Sunday, November 16, 2008

Ieri sera

Ieri sera sono andato a vedere i Fleet Foxes in concerto. Il disco mi aveva colpito, ma fino a un certo punto. Dal vivo sono bravi, maledettamente bravi, e il loro concerto è un piccolo avvenimento, in un'epoca musicale dove ciò accade sempre di meno. Certo, non sono originali, il loro modo di usare le armonie vocali pesca in egual misura da Beach Boys, Simon & Garfunkel e classica tradizione folk anglo-americana, ma lo sanno fare benissimo (non è facile cantare così dal vivo) aggiungendoci una dose di sacrale solennità che li fa sembrare quasi un coro gregoriano coi capelli da hippie e le chitarre acustiche.
Peccato il tutto si sia tenuto nel cesso della musica milanese, i Magazzini Generali, un lungo capannone dove la gente è costretta ad ammassarsi tutta di fronte al palco senza visuale laterale; bastano 200 persone per costringerti a stare in fondissimo, lontanissmo, e comunque, ovunque ti trovi, a vedere un cazzo e sentire malissimo. Il giorno in cui a questa toilette sarà impedito di tenere concerti non sarà mai troppo vicino. Ovviamente il concerto non ho potuto goderlo come avrebbe meritato, ma i Fleet Foxes sono la novità migliore della scena americana dai tempi degli esordi dei Wilco.

Ieri sera, prima di andare a sentire i Fleet Foxes, ho sentito a un tg Massimo Cacciari, sindaco di Venezia. Lo ammiro moltissimo, è uno a cui darei "chiavi in mano" il governo d'Italia in qualunque momento. Persona colta, aperta, non idelogica, un gran bel tipo. Ma è un uomo anche lui, e come tutti dice a volte la sua bella cazzata. Come ieri sera che diceva che il caso di Eluana Englaro è un caso di accanimento terapeutico. No sindaco, non è un caso di accanimento terapeutico perché Eluana non è attaccata a macchinari per vivere. Lei è viva, di suo. Si sveglia ogni mattina, vvie la sua giornata e si addormenta. Un mese fa circa ha avuto, a sorpresa delle mestruazioni perdendo molto sangue. I medici non sapevano spiegarlo se non con un modo da parte di Eluana di far capire che lei è viva.
Eluana, come molti anziani e i bambini piccoli, ha solo bisogno di essere aiutata a nutrirsi e questo, sindaco Cacciari, non si chiama accanimento terapeutico, si informi. La finisca di guardare le foto di quando Eluana aveva 18 anni che mostrano i tg tuti i giorni e vada a vedere come è Eluana oggi. Guardi la realtà. Una donna viva, seppur non nel modo in cui io e lei lo siamo. Cosa passi nel suo cervello nessuno lo sa, ma se la scienza si è dichiarata incapace di dirlo (come sempre nel caso della scienza) non è un buon motivo perché dei giudici prendano il posto di scienza, parlamento e si diano deliri di onnipotenza legiferando al posto del governo:"Se leggiamo le motivazioni della sentenza, poi, sono aberranti, in quanto sostengono che la dignità di una persona sta nell'essere sano. La dignità, insomma, decisa per legge. Che acqua e cibo non siano cure lo capirebbe anche il più disgraziato dei laicisti. In base a quella sentenza, poi, di fatto si autorizza il suicidio di chiunque non possa o non voglia nutrirsi autonomamente", dal sito http://berlicche.splinder.com/).

E ancora, da un commento nello stesso sito, perché questa non è una battaglia fra cattolici e non credenti come vogliono farci credere: "Io non ce l'ho un dio da pregare ma sono d'accordo con ogni parola di questo post. Mi fa paura una sentenza così e mi fanno paura tutti quelli che la festeggiano".

http://www.medicinaepersona.org/cm/notizia.jhtml?param1_1=N11d9cc899a97d6160f6

13 comments:

silvano said...

Ciao Paolo, i Fleet Foxes non li conosco, ho sentito qualcosa alla radio nient'altro, ma ora me li sono segnati e vedrò di colmare con speranza anche questa lacuna.

Invece per Cacciari sono d'accordo con te, gli darei la chiave dell'Italia, chè ci porterebbe fuori da questo fango nel quale siamo impantanati da almeno 20 anni.
Non sono mai d'accordo con quello che dice, salvo dargli ragione un paio d'anni dopo, con le sue dichiarazioni sono sempre sfasato temporalmente. A gusto mio è l'unico politico italiano che abbia una visione chiara del futuro, un progetto. Lo rispetto anche se lo capisco, per miei limiti, in ritardo.

