Vado a Torino una volta (o due al massimo) a decennio. Sempre per cause rock e sempre ne torno appagato. Nel 1988 ci andai due volte, per Springsteen allo Stadio Comunale e pochi mesi dopo di nuovo per il concerto di Amnesty International, stesso luogo e ovviamente per vedere Springsteen di nuovo. Nel 1990 andai al nuovo stadio per vedere gli Stones, e nel 1998 non so dove per vedere uno dei più bei concerti di Bob Dylan (quello leggendario in cui il muto del rock rilasciò uno dei suoi commenti più lunghi di sempre, "its great to be back in the most beautiful country in the world").
Ieri sera ci sono andato per Nick Cave, un festival (bleah) vicino alla Villa Reale di Venaria (credo si chiamasse).
A Torino ai concerti rock ci sono alcune delle più belle ragazze d'Italia (e io ne conoscevo due, la Bea e la Manu - can't help it if I'm lucky).
Se poi vai in giro con Stefano "4ottave" Ferré, è come andare in giro con Mike Tyson, puoi arrivare fin quasi sotto il palco anche a pochi minuti dal concerto. Ecco, diciamo che a Torino non hanno ancora trovato uno in grado di mixare il soundboard, che era tutto a livello di distorsione massima, ma quando sul palco sale Mr Stagerlee in persona, chissefrega. Devastante, osceno, santo e demonio, peccatore e convertito, ma soprattutto rock, fuckin' rock come non se ne sentono più in giro. Pensavo ai 77mila a Disneyland che si sono sciroppati quella band irlandese da cartoni animati la sera prima, e io adesso qui che flippavo e sotto il calore bianco, il rumore biancom accecante di Dig Lazarus Dig vomitata con una potenza inaudita. Per non dire dell'attacco con una travolgente Papa Wont Leave You Henry. I nuovi Bad Seeds, senza più il magnifico Mick Harvey (a cui dedica un brano mai fatto prima dal vivo, Nature Boy), sono in realtà dei Grindermen che trascendono anche il concetto di punk music. Pure la bellissima The Weeping Song diventa uno stonato, distorto, cacofonico vomito dalle viscere. Non c'è tempo e spazio per la Bellezza stasera, siamo ancora all'inferno e - diciamocelo - ci stiamo benone per adesso. Figuriamoci se poi non arriva pure lui, Mr Staggerlee in persona.
A parte quando Cave si siede al pianoforte e ci consiglia di andare da lei a dirglielo, che l'amiamo: "This is a love letter... go tellin' her go tellin' her..." consiglia dolcemente.
C'era pure la luna piena, o quasi, ad alzarsi docilmente sopra il grande palco. Se ne accorge pure lui, e ci invita, dopo tanto cataclisma sonoro, ad alzare lo sguardo verso quella "big yellow fuckin' moon". E alla fine, un po' di redenzione dopo tanto sangue e dolore, con Nick Cave arriva sempre: Get ready for love. Siamo pronti per l'amore? Mah... Concludendo con non so quale canzone, non credo fosse sua, di quelle che cantano gli amanti abbandonati al pub ubriachi e storditi. Per farsi forza insieme, per farsi compagnia. Lui la canta per farci compagnia, che la vita non è gratis, e alla fine tenta una acrobazia vocale per lui impossibile, stona, scoppia in un gran sorriso e alza le spalle. Straight to you, mr Cave, dal tuo grande cuore al nostro piccolo cuore.
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6 comments:
Bacio.
il grande Vince non c'era?
ecchecazzo, lo sapevo! piccola consolazione, mentre ascoltavo quel signor musicista di Joe Jackson a pochi metri dal palco, pensavo anche io ai 77mila dai bonos, e godevo di più. Poi tornando a casa ascoltavo Nick Cave pensando di avere visto ben pochi concerti più belli del suo.
sai che continuo a riascoltarmi il pezzo di elvis?
ti devo dire che finora non l'ho mai considerato molto, anzi forse mi stava pure un pò antipatico, perchè mi immaginavo sempre l'ultimo elvis, quello grasso e venduto al buisness...
questa canzone però mi ha catturato... in parte sto rivalutando il giudizio... credo che farò qualche ascolto in più, magari del primissimo periodo...
Nature Boy?????
e pure Get Ready for Love......
maledizione.
amico, hai rafforzato la sofferenza per essere stato incastrato e non essere potuto venire con te e 4e4ott
ragman
si ma Paolo...sei ambiguo con sti U2!
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