Thursday, October 13, 2011

Gambadilegno a Parigi

Guardalo come cammina
Lazzaro di Notre Dame
Come sta dritto nella tempesta
alla fermata del tram
Chiama un tassì si mette avanti
dai Campi Elisi alla Grande Arche

Portami via da questa terra
da questa pubblica città
Da questo albergo tutto fatto a scale
da questa umidità
Dottoressa chiamata Aprile
che conosci l'inferno
Portami via da questo inverno
portami via da qua

(De Gregori, Gambadilegno a Parigi)

Il programma è presto fatto: visita alla tomba di Oscar Wilde, il poeta più cool di tutti i tempi, ma anche un po' sfigato; visita alla tomba di Eloisa e Abelardo, quelli di Eternal sunshine of the spotless mind; visita alla tomba di Jim Morrison, quello di tutto il resto che sono quarant'anni che ci è sepolto dentro (pare, non ne sono poi così sicuri). Qualche altra tomba se capita.

Vado a Parigi, con la mia gamba di legno, per la prima volta. I francesi già mi stanno sul cazzo ancora prima di partire: quelli del B&B dove devo andare parlano solo francese o spagnolo. Già lo so che passerò quattro giorni a mandarli in quel posto che non è Parigi. Sono un po' di giorni poi che sui tram mi sbattono in faccia la facciona di Massimo Boldi che dice "matrimonio a Parigi". Bah.



Ovviamente ci metto dentro anche il concerto di Mark Knopfler e Bob Dylan, così vi anticipo tutti di un mese. Se riesco, prendo un caffè con Elliott Murphy che lui se ne intende di bistrot parigini visto che ha scritto un libro che si intitola "Note al caffè".

Poi mi metterò anche a ballare a notte fonda sulla rive gauche della Senna come faceva Woody Allen in quel suo bellissimo film ambientato a Parigi. Perché non ci vado da solo, ci vado con la signora Vites, sono vent'anni quest'anno. Vent'anni di matrimonio sono un bel po'. Soprattutto mi sembra impossibile che qualcuno abbia avuto il coraggio di passare vent'anni vicino a me, ci vuole un coraggio ultraterreno. Solo le donne ce l'hanno. Fosse per noi, non sapremmo stare un minuto con un altro e manco con noi stessi, se non ci fosse un altro che da vent'anni tutte le mattine ti dice: svegliati. Coglione, ci aggiungo io. Adesso che il passato è andato per sempre.

You turn the tide on me each day and teach my eyes to see
Just bein’ next to you is a natural thing for me
And I could never let you go, no matter what goes on
‘Cause I love you more than ever now that the past is gone

(Bob Dylan, Wedding Song)

7 comments:

Maurizio Pratelli said...

un abbraccio! (a tua moglie)

Il Grillo Cantante said...

"It's a miracle we need"
Congratulazioni paul, a te e signora.

PS. Non anticipare troppo del concerto, che ho già i biglietti per il forum :)

ciocco72 said...

have a good trip!

Fausto Leali said...

bon voyage, les amis :-))

Paolo Vites said...

c'è poco da anticipare: fanno sempre gli stessi pezzi e manco uno insieme

Alessandro Berni said...

Vai Paolo!
Ciao, A.

allelimo said...

Auguri :)

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