se voglio gente sporca e sudata che mi si struscia addosso salgo su un bus all'ora di punta!

Maurizio Pratelli said...

Ma sei un grande! Se rischi il linciaggio ti faccio da scudo o ti do rifugio a Torno! Mi fai impazzire quando scrivi di pancia, non la contieni nemmeno se ti promettono dylan sui ciotoli di chiavari e beth orton sull'entella. be forse per beth....
Sei troppo snob :-)

Anonymous said...

Sicuramente quando c'è stata Woodstock, negli Stati Uniti il sessantotto (iniziato nel sessantadue) era già finito.
E chi gli ideali li aveva veramente (o, semplicemente, è "sopravvissuto" a sesso, droga e rock'n roll) ha dato vita (anche) alla Silicon Valley. In America è possibile anche questo.
MC

Paolo Vites said...

diciamo che più che di pancia è scritto un po' con il culo...


MC: non dovevo toccare bill gates eh :-)?

Anonymous said...

Bill Gates non è il vero 'guru' della SV, è arrivato negli anni Ottanta, molto, molto, molto tempo dopo.
Piuttosto ci sono vari personaggi straordinari che, in puro spirito della frontiera, a partire dall'Università di Stanford, negli anni Sessanta e Settanta hanno alimentato riccamente la (già ricca) storia della SV e hanno migliorato straordinariamente la vita di noi tutti.
Dai un'occhiata qui:

http://www.netvalley.com/svhistory.html

Alcune milestones:
- 1937: Bill Hewlett e David Packard fondano un'azienda per produrre un'oscillatore radio
- 1958: Robert Noyce e Gordon Moore fondano la Fairchild Semiconductor, la prima azienda che produce in serie circuiti integrati
- 1964: Engelbart, l'inventore del mouse (http://inventors.about.com/library/weekly/aa081898.htm
- 1968: Gordon Moore e Robert Noyce fondano la Intel
- 1974: Sviluppo dell'interfaccia Grafica Utenti al centro di Ricerca di Paolo Alto della Xerox che ha portato al design intuitivo dei computer Apple del sistema Microsoft Windows
- 1976: Stanley Cohen e Steve Jobs costruiscono il loro primo microcomputer, ecc.

Oltre tutto, quel mondo è legato anche a quello della tecnologia degli effetti speciali usata a Hollywood e dintorni (pensiamo alla Industrial Light & Magic di George Lucas).

Insomma, in America il Sessantotto e dintorni hanno generato anche frutti;-)

Ma...torniamo a Woodstock;-)
besos,
MC

marco melillo said...

"Jerry Garcia non sapeva suonare la chitarra" mi pare eccesivo... Il livello tecnico e musicale complessivo alla fattoria di Yasgur rimane comunque una spanna sopra a tanta roba che si sente in giro oggidì. Ce ne fosse...

hazel said...

Ma l'ha scritto Paolo vites o Lester Bangs? sono la stessa persona forse...Io quando penso ad alvin lee ed ai suoi assoli at minchiam e a freedom freedom di Richie Havens mi vengono i vermi.

Fausto Leali said...

guarda, che sei un grande volevo scriverlo io, solo che Pratelli mi ha preceduto.....

questo post, comunque supererà il numero di commenti di Springsteen, attento....

Ah, peccato, comunque, per una volta volevo non comprare JAM...

:-)

ciciuxs said...

la definitiva conferma di 'the only music writer with something to say'.
Il Don Chischotte del Tigullio, il Bangs de noialtri, si può anche non condividere ma impossibile non amare quest'uomo. Leggere in questi termini di Garcia e Sebastian non ha prezzo. Ed il carico di Hazel su Havens è la ciliegina sulla torta di questo grandissimo post.

Vernè said...

Non ci posso credere....
I commenti si sprecheranno sicuramente.
Ma sei Paolo Vites???

Paolo Vites said...

se fa' per scherza' eh.... cmq sì quella di richie havens è formidabile

laritorna said...

Sulla grande farsa dei festival sono completamente in sintonia. Se esaminiamo le registrazioni di numerosi festival, esse sono veramente mediocri e caratterizzate da performance di musicisti zeppi delle droghe più strabilianti. Per quanto riguarda lo strafarsi, ritengo che la droga fosse stata idealizzata dagli "untori di stato". Discorso Jerry Garcia: mi dispiace non ci siamo. Jerry, quando staccava dai Grateful ded, era capace di strabilianti sessions al violino ed alla chitarra acustica. Per Hendrix il discorso è diverso: live ha saputo produrre solo quando "era in sè". Pochi brani veramente memorabili, ma la chitarra...ragazzi!

anna said...

ho un vago ricordo del luglio 94 a Mialno (ci ero arrivata da poco) al festival Sonoria, in mezzo ai campi verso il tramonto, (forse era un venerdì, dopo il lavoro) ad aspettare Dylan con te, mi sembrava di essere fuori dal mondo...

antonio lillo said...

ma soprattutto: tua moglie fa dei terribili spaghetti annacquati???? spero per te che non ami girovagare per blog ;-)

Gattosecco said...

