Sunday, February 10, 2013

The boys are back in town

It's the end of the night, and we ain't goin' home (the boys are back in town and they are lookin' for trouble...)

Ci avete mai fatto caso? Le mode, gli stili, nella musica rock, appaiono e scompaiono, si accendono e si bruciano. Poi, negli ultimi e più anni, dal grunge in poi, è stato tutto un riprendere e scopiazzare quanto già visto: le jam band, i neo hippie, i nuovi Dylan e i nuovi songwriter, i nuovi questo e quell'altro. C'è una costante però, un genere che continua a riproporsi all'infinito, sparendo per qualche tempo e poi ritornando alla grande, ed è il punk. Probabilmente perché non è vero che il punk è nato nel 1976 con i Ramones - per qualcuno - o con i Sex Pistols - per altri. C'è sempre stato,: Iggy Pop, MC5 e anche Dylan e Elvis fondamentalmente erano dei punk. E' il cuore e l'essenza stessa della musica rock, perché la musica rock sono due accordi e un ragazzino che urla la sua rabbia nel garage di casa. E' ovvio allora che non morirà davvero mai, e che ogni volta che c'è una punk band nuova il rock'n'roll rinasce più vivo e bello che mai. Aveva ragione Joe Strummer quando mi diceva: sono il protettore di ogni gruppo punk del mondo, guai a parlare male dei gruppi punk davanti a me.




Mi avevano venduto i Dropkick Murphys come l'ennesima versione aggiornata dei Pogues, irish rock o irish punk che dir si voglia. Sono andato a vederli con supponenza del tipo, che palle un'altra irish band, tanto come i Pogues non ci sarà mai nessun altro. Invece i Murphys sono 99% punk e 1% irish. E' stato un concerto splendido, esaltante e divertente: per una volta essere il più vecchio a un concerto non mi ha fatto sentire a disagio. Ero lì, a vedere un pubblico tracimante ed entusiasmante lui stesso, come quelli sul palco, perché il punk capisci che esiste davvero quando tra musicisti e spettatori non c'è alcuna differenza, nessuna star, nessun trip di ego. Sono andato a vedere il mistero del rock'n'roll rinnovarsi e rinascere ancora una volta. E come Joe Strummer posso dire: non toccate i gruppi punk, sono loro che ci salvano il culo. E la domanda all'uscita era una sola: ci sarà un motivo perché in Italia non c'è mai stato un autentico gruppo punk, e non c'è neanche oggi.

(In quel gran casino sul palco c'era anche mia figlia. Cose che ti rendono a proud punk daddy)



4 comments:

Anonymous said...

un caso che il nostro amato abbia fatto una bella collaborazione con loro e li inviti a suonare con lui quando capita?

edo moltrasio said...

Di Frank Turner hai qualcosa da dire?

Paolo Vites said...

no sono entrato che aveva già suonato

edo moltrasio said...

peccato...

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