Sunday, September 16, 2007

La musica del tramonto


Ci sono canzoni capaci di evocare immediatamente molto di più di uno stato d'animo. Sanno evocare un luogo, fisico, e un momento nel tempo. Le canzoni di Donavon Frankenreiter (nome impossibile da pronunciare e da scrivere) lo fanno benissimo. Nell'acustica rilassattezza del suo eccellente fingerpicking, nella bella voce ricca di sfumature black (ricorda quella, splendida, di AJ Croce, figlio dello scomparso e mai dimenticato Jim) e nel repertorio scelto per questo disco, un semplice ep di sei brani soltanto che nello strombazzamento mediatico per le uscite di tanti "mostri sacri" d questo "autunno caldo" sicuramente passa inosservato, c'è tutta la magia e la bellezza prorompente di un tramonto sul mare. Meglio se un tramonto in quel paradiso che sono ancora le isole Hawaii, dove Donavon risiede e dove si diletta a fare il surfista a tempo pieno e il musicista in quello perso.

Splendido rappresentante di una piccola scena musicale che vede altri brillanti colleghi in altrettanti surfisti con la chitarra acustica come Jack Johnson o l'australiano Xavier Rudd, infila in questo mini cd con assoluta autorevolezza e tanta passione brani di Bruce Cockburn (Wondering Where the Lions Are), Wilco (Theologians), Dr. John (Such a Night), John Fogerty (Fortunate Son), The Band (It Makes no Difference) e Bob Dylan (Don't Think Twice, It's Alright).

Un songbook talmente ricco di pedigree che rischierebbe di spezzare le ossa quasi a chiunque; lui invece lo interpreta come se fosse seduto sulla spiaggia a guardare il sole accendere il cielo sopra le Hawaii. E ne esce vincitore. Absolutely cool.

2 comments:

Fausto Leali said...

Ho avuto modo di ascoltare un paio di brani (Dylan e The Band, prima scelta obbligata, naturalmente...) e mi sono piaciuti molto: un grande interprete, senza dubbio.
E la tua recensione mi ha fatto venire in mente Maui, dove ero stato un po' di anni fa...

Paolo Vites said...

beato te.........

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