C'è un disco che mi ossessiona, sin da quando uscì, 31 anni fa. Uno di quelli che ho ascoltato in tempo reale e ancora non ho smesso, oggi più che mai, di ascoltare. Non è necessariamente il più bello, musicalmente, che questi tre signori hanno fatto. Perché il loro esordio, ad esempio, uscito nel 1969 resta insuperabile, non solo per loro, ma anche per tanti blasonati colleghi.
Sto parlando di Crosby, Stills e Nash, che nel 1977 fecero uscire quello che era a tutti gli effetti solo il loro secondo disco come trio, a otto anni di distanza dal primo CSN, avventure con Neil Young a parte. In piena era punk, ecco quelli che allora venivano già descritti come "dinosauri rock" farsi ritrarre belli serafici a bordo di un lussuoso yacht di alto bordo appartenente a David Crosby.
Per la cronaca, l'lp originale aveva una foto leggermente diversa, con i tre colti in atteggiamento serioso; il cd li vede invece sghignazzare beotamente. Ai tempi, nelle recensioni, solo la foto di copertina faceva gridare allo scandalo. La si paragonava con quella dell'album del 1969, dove i tre, capello lungo e vestitacci consunti da hippie, sedevano su un malconcio divano. Ecco, dicevano i moralisti del rock, adesso sono tre ingrassati miliardari che si fanno ritrarre su uno yacht. Tempi tristi, i 70...
Musicalmente, CSN II, come venne chiamato, è il disco dell'inglese: Graham Nash, a confronto con l'intellettuale Croz (Crosby) e il formidabile chitarrista Stills, era sempre stato considerato l'anello debole, il lato pop della band. Qui, invece, sfodera forse le più belle composizioni della carriera, e sicuramente le migliori del disco, mostrando una classe e unamaturità di livello altisismo: quasi tutte meste esecuzioni al pianoforte, ecco la maestosa e lisergica Cathedral; le malinconiche e superbamente tenui Carried Away e Cold Rain; il country-rock di alto pregio di Just a Song Before You Go.
Crosby e Stills si distinguono solo in due brani; il primo nella magica e inusuale per lui acustica In My Dreams; il secondo in una autentica perla anch'essa solo voci - dispiegate in modo oserei dire sinfonico - e chitarra acustica, See the Changes. Il resto è robina un po' light jazz, come si usava nei tardi anni 70 in California, e un po' rock-blues e un po' latinoamericana; di Stills piace anche I Give You I Give Blind, molto alla Paul McCartney del periodo, grintosa e con curioso accompagnamento d'archi.
Allora perché questo disco mi ossessiona? Perché combina melodie inusuali e testi tra i più belli e intelligenti della storia del rock. Avrei potuto metterlo nel post che ho dedicato a Blood on the Tracks e a Tunnel of Love, tanto questo album è similare a quelli per contenuti e visione. Anch'essi superata la soglia dei trenta, si trovano "nel mezzo del cammin di nostra vita" e si pongono domande pressanti:"guarda i cambiamenti", come dice Stills. La rock star matura si ferma a riflettere sula sua vita vorticosa: "Dieci anni cantando a voce alta, non ho mai guardato se qualcuno stava ascoltando, poi sono caduto da una nuvola, ho picchiato terra e ho notato che mancava qualcosa. Adesso ho qualcuno, lei mi ha visto cambiare e diventa più difficile man mano che invecchi. E non conosco la risposta e si allontana sempre più, man mano che ti avvicini". Parole forti, coraggiose, di autodenuncia, di chi torna alla realtà dopo essersi perso nella nebbia del divismo rock.
Gli fa eco Crosby con l'affascinante e ipnotica Shadow Captain, dove si pone le domande fondamentali della vita, chi siamo, dove stiamo andando e chi ci guida per il nostro cammino, domande che raramente si trovano così lucidamente esposte in un disco rock. Chiedendo al capitano misterioso, avvertito in modo inevitabile, che finalmente si mostri: "Chi guida questa nave sognante attraverso i mari, che gira e si volta a seconda di come tu vuoi; parlami, ho bisogno di vederti in volto, capitano ombra in uno spazio oscuro. Potremmo fermarci e cercare me stesso tra quelli che giocano sul molo?"
Graham Nash cerca di attaccarsi a volti conosciuti e poi persi nella folla, nella tenue e deliziosa Cold Rain, mentre sente la vita scivolargli sotto ai piedi: "Pioggia gelata sul mio viso, il lavoro è finito, ecco la corsa, la gente se ne va a casa. Aspetta un secondo! Non ci conosciamo? Assomigli a qualcuno che conoscevo, viveva qui ma se ne è andato, quando ha creduto di trovare di più". La pioggia gelata la tocchiamo fin nelle nostre ossa, mentre Nash dipana questa fragile meolodia e rimane lì, nella solitudine immensa che si tocca anche nella bella Carried Away. E poi la superba Cathedral, tre cambi di tempo in crescendo mentre si racconta della visita in acido nella cattedrale inglese di Winchester e anche qui si pongono domande pressanti: "E adesso sono in piedi sulla tomba di un soldato morto nel 1799 e il giorno in cui morì era un compleanno e ho notato che era il mio e la mia testa non sa più chi io sia".
Ci sono ancora tante bei momenti in questo disco. Che non sarà il migliore di CSN, ma certamente è il più onesto, a cominciare dalla bistrattata foto di copertina. Scopriteli da soli, questi momenti, se ne avete voglia. Attenzione però a non rimanere ossessionati anche voi da questo disco per i prossimi trent'anni...
A questo link troverete una lunga intervista con i tre CSN, fatta ai tempi dell'uscita del disco dal mitico Cameron Crowe (già, il regista di Almost Famous). Consigliata.
http://crosbystillsnash.tripod.com/page26.html
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1 comment:
Grande sintesi di un disco incredibile
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