Monday, March 28, 2011

Cuore matto

"Howard perché cavolo fai così? Non voglio sentire queste stronzate alla Bruce Springsteen. Noi suoniamo musica country. Datti una calmata figliolo"
(Crazy Heart, di Thomas Cobb)

"Don't judge a book by its movie", non giudicate un libro dal film che ne è stato tratto ha detto qualcuno molto intelligente. Io Crazy Heart, il film, non l'ho visto, anche se ci tenevo tantissimo sin da quando ne sentii parlare. E figuriamoci, con il mio attore preferito, Jeff The Dude Bridges, uno dei miei cantautori preferiti che ci scrive le canzoni, Ryan Bingham e una storia a base di country music, alcolismo e cuori infranti. Il cuore. Il cuore matto, come il mio e il tuo. Tutto quello che a me piace. Insomma. Però non ce l'ho fatta ancora a vederlo, il film. E' vero comunque che quei film che ho visto dopo averne letto un libro, sono sempre stati deludenti. Crazy Heart ho appena finito di leggerlo e ho voglia di vederne il film, anche se mi hanno detto - chi l'ha visto - che già una delle scene fondamentali è stata tagliata. Bah.

La scena in questione è verso inizio libro. Bad, il protagonista, un ex star della country music ormai dimenticata e sanamente alcolizzata, mentre vaga da un concerto all'altro entra in una vecchia chiesa. "Da un lato una grande Vergine in marmo bianco, dall'altro un crocefisso con un Cristo contorto, torturato. La sua educazione battista non lo ha mai preparato a una rappresentazione così dettagliata dell'agonia di Cristo". Ha una crisi di panico, esce fuori di corsa. "Una volta, nel 1967, era andato a un matrimonio di un musicista (anche quella volta era dovuto scappare fuori) Fino ad oggi, non era più stato in una chiesa. Appena mette piede dentro una di queste chiese (cattoliche) Bad sente gli occhi di Gesù svitarsi dalle loro orbite di gesso e ruotare verso di lui dicendo: io so".

Be', hanno fatto fuori Gesù e le chiese dal film, sembrerebbe. Poco male? No, male, perché manca il passaggio fondamentale. "Sei religioso?" le chiede la giornalista che lo sta intervistando alcune pagine dopo. "Prima sì. Forse lo sono ancora, non lo so. Non entro nelle chiese se posso evitarlo. La sera non recito più le preghiere. Però forse credo che esiste un Dio e che questo Dio ci tiene d'occhio Se questo poi significa essere religioso, allora sono religioso. Tu sei religiosa?". Lei dice di no. Lui le fa notare che le è piaciuta Satisfied Mind, un gospel che lui ha cantato poco prima. "Vedi non cambia niente, resta sempre una grande canzone. Nella musica country funziona così". E anche nei libri, come ha detto qualcuno: "Un libro che non abbia Dio o l’assenza di Dio, come protagonista clandestino, è privo di interesse". Impossibile immaginarsi la musica senza quel protagonista clandestino, Dio.



Non so se hanno fatto fuori anche questo dialogo, spero di no, perché spiega bene cosa sia la musica country. E questo libro è un formidabile documento di cosa sia la musica country. E' la storia di un Johnny Cash, o di un Hank Williams, è una storia sentita mille volte epppure raramente raccontata così con nuda onestà. C'è da sbizzarirsi nel leggere la vita di un musicista country on the road, raccontata nei minimi dettagli, nelle scale di accordi fatte alla chitarra, nel pubblico cialtrone di un bar di quart'ordine o nell'ebbrezza di salire sul palco davanti a diecimila persone urlanti. Nel vomito di ancora una sbornia, nelle sigarette Pall Mall fumate a pieni polmoni una via l'altra, nello sforzarsi di scrivere ancora un'ultima canzone. Nella solitudine, che porta a letto ancora un'altra ragazza vent'anni più giovane mentre lui, Bad, ha nostalgia del corpo con dei chili in più, e le rughe, e il tempo che lo ha segnato di una moglie che non c'è più.

Ok, bisognerebbe leggerlo in inglese, questo libro. Che la traduzione è pessima: "Sono già stato male altre volte, mannaggia". Mannaggia? Cazzo dice una country star, mannaggia? Scommetto che nel testo originale diceva "fuck". E non è l'unica volta, anzi. Ma va bene lo stesso. E' un bel libro. Non un grande libro, ma un bel libro. Oh, e anche il finale mi dicono sia diverso, nel film. Tantè. le canzoni di Hank Williams, quelle non potranno cambiarle mai.

8 comments:

ciocco72 said...

mah il film ha una grande colonna sonora, la storia la trovo banale, anzi banalissima. Pero' chi ama la musica non puo' che amarlo... mi son spiegato?
cerco il libro comunque...

ciciuxs said...

se vuoi vedere il film...quando vuoi

Fausto Leali said...

un gran bel post, mannaggia.
Mannaggia???

anna said...

quel dialogo lì non me lo ricordo, dovrei riguardrlo un attimo.
anche il film va guardato in lingua originale e come dice ciocco, è quel che è, ma non si può che amarlo.

Anonymous said...

Io non ho letto il libro, lo farò, però ho visto il film: grande Jeff Bridges!
Il mitico Lebowski non perde un colpo... perchè, che vogliamo dire di "Il Grinta"? SUPER!!!


Francesca

Randa said...

Grazie per lo spunto. Il film merita, la storia è piacevole, grande colonna sonora e un J.Bridges da Oscar!

Anonymous said...

Concordo con chi dice che il film va visto in versione originale, col doppiaggio lo hanno rovinato e non hanno nemmeno avuto la cura di usare una voce strascicata per il protagonista. Mah.
L.

Unknown said...

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silvia [at] paperblog.com
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