Su Eluana...sono spiazzato. Io non sono credente, spesso mi capita di invidiare chi lo è, ma non ce la faccio a credere.
Questo non toglie che mi piaccia discutere e confrontarmi nel rispetto reciproco.
Su Eluana non so. Forse bisogna avere una qualche fede per prendere una posizione ben definita e netta.
Io personalmente sono per una legge che permetta alle persone, di poter decidere per il proprio destino nell'ipotesi, si spera sempe remota, di patologie partiolarmente gravi che comportino sofferenze che non si possono o vogliono sopportare. Credo che al giorno d'oggi, di fatto, negli ospedali esista (in nero, nascosta) l'eutanasia: banalmente i medici di fronte a malati terminali di cancro che non rispondono a nessuna terapia, per i quali non c'è speranza, e che vendono dilaniati dal dolore, aumentano le dosi di antidolorifici oppiacei, per combattere il dolore, sino ad arrivare alla morte del paziente. Io credo che questo si chiami pietas, non omicidio.

La legge sul testamento biologico credo, che se fatta e concordata seriamente, sia la via per uscire da questi drammi dilanianti la coscienza dei parenti dei malati e la coscienza collettiva.

Non so se sia lecito, non lo so davvero, decidere di mettere fine alla propria vita, ma come negare ad un singolo questo desiderio se non si sente di vivere più, o se non considera più vivibile una vita di sofferenza e senza alcuna speranza, bloccato su un letto d'ospedale e sofferente? Come si fa a imporgli il dolore? Certo chi ha la fede per la sua vita deciderà in modo differente, nessuno deve imporre nulla su questi temi, ne va delle cose fondamentali della vita, del proprio sè, del proprio intimo più profondo.

Nel caso di Eluana...il problema secondo me è che, di fatto, lei non ha lasciato nemmeno una riga scritta su quelli che potrebbero essere stati i suoi voleri nel caso di una disgrazia come quella che le è accaduta.

Quel corpo soffre? Quel corpo non soffre? Nessuno di noi lo può dire, nessuno. Un padre ha il diritto di seppellire la propria figlia?
Io non ho le certezze che ti derivano dalla tua fede, e che rispetto. In un caso così c'è qualcuno che può decidere per qualcun altro? Anche qui non lo so.
E se quella ragazza soffrisse ed il dolore fosse imprigionato in un corpo senza vita? Come assumersi la responsabilità di infliggerle anni di sofferenza?

Non lo so Paolo, è un tema enorme e dilaniante, io non credo di pensarla come te, ma resto basito da come si sviluppano certe discussioni in Italia. Si fanno le barricate e si comabattono le guerre, e da una parte e dall'altra, senza rendersi conto che c'è una montagna di dolore là in mezzo su cui tutti crediamo di poter imporre un punto di vista: il nostro.

Forse ora solo suo padre può decidere...

Vorrei essere capace di pregare ancora, come una volta, per capire qualcosa di più...con umiltà.


ciao, silvano.

Maurizio Pratelli said...

Mi fa piacere leggere che i Fleet siano stati davvero bravi dal vivo. Il disco non mi faceva impazzire, almeno non come se ne era scritto un po' ovunque.
Sono i promoter che non dovrebbero portare gli artisti ai Magazzini. E' un cesso di posto e la musica non si può suonare nei cessi.
Che di re del resto è un problema talmente enorme, come giustamente scrive silvano, che avere una posizione netta mi risulta difficile. E infatti non sopporto gente come Cacciari che pensa di avere in tasca sempre e solo certezze. A uomini senza dubbi, laici o cattolici, non darei le chiavi di nulla. Un abbraccio.

Paolo Vites said...

grazie silvano per parole così personali e sincere.

sì una legge al proposito ci vuole assolutamente, ma non può essere una legge che dica fate quello che volete, qui non si parla di condono edilizio. ma di vita e di morte. e credo che credenti e non credenti possano, debbano riconoscere questo punto comune, per evitare derive allucinanti come quanto accade ad esempio in olanda, dove anche un ragazzo può decidere se farla finita con la vita.

quando la vita non è più riconosciuta in quanto tale, si sottintende che essa non ha valore, a prescindere dalla gravità delle situazioni. ed è la fine, per tutti.

ogni caso è poi diverso dall'altro: in quello di eluana, c'è chi si è detto disposto a prendersi cura di lei, anche se un padre, come purtroppo può succedere, abbia perso ogni speranza. ma che una corte di giudici decida di vietare anche l'esercizio della carità a chi si offre di farla, ricorda esperienze storiche di cui non si vorrebbe più riviverne gli orrori.

