

"Le mie tasse sono alte, ma non credo sia un peccato" canta JCY in Ridgetop. Un verso che qualcuno dovrebbe far sentire oggi ai calciatori, i miliardari che scioperano per quattro euro. Jesse rivendica il suo ruolo fortunato di ricca star e anche il suo ruolo civile, quello di pagare le tasse senza fuggire magari in Costa Azzurra come proprio in quell'anno - il disco è del 1973 - facevano gli Stones. Ma non solo: tutto il disco è una sorta di concept album che ritrae la condizione di vita di un musicista di successo di inizio anni 70: casa sulle montagne da favola nei boschi nei dintorni di San Francisco ("Il momento più bello della giornata è quando devo attraversare il Golden Gate Bridge" dice sempre in Ridgetop), una moglie, una figlia, "il mio lavoro è una figata" aggiunge poi. E ti credo. E poi le avventure on the road, con ragazze incontrate nei motel, ma "quello era prima, adesso torno nella mia casa sui monti".
Non è musica da fattoni hippie quella di questo disco. E' un robusto, swingante, purissimo jazz rock con debordante sezione fiati, pianoforte inclazante, belle chitarre in primo piano, una armonica blues che spazia in lungo e in largo. Ricorda il Van Morrison del periodo, ma la voce di Jesse è gentile e fluttuante. Un disco bello dall'inizio alla fine, ma che ha dei momenti topici in Ridgetop, sette minuti di jazz rock strabordante, degno di una notte afosa ad Harlem, nei sei minuti e rotti di Miss Hesitation, dove JCY si ricorda dei tempi in cui era un folksinger del Greenwich Village e infila una serie divertentissima di rime tute in "tation" e poi nel medley Lafayette Waltz / Jambalaya, irresistibile, da alzarsi in piedi e ballare sul tavolo della cucina. Jambalaya, per la cronaca di Hank Williams, e Lafayette di Clifton Chenier, il gran mago di New Orleans. Ma tutto il disco è straordinariamente bello. Da tempo JCY ha lasciato i monti boscosi di San Francisco e vive alle Hawaii. Beato lui. Ho visto un video recente, e mamma mia, è irriconoscibile rispetto alla foto di quel disco. Machissenefrega. Tanto i vinili chi li compra più.
8 comments:
Semplicemente fantastico!!:), grazie Paolo, vado a cercarmi tutto quello che posso su questo Artista che per me, in 40 anni di rock, era solo un nome e magari è uno dei miei preferiti senza che io lo sapessi...può succedere, no?o è grave?!:)
Bello, grazie.
attenzione, non tutti i suoi dischi sono così belli, ovviamente
Basta poco, a volte, e ciò che ci appariva triste pare esserlo un po' di meno.
Magia della musica.
Grazie,
Francesca
a me ha ricordato CSNY e infatti ierisera son partito da qui e sono finito al must assoluto, 4 way street, però è vero molto bello sto pezzo, grazie non fosse altro che ne so qualcosa di più :)
anch'io l'ho scoperto solo ora, molto bello, grazie paolo, marcello
Bel pezzo!
Song for Juli l'ho comprato in vinile in un negozio sperduto della Bretagna qualche anno fa...capolavoro!
Post a Comment