Friday, July 03, 2009

Sempre e per sempre

Sul mobiletto, a fianco del divano, una copia di un libro di W. B. Yeats. Rigorosamente in inglese, che a lui i libri piace leggerli in lingua originale, non devastati da traduzioni caciarone. Sopra, un portarmonica con l’armonica infilata, pronto all’uso. Mai camerino del backstage di un concerto fu più trionfante di questo: è il salone di un convento medievale, tutto ricoperto di affreschi che sembra di essere nella Cappella Sistina. Invece siamo nella piccolissima e deliziosa Crema, e Francesco De Gregori fra poco salirà sul palco.
Ci mostra la scaletta della serata e se la ride: “Neanche questa sera faccio la tua preferita”. E vabbè. Poi si alza, prende la sua Gibson J50, si infila il portarmonica e parte un giro melodico che è dylaniano. “Va bene così?”. Va bene, ovvio. Meglio ancora quando “la mia preferita”, Informazioni di Vincent, viene eseguita per due spettatori, io e Miss Clara. Un po’ zoppicante, perché non se la ricorda più neanche lui, e hai voglia a convincerlo che non è un pezzo “da Sanremo”, ma una delle più belle canzoni degli anni 70. Amen. Come il suo collega Bob Dylan che lascia nei cassetti perle preziose insicuro se siano valide canzoni o meno, mi sono ormai rassegnato a non sentire in concerto Vincent. In vena di regali, De Gregori esegue per Clara una delle sue preferite, Ti leggo nel pensiero. Anche questa con qualche intoppo… “Meglio che la provi di più se devo farla in concerto…”.

Concerto che inizia con una vagonata di emozioni. Da solo, seduto su uno sgabello, la chitarra e l’armonica, come ai tempi del Folk Studio. In sequenza, Caterina, La casa di Hilde, Pezzi di vetro, Vai in Africa Celestino (coraggiosa, eseguita così, con la stessa asprezza di una It’s allright ma, I’m only bleeding) e Generale. Oggi che non c’è più Fabrizio De André, De Gregori è l’unico che può reggere da solo davanti a mille persone con carisma e autorevolezza: perché le sue sono canzoni così belle e autentiche che non hanno bisogno di rivestimenti e trucchetti sonori perché si reggano in piedi. Noi potremmo ascoltarlo così per tutta la serata, ma va bene che giungano i suoi musicanti, con le consuete note calde di blues, di country, di rock a riempire la dolce notte di Crema mentre una luna quasi rotonda si alza sopra il palco. Ed è bello sentire Viva l’Italia spogliata della sua retorica ed eseguita in chiave di elegante valzer ricco di mestizia, così come è bello sentire le bordate elettrica di L’agnello di Dio. Ma ancor più bello è sentirlo declinare la trascendenza dell’amore in brani oscuri, ma preziosi come Deriva o Caldo e scuro.
Portando tutto a casa con affetto e malinconia nella canzone di un addio, “buonanotte fiorellino, buonanotte amore mio”. Ma come nel vero amore, l’addio non esiste veramente: “Dovunque io sarò, dovunque lei sarà, sarà al mio fianco per ogni strada che prenderà e perderà ogni volta per ogni volta che tornerà, starò alla porta e ancora vado alla deriva e ancora canto dovunque io sarò, dovunque sarà, sarò al suo fianco”.
Sempre e per sempre, dalla stessa parte lo ritroveremo. Francesco De Gregori.

10 comments:

claire said...

sei un grande writer. grazie per una serata indimenticabile.

Anonymous said...

un racconto raffinato e intenso, m'è piaciuto tantissimo . grazie per aver condiviso il concerto. E grande De Gregori con Yeats accanto. Roberta

Maurizio Pratelli said...

sempre e per sempre è la più bella canzone di de gregori. non c'è dubbio. due anni fa a cantù ha fatto un concerto strepitoso. eh si, lui ha le canzoni belle. proprio questa mattina ha messo in macchina bufalo bill. mi figlia si chiama alice, che parlo a fare io....

Vernè said...

Questi sono i post che amo di più...Emozioni di chi ascolta che si trasformano in emozioni per chi legge.
Certo che avere dedicato in esclusiva un canzone simile ci fa provare una grandissima invidia...
Naturalmente tu te la sei meritata sul campo con i tuoi racconti.
Grande Vites!

Vernè said...

naturalmente "avere dedicato in" sta per "avere in dedica una"...

anna said...

claire! son contenta per te

inutile dire che avrei voluto essere un po' al tuo posto
= )

silvano said...

Fare il critico musicale avrà anche i suoi scazzi, il pericolo di subire la propria passione, tutto quello che vuoi ma accidenti: riserba anche dei momenti di autentica gioia. L'hai fatta trasparire dal tuo racconto e l'hai regalata anche a noi. Direi uno dei tuoi post più personali.
grazie Paolo.
ciao.

SOAVE ALLEGRO RISOLUTO said...

Deny Me & Be Doomed, altro che sempre per sempre.

ciocco72 said...

er principe l'ho seguito fino a meta' anni 90 poi l'ho lasciato alla sua vita... e lui alla mia.
Non mi manca. Bel racconto comunque.

Skywalkerboh said...

troppe e troppo belle le canzoni di De Gregori!
unica pecca: scimmiotta troppo Dylan (ma lo fanno in tanti...)

Bel post, Paolo

Luca Skywalker (che ha visto gli U2 a Barcellona ed è rimasto un bel po' deluso...)

Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

I più letti