Sunday, August 21, 2011

Hello, old friend

Link Wray was playing on a jukebox, I was paying
For the words I was saying, so misunderstood




Shangi La’s, bordello. Shangri La’s, casa della musica. Shangri La’s, nascondiglio dei fantasmi. Shangri L’as, paradiso qui e ora, tutto quello che abbiamo. A Shangri La’s le porte sbattono e si aprono, stanze invase da fumo, specchi e bottiglie. Subito fuori della porta schiamazza il carnevale e le risate, ma dura poco finché non ti sbattono di nuovo a passare del tempo nella galera della contea. Perché sei un peccatore e lì devi stare. Tutto il tempo che è passato, tutto il nostro tempo. Mica devi dirmi a che ora te ne andrai se è l’una e mezza o se sono le quattro del mattino. Non fa differenza, dove pensi di andare. Ma per favore, ricordati di non sbattere la porta.

E così allora entriamo e usciamo da Shangi La's, e salutiamo quel vecchio amico, è bello rivederlo di nuovo. Dicono che dormi in una tenda nel cortile e vieni dentro solo quando c’è da far casino, ma tutto quello che hai da dire è un linguaggio dei segni, mentre io sto mangiando un sandwich in un piccolo bar alle tre meno un quarto. Questa è la mia storia e sono ancora qui: ma lei lo sa che a me importa ancora? E sbattono e sbattono ancora queste maledette porte di Shangri La’, ci riportano fuori e dentro, fumo pestilenziale, ragazze dal volto sfatto, bottiglie che rotolano sul pavimento. Il dolore è doppio qua dentro, e mai un blues ebbe più senso di come lo stanno suonando qua dentro, a Shangri La’s. Pioggia sporca d’estate, tempi innocenti, per questa ultima notte a Shangri La’s. Shangi La’s, bordello. Shangri La’s, casa della musica. Shangri La’s, nascondiglio dei fantasmi. Shangri L’as, paradiso qui e ora, tutto quello che abbiamo.

No Reason To Cry è il disco che avrebbe potuto essere e non è diventato. Sulla carta, il massimo della musica di quegli anni, i 70: Eric Clapton, The Band, Bob Dylan, Ron Wood. Il risultato, una Shangri La’s (lo studio di The Band a L.A. dove venne registrato il disco) delle occasioni perdute. Ma nonostante questo un fascino che persiste, come solo le occasioni perdute sanno essere. Come quell’ultimo valzer che sarebbe andato in scena di lì a poco, degli eroi troppo stanchi mentre il fuoco si stava spegnendo. Eppure in quelle voci, in quegli accenni di grandi canzoni che non furono mai grandi canzoni, uno può cogliere tutta la promessa che è celata dietro ogni vita, dietro ogni cuore spezzato. E ogni volta, sentirsi invitati dentro a una Shangri La's del tempo che è inchiodato sulle sue lancette, come nel bar dell’Overlook Hotel, quello di Shining, dove i fantasmi sono condannati a ballare per l’eternità, e il cameriere, il volto ricoperto di sangue, ti dice: "E’ stata una gran bella festa, vero signore?”. Sì, lo è stata. In questo disco c’è tutto questo e molto di più. A volte si riesce a sentirlo, io ci ho messo trent’anni per riuscire a entrare dentro Shangri La’s. Adesso mi sa che mi ci fermerò, almeno per tutta la notte. Fuori, fa fin troppo caldo per riuscire a dormire. E di fantasmi ce ne sono anche fuori della porta, tanto.


3 comments:

Laura said...

così lontana, così vicina.
perché il paradiso nostro è questo qua, fuori dalla grazia, fuori dal giardino (cit.)

perlomeno nel mio di stasera fa fresco.

(a fuckin' awesome post)

Tommaso said...

Scusate l'OT, ma sono sconvolto: è morto Leonard Mynx.

http://www.leonardmynx.com/

Il primo dei suoi due dischi, "Vesper", mi ha fatto compagnia per molti mesi, due anni fa, in un periodo non facile nella mia vita.

Grazie Leonard e grazie a Paolo e questo blog per avermelo fatto conoscere.

Paolo Vites said...

non ci posso credere... ci sentivamo su facebook spesso non ci posso credere

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