Fausto Leali said...

La discussione su una possibile legge sul testamento biologico é all'ordine del giorno in Parlamento, ma personalmente ho seri dubbi che possa essere una reale risposta ai bisogni della persona. Mi sembra, infatti, che l'argomento sia viziato da un problema a priori, che riguarda lo stesso concetto di "consenso informato", documento così presente nella pratica medica odierna e che condiziona decisioni diagnostiche e terapeutiche.
Che tipo di consenso informato posso mai dare, mi domando, ad una persona sana, definendo limiti dove potrò o non potrò intervenire in una situazione clinica che non conosco perché ancora non é sopraggiunta (ed ogni condzione clinica ha delle specificità complesse, non generalizzabili in un testamento).

Il caso di Eluana, poi, é clamoroso. Anche ammesso che Eluana avesse espresso delle volontà (e non é per nulla dimostrato, checché ne dicano i giudici), qui siamo persino nel campo codificato dal codice penale come omicidio del consenziente, perché idratazione ed alimentazione non sono misure terapeutiche d'accanimento, qualunque medico lo sa bene.

Comunque la cosa più atroce é che un padre e dei giudici, cioé le persone che più di altri dovrebbero difendere l'indifeso, siano oggi coloro che vorrebbero sopprimere una vita.
E questo impedendo a chi ha assistito Eluana sino ad oggi, nella gratuità, di continuare il proprio operato.

Fausto Leali said...

... ah, e grazie per la dritta su questo gruppo che non conoscevo.. non mancherò di ascoltarli e di seguire i consigli del mio professore di rock :-)

antonio lillo said...

probabile che te l'hanno già detto ma cazzo che bella la foto della band qui sopra! (si può dire cazzo?...)

Anonymous said...

meglio una corte di giudici (e suo padre) che una corte di corte di cardinali.
A mio avviso dovremmo essere in uno stato laico, anche se così non è. Tutto è impregnato di visione cattolica, è appena una buon pensatore come Cacciari esce da questo binario si dice che non ha ragione.

Paolo Vites said...

lillo: cazzo se si può dire cazzo!

Anonymous said...

ero via, peccato averli persi, li avrei visti volentierissimo, dal vivo tutto è un'altra storia...

grazie per quanti dici, e grazie al dottor Leali, è troppo importante e mistriosa la vita, da essere trattata così
scusa la fretta...

Anonymous said...

magazzini generali pessima acustica e location?
credo che faccia a gara coll'Alcatraz!

Luca Skywalker

Anonymous said...

fleet foxes: conosco solo il singolo. se il resto del disco è su quel livello non è male, altrimenti fuoco di paglia.

sul resto: d'accordo con silvano.

sulle esperienze storiche di cui non si vorrebbe rivivere gli orrori: io credo che in america piano piano ci si sia instradando verso l'eugenetica (loro tra l'altro la inventarono, non i nazisti, che seguirono esperimenti già in atto negli stati uniti). il fatto di potersi 'fare' il cane su misura o scegliere il colore degli occhi del proprio figlio col tempo potrebbe facilmente degenerare. mah, obama ha delle belle gatte da pelare.

andrea

Fausto Leali said...

caro Silvano,
ho letto con attenzione il tuo commento e mi é venuto il desiderio di rispondere qualcosa.
Mi piace quello che scrivi, perché intravedo tra le righe una posizione "libera", di dialogo con la D maiuscola e questo mi piace, perché per me é facile essere d'accordo con Paolo -siamo su posizioni identiche - ma ancora più affascinante é vedere chi, come te, da una posizione differente accetta una provocazione e s'interroga, con libertà e sincerità.

