Su una collina, che sovrasta la periferia di Chiavari, appoggiato tra gli alberi di ulivo e l’autostrada (che da queste parti, così avare di spazio, nessun centimetro di terra disponibile viene sprecato) c’è un piccolo cimitero. La brezza dal mare vicino, quassù, riporta tutti i profumi di queste campagne in cui sono cresciuto, ormai tanti anni fa.
A questo cimitero ci si arriva a piedi, dalla chiesetta sottostante, inerpicandosi fra minuscoli viottoli tipici della campagna ligure e vecchie case contadine, o per un ancor più scoscesa strada semi-asfaltata. Lassù c’è un silenzio accogliente, che è bello fermarsi qua anche a lungo.
Qua, fra tombe di austeri personaggi antichi, vecchi genovesi che hanno costruito questa città, c’è ne è una su cui sono posati tanti giocattoli: macchinine, peluche, ricordi di una infanzia bella. È lì che riposa il mio amico Simone.
Di lui ho un solo ricordo, così come sempre mi capitava di vederlo, quando andavo a trovare la sua famiglia: sorridente e felice, nonostante la malattia e le durissime sofferenze sopportate nei suoi 6, brevi anni di vita. Lui ha testimoniato come la vita sia una cosa che valga sempre essere vissuta, specialmente quando hai una famiglia e tanti amici che ti accolgono così come sei, senza pretendere che tu sia diverso da come invece sei stato voluto.
In questa epoca in cui ciascuno pensa sia suo diritto decidere le regole della vita, quando questa deve cominciare e quando deve finire, pretendendo in modo osceno se un altro ha diritto di venire al mondo e in quale modo bisogna essere per poterci venire, al mondo, Simone e i suoi genitori sono stati la testimonianza che tutto ci è dato, ma nulla ci appartiene. E che non c’è istante della vita che non valga la pena essere vissuto.
Così adesso, proprio nello stesso modo con cui lo hanno accompagnato nella sua esistenza terrena, i genitori di Simone e i suoi amici hanno messo su questa cosa, che vuole far sì che la vita di tutti sia sempre accolta: si chiama Associazione Simone Tanturli, perché a quel bambino è dedicata, e lotta perché a tutti, anche ai bimbi che hanno problemi e handicap fisici, sia dato il diritto di andare a scuola, e nella scuola che i genitori pensano sia meglio per lui. Perché lo Stato italiano ancora fa discriminazione, nonostante la Costituzione dica altrimenti, a proposito della libertà di educazione. Questa Associazione cerca fondi per la sua battaglia, ed è una buona battaglia. È per i diritti dei bambini, è per il diritto alla vita, ed è per il diritto alla libertà di educazione, che senza libertà di educazione ai nostri figli si lasciano solo mostruosità ideologiche e una vita senza il senso dell'accoglienza del prossimo.
Così se passate da questo blog fateci un pensiero, e magari iscrivetevi anche voi. Per ogni info: gliamicidisimone@alice.it.
Il mio amico Simone ne sarebbe contento, ma lui contento lo era sempre.
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4 comments:
questa sì che è una vera provocazione!
grazie paolo
p.s. potremmo fare un concerto a Pasqua...
anna
Il pensiero ce lo farò senz'altro.
Grazie mille per questo scritto: un post da dieci e lode....
Gran bel post!
Anch'io sto pensando di diventare un amico di Simone...
Grazie Paolo.
Lewis
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