Il disco di Jon Allen, Dead Mans Suit. Il ragazzo è inglese, ha una voce calda e fumosa che sembra il giovane Rod Stewart e fa un disco americano al 100%. Tra The Band, il giovane Stephen Stills (quello tutto acustico), un po' di Bob Dylan ovviamente e dosi massicce di negritudine in un paio di pezzi da urlo, grondanti note grasse di Hammond. Ha senso della melodia purissimo, non annoia mai, se fosse stato in giro negli anni 70 con un disco come questo saremmo qui a ricordare la ristampa deluxe di uno dei più bei esempi di songwriting di quella stagione. Invece il disco è nuovo nuovo e lui è bravo bravo. Fa cose belle, Jon Allen.
Invece fanno cose un po' meno belle ma comunque simpatiche i Monsters of Folk. D'altro canto, sebbene osannati dalla intellighenzia musicale, la critica radical snob chic del rock'n'roll, Conor Oberst (Bright Eyes) e M Ward sono sempre stati due mediocri autori di canzoni. E Jim James (My Morning Jacket) una voce straordinaria, bellissima, ma anche la sua band deve ancora scrivere una canzone immortale. Si mettono a fare il supergruppo (c'è anche Mike Mogis, anche lui Bright Eyes) un po' alla CSNY 40 anni dopo e infilano un pezzo straordinario, la bellissima The Right Place, suono un po' alla Traveling Wilburys, tanta voglia di pop-rock anni 70 pure loro, e una manciata di brani dignitosi, tra folk vintage e appunto sonorità 70s. Carino, ma si salva la metà dei brani. Da scaricare, non da comprare come ho fatto io, anche se la confezione è molto cool.
Torna a fare cose belle Tom Ovans, indimenticata voce dylaniana dei primissimi anni 90, dopo alcuni dischi un po' troppo introversi e affannosi. Get On Board recupera la voglia di lasciare andare libere e orgogliose le chitarre elettriche e - novità - apre anche al soul di casa Stax, con la fiatistica Night Train. Belle canzoni, robuste, guidate da un gusto melodico raro per il songwriter oggi di casa ad Austin che continua a combattere la sua battaglia per la sopravvivenza. Sua, e della buona musica.
Le cose più belle però le sta tornando a fare Bob Dylan: dopo anni di oblio, ha capito che doveva richiamare nella sua live band uno che sapesse davvero suonare e non fare la bella statuina sul palco. Dio benedica Charlie Sexton che ha fatto tornare la voglia di cantare e suonare allo stesso Dylan. Il Dylan show adesso è di nuovo uno show da andare a vedere. E il disco di Natale è formidabile (lo avevo già detto? Cazzomene. Lo è davvero).
Tuesday, October 13, 2009
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9 comments:
god bless charlie!
bene bene! ma ti vedo proprio eccitato per dylan. L'hai anche già resuscitato come performer!
La prima reazione al disco di Dylan è stata una bella risata, poi pian pianino il disco ha iniziato ad avere un senso, fino a piacermi e addirittura commuovermi! Bello! Sempre grandissimo Bob!
signor vites quella bellissima frase sulle ferite che hai lasciato sul mi blog ieri è tua o una citazione? perchè secondo me è splendida e mi piacerebbe usarla ma vorrei attribuirtela... ciao e ancora grazie!
Sexton next President!
Luca
amico lillo, era una libera interpretazione dal maestro leonard cohen: "c'è una crepa in ogni cosa ed è da lì che passa la luce"
quota il maestro, non me
uh the future, non ci avevo pensato proprio sai? non so se può farti piacere ma l'hai fatta tua parecchio bene devo dire, le hai dato un tocco meno cohen-filosofia e un pò più rock-vites andante... ;) ciao!
(ma quanto saranno belle le foto che metti qui dentro?)
sai signor vites, lo so che forse fa molto ragazzini romantici (e che c'è di male poi?) ma ci ho pensato a lungo e credo che anche se l'una ha ispirato l'altra la tua frase e quella di leonard cohen sono diverse. la sua è una cosa molto più zen, nella tua invece c'è più sangue e sentimento... sono diverse, e credo che se la userò ci metterò il tuo nome... in ogni caso ho seguito il tuo consiglio, ho lasciato aperte le ferite al ventaccio della notte, e ho scritto la mia prima poesia da mesi, e di questo ti ringrazio... non te la dedico solo perchè il tema non lo permette (farebbe strano) ma spero un giorno di poter ricambiare il consiglio, se non proprio il favore... in fondo a volte basta una parola ad aprire dei mondi, e credo che noi lo sappiamo bene... ciao mr. vites, buona giornata :)
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