I morti per droga non sono figli solo della Woodstock Generation, considerando che i pesci che sono nei nostri fiumi hammo raddoppiato la loro velocità da quanta coca ingurgitano.

A costo di prendermi qualche vaffa, ma il piacere nostalgico di queste foto dai colori sbiaditi è senza paragoni. E poi prima di dire che qualcosa è sbagliato, qualcuno dovrà sbagliare. Preferisco di gran lunga qualche peripezia chitarristica di troppo di Alvin Lee (Petrucci Ante Litteram?) che una generazione musicale di televoto che quando sarà anziana parlerà ai suoi figli del mega raduno in piazza di Amici. Fermo restando tutti i lati negativi dei festival, che sono magari anche numerosi,ma i tanti che mi sono fatto (e che mi farò) rimangono comunque ricordi magnifici, per la ristretta cerchia di persone con cui li ho condivisi (non certo per tutto il pubblico presente), per il viaggio di avvicinamento e per qualche notte passata all'aperto anche col sacco a pelo. Un comportamento "agreste" che non mi ha peggiorato come persona, ma col senno di poi, mi avrebbe lasciato dei rimpianti se certe cose non le avessi fatte.

Spero che Jam tra 40 anni celebrerà gli ottanta anni da Woodstock, con le inevitabili divisioni che questo genere di eventi ancora scatenerà.

ciocco72 said...

dissacrante... a 16 anni quando vidi il film dai miei cugini piu' grandi ti assicuro che mi colpì...
li' inizio' la mia passione musicale... magari aiutarono le biondine nude nel laghetto che si facevano di acido (o il pulitore di cessi?)
:-)

Anonymous said...

Paolino la tua provocazione è stata più forte del mio proverbiale distacco snob, al punto di scuotermi dal rimbambimento per afa e generico per dirti che hai scritto un paio di considerazioni vaghe e condivisibili, oltre ad una serie di stronzate singolari e cicostanziate. Grazie comunque per avermi svegliato dal torpore in cui ritorno fino a data da destinarsi.
Un bez
Jacksie

Paolo Vites said...

jacksie voglio sposarti

Unknown said...

quando ho letto il commento di paolo su woodstock ero un pò stoned e sono trasalito e poi mi sono detto che forse lui a quei tempi ha fatto qualche BADTRIP, comunque siccome sono un capricorno paziente e ho 52 anni non mi sono incazzato più di tanto...anche se per come sono io e per le esperienze che ho vissuto, ne avrei avuto ben donde, poi... l'ILLUMINAZIONE... poco prima di leggere il COMMENTO/VERITA' di vites
"diciamo che più che di pancia è scritto un po' con il culo..."
é VERO l'avevo immaginato pure io!!!!!!
Ma non é che sta imperversando anche fra NOI il gusto per la polemica gratuita e abusata?????
P.S. BOB DYLAN non andò a WOODSTOCK (pur essendoci vicino) perché era trooppppo STONED.....
ciao da DYLANino

SOAVE ALLEGRO RISOLUTO said...

"come facevano a soddisfare i loro bisogni fisiologici"è stata la prima domanda che mi sono posta dopo giorni di Vita-Vicissitudini allo Sziget....appena rientrata in Italia, ho fatto ricerche.....molti, diciamo tutti, hanno confermato che cacavano fra loro.

Ps: ti sei scordato Shrieve at Drums with Santana.... MAGIA

Max said...

In effeti concordo su diversi punti riguardo alle celebrazioni ormai stucchevoli e ampiamente forzate di Woodstock.
Decisamente sopravvalutato a livello musicale , va comunque apprezzato per gli ideali che erano il punto cardine dell'iniziativa...che poi siano stati stravolti e sputtanati fa parte del gioco...
A livello musicale credo che i veri punti di ottimo livello siano le performance di Joe Cocker , CSN&Y , Alvin Lee e poco altro...anche a me Hendrix non fa proprio impazzire..
Comunque complimenti per la franchezza..sapendo a cosa andavi incontro !! ;)

Laura said...

il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po' di destra
(il signor g)

quanto a woodstock, per me, è stato un bel film
ma non ci sarei mai andata
agorafobia retroattiva


quanto agli spaghetti, massima solidarietà...io avevo una madre così
per questo, da me, rigorosamente tutto al dente e scolato

p&l

Anonymous said...

Non posso davvero credere a tanta ignoranza e,soprattutto a tanta acredine!
Si vede proprio che non hai vissuto quegli anni!
Certamente,come in ogni periodo ,ci sono stati anche lati negativi ma,non dimenticarti,che è proprio grazie a quei favolosi metà 60-metà70, in particolare, le generazioni odierne possono beneficiare di tanta libertà che altrimenti avrebbero solo sognato.
Se poi qualcuno ha usato questa libertà in modo negativo...è un problema suo!

Anonymous said...

Saluti a tutti.
Qualcuno possiede le registrazioni in diretta a Radio Rai del concerto di Woodstock 94? Le comprerei volentieri.
Nel caso: tregiugnonovantasette@live.it

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