Wednesday, November 19, 2008

One hit wonder

Non è solo il fatto di aver avuto un solo brano di successo in tutta la propria carriera. È il tipo di successo che quel brano fu, a rendere speciale la storia di Jody Reynolds, dimenticato eroe dell’era rockabilly, scomparso qualche giorno fa a 75 anni di età.
Di personaggi che in quegli anni (formidabili, ma per davvero), i '50, spuntavano dal nulla, pubblicavano un 45 giri, ne vendevano uno o due milioni di copie e poi sparivano dalle scene ce ne sono stati tanti, ad esempio Terry Clement and the Tune Tones con la sua She’s My Baby Doll che cantava, oltraggioso e pieno di humour “La ragazza ricca ha un profumo costoso, la ragazza povera fa lo stesso, la mia ragazza non ne ha nessuno, ma la puoi odorare lo stesso”. Oppure Billy Lee Riley che con i suoi marziani (The Green Men) registrò uno dei singoli più assurdi e bizzarri mai sentiti, Flying Saucers Rock’n’Roll, gli oggetti volanti del r'n'r.
“Il rockabilly fu una musica davvero speciale” scrive Greil Marcus “il solo stile del primo rock’n’roll che provò che i ragazzi bianchi potevano fare tutto: potevano essere strani, eccitanti, spaventosi e liberi come gli uomini di colore che improvvisamente stavano camminando per le onde delle radio d’America”.

Jody Reynolds era un tipo tutto a modo suo. Un giorno, nel 1956, ascoltò Elvis cantare Heartbreak Hotel. Rimase così impressionato che la ascoltò per cinque volte consecutive. Non si era mai sentito un pezzo rockabilly che invece di essere una lussuriosa carica di ritmo, era invece una tristissima nenia che sembrava suggerire un significato solo: morte.
Si mise a scrivere un pezzo: gli uscì fuori Endless Sleep, una storia ancora più oscura e misteriosa, quella di un ragazzo che va in cerca della sua fidanzata dopo che i due hanno litigato: “La notte era scura, la pioggia cadeva, cercai la mia bambina, non riuscii a trovarla, vidi le sue tracce sulla spiaggia, ebbi paura che se ne fosse andata via per sempre”.

Un brano che suggeriva l’ipotesi del suicidio non poteva essere accettato nel glamorous anni 50, e molte etichette infatti la rifiutarono. Sarà solo una coincidenza, ma a dimostrarsi interessata a pubblicarla fu una etichetta di Los Angeles che si chiamava Demon, il demonio. Ma anche loro chiesero a Reynolds di cambiare il finale e metterci un lieto fine, del tipo che vedeva la ragazza tra le onde e l’aiutava a uscirne. Jody non ne fu contento, ma il brano, nel 1958, volò al primo posto delle classifiche vendendo oltre un milione di copie. Negli anni, l'avrebbero incisa decine di altri musicisti.
Fu il suo unico successo, ma in breve Endless Sleep divenne l’apripista di un nuovo modo di scrivere le canzoni, le cosiddette “teen tragedy”, brani dove si parlava di incidenti, suicidi, morti fra fidanzati. Ad esempio Teen Angel di Ray Peterson, Tell Laura I Love Her, Ebony Eyes degli Everly Brothers e naturalmente Leader of the Pack delle Shangri-Las. E, incredibilmente, diventavano tutte dei successoni. Evidentemente, toccavano un angolo misterioso del cuore degli ascoltatori. Chi dice che la musica rock è fuga dalla realtà, si prenda un appunto: queste canzoni che avevano a tema situazioni strazianti erano comprate da milioni di ragazzi. Perché è questo che la gente vuole, sentirsi raccontare la propria vita, scontrarsi con la realtà. Bob Dylan lo aveva capito. In Chronicles cita Endless Sleep come una canzone, seppur rockabilly, autenticamente folk nei contenuti, e le canzoni folk cantavano della realtà: "C'era sempre un qualche tipo di canzone folk che spuntava fuori. Endless Sleep, la canzone di Jody Reynolds che era stata popolare anni prima, nel suo contenuto era una canzone folk".
Anche se le canzoni rock avrebbero perso presto questo carisma. Ma è un'altra storia.

Jody continuò a fare dischi per diversi anni, poi aprì un negozio di dischi e strumenti musicali a Palm Springs, California. Fra i suoi clienti anche Elvis, che usò una sua chitarra per il leggendario come back show del Natale 1968. Ogni tanto, in questi decenni, si è esibito nel circuito delle vecchie glorie. Cantando quel suo unico, grande successo. Che parlava di una ragazza morta.

5 comments:

Anonymous said...

uhm...
non sapevo niente di questo tipo: è bene documentarmi!
dénkiu

Luca Skywalker

silvano said...

Non ne sapevo nulla nemmeno io. Andato su youtube ad ascoltarla:

http://www.youtube.com/watch?v=su8cUzqmOUk

veramente una ballatona da occhi umidi.

grazie.

ciao, silvano.

Anonymous said...

bella, l'ho ascoltata!
thanks

antonio lillo said...

tu che sei un esperto sig. vites stanotte mi sono sognato che la copertina di rubber soul i beatles l'abbiano fatta ispirandosi al monte rushmore (tipo citazione lisergica e subliminale) nel qual caso hanno fregato pure i deep purple di qualche anno...

che ne pensi, è possibile? ho è solo una delle tipiche e assurde suggestioni da fan dei beatles... io una qualche somiglianza ce la vedo...

Paolo Vites said...

non ne ho idea, ma è una bella interpretazione, l'approvo :-)

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