Allora grazie, prima di tutto.
Però volevo provare a dirti un paio di cose.
Io faccio il medico e ti assicuro che negli ospedali non esiste eutanasia nascosta; aumentare le dosi di oppiacei non fa morire. E' vero invece che siamo sempre spettatori di una sofferenza dentro una vita che é sempre data e tolta da un Altro.
Il medico cura - vorrei dire "si prende cura", ma in questo tutti dobbiamo renderci migliori - ma non dispone della vita.
Anche questo fa parte dell'assurdo della vicenda di Eluana.
Se Eluana é davvero morta, perché papà Englaro non se la porta a casa e gli stacca il sondino da solo?
Perché non ce la fa, naturalmente, perché sente questo gesto estraneo a sé ed al Bene. E allora perché pretende che lo facciano i medici? I medici non sono lì per fare cose del genere: sono lì per assistere e curare...
Anch'io non so se Eluana soffre, anche se elementi clinici mi fanno pensare che sia possibile il contrario, ma quello che é certo é che neanche il padre può decidere per lei, così come i giudici ed é un problema di appartenenza: quella vita NON gli appartiene.
Forse il problema di papà Englaro é che é lui che fa fatica e non ce la fa più ed in questo ha il diritto di essere aiutato (e forse anche il dovere di lasciarsi aiutare, chi sa cosa c'é dietro a questa vicenda?). Ma non é un motivo sufficente per "disfarsi" di sua figlia.

Scusa per l'impertinenza, ti saluto con affetto.
Grazie a Paolo per lo spazio.
Un abbraccio

Fausto

silvano said...

Caro Fausto, ti ringrazio per la tua riposta. Io non sono un medico, e quindi mi dovrai scusare per la mancanza di competenza specifica del mondo della medicina e del quotidiano degli ospedali. Io da cittadino che si interroga ho seguito la vicenda di Eluana ed ho assistito a confronti e dibattiti giornalistici sulla vicenda. Ho sentito medici illustri sostenere che l'alimentazione forzata e medicalizzata della paziente si può configurare come terapia, e quindi come accanimento tarapeutico, ed ho sentito altri medici altrettanto illustri sostenere l'esatto contrario. Mi sono fatto l'idea che forse qualcuno aveva ragione, l'uno o l'altro schieramento banalmente, ma anche che entrambi sostenevano le loro tesi dando voce alla loro coscienza, alla loro visione del mondo e della medicina (per inciso credo sia giusto, si è uomini prima di tutto). Allora forse le domande ognuno di noi se le deve porre nel proprio intimo, e sono domande difficili e fondamentali: Che cos'è la vita? Abbiamo un diritto inalienabile, di fronte al dolore e alla sofferenza nostre, personali, di decidere per noi che non vogliamo più vivere? Posso decidere io, quando ancora sto bene, mettendolo per iscritto di rinunciare ad essere curato oltre un certo limite di terapia, oltre una sofferenza che dichiaro che non posso o non voglio sopportare? Ora fin che sono autosufficiente, ho le forze per farlo questa questione me la posso risolvere da solo. Io e la mia coscienza, una decisione che compete solo a me e che nessuno mi può impedire se agisco nel modo giusto. In un certo senso il suicidio non è un delitto, ne è riprova che, se per caso venissi salvato, nessuno, nessuna legge, mi processerebbe per il tentato omicidio di me stesso.
Io credo che dati i progressi della medicina, della potenza delle nuove tecniche di rianimazione ci debba anche essere una legge che mi tutela nelle mie scelte, io non vorrei rimanere attaccato ad una macchina in un coma infinito, senza nessuna possibilità di riprendermi, con la mia corteccia cerebrale definitivamente compromessa.
Io vorrei poter decidere di non andare più avanti nella fase terminale di una malattia incurabile, in cui ancora mi restano pochi giorni e di dolore.
Io rispetto le persone che credono che la vita sia un dono divino, però a quelli che non hanno la fede, come negare un diritto a decidere sulla propria sofferenza?

Tornando al caso di Eluana, veramente non lo so. Ho detto che credo che se c'è una persona che può decidere in un senso o nell'altro quello, data la situazione, può essere solo il padre. Fosse mia figlia, toccasse a me una decisione di questo tipo, non saprei, non saprei.
Forse suo padre può decidere perchè conosceva sua figlia, perchè ha vissuto tanti anni di dolore e noi no, non quello, non il suo.
Fausto non lo so, ma ti dico una cosa che sento nel profondo, forse è solo una suggestione, ma credo che quell'uomo abbia amato ed ami sua figlia e qualunque decisione che prenderà il suo sarà un atto d'amore. In questo senso lo rispetto. Comunque finirà questa storia lo rispetterò e mai mi sognerò di pensare che sia un assassino.

Ti ricambio il saluto affettuoso, di cuore.
Un abbraccio a te.

silvano.

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