Wednesday, July 08, 2009

Makes you wanna stop and read a book

Come non ascolto dischi di musicisti italiani, così non leggo libri di scrittori italiani. Il poco che ho sfogliato (vabbè, ovvio, non parlo di Dante Alighieri o Alessandro Manzoni o Giacomo Leopardi, parlo di scrittori contemporanei e viventi) mi ha annoiato a morte. E quando leggo qualcosa, così come quando ascolto qualcosa per il mio piacere e non per meri motivi di lavoro vado a recuperare dischi di decenni fa, leggo libri di autori stranieri scritti decenni fa. Adesso, ad esempio, mi sto intrippando nell’opera omnia dell’inglese Graham Greene, autore che avevo sempre snobbato.
Qualche autore anglo-americano recente mi è piaciuto: Douglas Coupland, ovviamente; Jay McInerney pure. E Nick Hornby.
Mi piacciono perché hanno saputo trasferire nel loro modo di scrivere l’attitudine rock, essendo di una generazione – come la mia – cresciuta a nutella e rock’n’roll. Come le migliori canzoni rock, i loro libri non offrono filosofie, risposte, manifesti politici. Raccontano la realtà, e tanto basta. E poi hanno uno stile narrativo splendido, anch’esso mutuato dalle migliori canzoni rock.

Così qualche settimana fa ho fatto un’eccezione. Un ragazzo (italiano) mi ha mandato il suo libro, l’ho svogliatamente cominciato a leggere, poi l’ho divorato. Davide Imbrogno è sicuramente uno scrittore rock. È giovane, dovrà migliorare certi aspetti, curare meglio la forma, ma va bene così. La sua raccolta di racconti “La gloria dell’indigente” (Ibiskos Editrice Risolo; http://www.ibiskoseditricerisolo.it/catalogo_scheda.php?id=431) è bella assai. Naturalmente il mio preferito è “Materiali di età neroniana”, dove si parla di un critico musicale la cui carriera viene stroncata quando scrive una recensione di un concerto che in realtà non ha visto perché ha preferito andare con una ragazza. Il concerto viene annullato a sua insaputa, ma il suo articolo in cui si narrano le magnifiche gesta del gruppo rock verrà pubblicato. Oh, ne conosco di gente così, nel mio mestiere.
Davide è un romantico, per questo mi piace ancor di più. Ha un buon senso dell’ironia, la giusta dose di cinismo e non è qui per fare delle morali a nessuno. Racconta storie (realiste) di gente vista dentro a un pub o in una sala concerti o immaginata leggendo un articolo di giornale. E chiunque scriva una frase come questa: “Le menti varcarono la linea d’ombra. E quando i pensieri divennero immagine, la bellezza divenne dolore”, è un tipo in gamba.
Buon viaggio Davide.

6 comments:

SOAVE ALLEGRO RISOLUTO said...

fiko, quanti anni ha?

Unknown said...

Se volete saperene di più su questo giovane e talentuoso autore leggete qui:

http://83.103.52.33/maggiesfarm/davidethesaint.htm

cmq anke i racconti "Un uomo diretto verso valle" "La gloria dell'indigente" e "E una volpe passò" sono delle perfette istantanee a mezza strada fra Springsteen, Arriaga, Dos Passos e Abramo Musacchio

in particolare cito Alessandro Carrera che ha molto apprezzato "Un uomo diretto verso valle"

Maurizio Pratelli said...

ehi, ma sei un uomo pieno di pregiudiz! anche il buon morozzi è rock, per dirne uno. E le donnne italiane? :-)

Paolo Vites said...

donnne - con 3 n addirittura - italiane... cantanti??

Gattosecco said...
This comment has been removed by the author.
Gattosecco said...

Lo cercherò avevo bisogno di qualche idea nuova.

Graham Greene ha scritto libri stupendi,in particolare Il Potere e la Gloria o Il Treno d'Istambul, ma come lettura "rock" per citare gli americani, come non citare Steinbeck?

Sangue nei solchi del cuore

“Bob Dylan è in città, c’è bisogno di catturare qualcosa di magico”. La “città” è ovviamente New York, al telefono John Hammond, il più gran...

I più letti