Tuesday, March 16, 2010

Pictures of Lily


(Questa fto l'ho messa solo per l'amico Pratelli)

Brixton, zona sud di Londra, dove dicono è meglio non girare quando è buio. Brixton, dove Paul Simonon dei Clash è nato e cresciuto e sparava ai piccioni. Brixton, dove una bella fetta della gente è di colore, sembra Harlem, e dove anni fa scoppiavano incidenti e dimostrazioni di continuo. Brixton, che la chiamano la capitale non ufficiale della comunità afro-caraibica inglese.


(Aspettando Mary Poppins)

A Brixton c'ero già stato una decina di anni fa, alla leggendaria Brixton Academy, per vedere un bel concerto della bravissima Lauryn Hill. Eravamo gli unici tre bianchi in mezzo a un migliaio di neri, tre giornalisti nerd arrivati apposta dall'Italia. Dopo ci portarono a un after show party in un asilo (sì, un asilo: il disco di Lauryn si intitolava The Miseducation of Lauryn Hill, e pensarono di ambientare il tutto in un asilo...) poco distante. Anche lì tre sfigati bianchi in mezzo a ragazze meravigliose e neri che sembravano usciti da un gangsta video.

A Brixton può anche capitare di incontrare Mary Poppins. Perché Mary Poppins esiste davvero. E io ho sempre voluto conoscere Mary Poppins. Il film che più ho visto nella ma vita. Che adoro tutt'oggi. Che ogni domenica pomeriggio, se piove, dico alle mie figlie: "E' domenica. Piove. Che si fa?". E loro già sanno la risposta: "Guardiamo Mary Poppins!". Un capolavoro di film sull'inaspettato, l'imprevisto che squarcia l'esistenza banale quotidiana e fa guardare in alto, da dove arriva lei. Poi se ne va, ma sappiamo tutti che Mary Poppins tornerà. La Mary Poppins di Brixton però invece di volare fra le nuvole o a ballare sui tetti insieme agli spazzacamini ti porta in giro per Londra a bordo di una vespa nera. Il che fa molto mod, anzi mod rocker, meglio mocker come diceva John Lennon. E in ogni caso girare Londra in vespa è una figata pazzesca.


(Non ha più il fisico per girare in vespa)

E' così che ho potuto vedere posti che in tanti anni di fughe a Londra non avevo mai visto. Appena arrivato sabato sera il mio amico James mi ha portato al Windmill, un club di Brixton, a pochi metri da un pub abbandonato che, mi spiega James, è dove Joe Strummer suonò per la prima volta con gli 101ers, era pre-Clash. Il Windmill è un club garage totale, e questa sera ci suonano tre ragazzini, gli Spivs, che ovviamente visto che siamo a Brixton suonano come i Clash del 1977. Non sono male, e quando vai a vedere una band di sconosciuti a Londra ti viene sempre da pensare: fra un paio di anni potrebbero essere in cima a qualche classifica, the next big thing? Poi ho visto la tomba di William Blake. Un cimitero di fine Settecento completamente abbandonato nel cuore della city. Bizzarro, inquietante. Dove Patti Smith, dicono, ogni volta che è a Londra va a visitare, a trovare l'amico poeta. Ci sono potenti vibrazioni lì intorno. Un posto dove tornarci a notte fonda.


Oppure a bere un caffè alla Rough Trade, negozio di dischi straordinario della leggendaria etichetta indie, dove trovi vinili e cd rari a quintalate. Io ho preso i Midlake, e attenti che prossimamente saranno un tormentone di questo blog... Bravissimi. Per poi uscire fuori nel casino della notte londinese e al diavolo i caffè. C'è anche del buon vino rosso e quant'altro, per inseguire i fantasmi di Nick Drake e John Martyn. Mentre Mary Poppins aspetta sulla sua vespa nera.


Che mi ha portato, Mary, anche a omaggiare gli studi di Abbey Road che mica mi hanno fatto poi tanta impressione, sembra la palazzina del gommista vicino casa mia. E ovviamente ho dovuto attraversare le strisce pedonali.
Naturalmente sono andato anche a vedere la mostra dei dipinti di Bob Dylan.


Ero l'unico visitatore. Mi sono piaciuti un sacco. Visti in realtà sono molto meglio di quanto sembra dalle fotografie. Mi ha colpito l'uso gioioso dei colori. Il sentimento di serenità che traspare da ognuno di essi. La rappresentazione della realtà infinitesimale, ma costante. Il tutto nel particolare, sembra suggerire il vecchio Bob.


Ma a Londra ci sono andato principalmente per vedere un grande artista. Che in Italia a suonare non ci viene (ancora). A Londra invece ha riempito di giovani universitari la elegante London Bush Hall, tra candelabri e pareti decorate che sembrava di essere all'Ultimo Valzer. E' stato bravo? No, bravissimo.


The Tallest Man on Earth ha una presenza scenica da paura, si muove a lunghi passi felpati mentre non perde una battuta del suo fingerpicking indemoniato; si sposta in lungo e in largo per tutto il palco all'improvviso pestando i piedi con gran fracasso a sottolineare i passaggi ritmici; ogni tanto si blocca, si ferma a fissare quelli delle prime file sempre senza smettere di suonare, come a dire: non c'è palco non c'è the wall stasera, è la musica, la musica folk, che appartiene a me e a te.


La gente, cioè il folk. Che questa è folk music, magari anche indie, ma come suona questo ragazzone svedese. Accordature di chitarra impossibili che lui cambia con nonchalance mentre già sta attaccando il pezzo successivo. E canta. Canta, sì. Quella voce in punta di Bob Dylan e l'eco della solitudine di qualche foresta svedese da dove lui viene. Ascoltare una via l'altra The Wild Hunt, I Won't Be Found, Pistol Dreams, Where Do My Bluebird Fly, King of Spain (con deliziosa citazione dylaniana all'interno), A Lion's Heart, e insomma praticamente tutti e due i suoi dischi, Shallow Grave del 2008 e quello che uscirà fra un mese, The Wild Hunt, è magia pura.


In sala non vola una mosca mentre lui canta, l'estasi è totale. Potrebbe veramente salire sul palco, fra pochi minuti, Nick Drake. O il suo fantasma. Che alla London Bush Hall, piena di ragazzi universitari molto cool, abbiamo assistito a una testimonianza. Che certa musica non è moda, arriva, se ne va, sparisce da qualche parte, poi tornerà sempre. La musica della gente.


Folk music power. Svezia, Catskills Mountains, Londra. Non c'è barriera. E' un sentimento globale. Perché il cuore è un cuore ovunque e dovunque.


Fuori Mary Poppins aspetta impaziente. Ha lasciato la vespa a Brixton stasera, ma la notte di Londra è ancora lunga. I won't be found... almeno fino alle luci dell'alba. Quando mi scontrerò con la Battery dei Pink Floyd. Urgh. Risveglio da paura. La botta, come dice Mary.

(Tutte le foto di The Tallest Man on Earth sono state scattate alla London Bush Hall, la sera del 15 marzo 2010. Copyright by Pictures of Lily)

12 comments:

Stefano said...

1995 a Brixton.

Nel 95 presi l'aereo senza alcun biglietto di Dylan.
Era la prima volta che andavo all'estero a vedere Dylan,qualche anno dopo andai anche a Parigi allo Zenith e poi ancora ad Oslo.Ma 15 anni fa'era la prima volta.
Non sapevo nulla del Brixton cosi' quando scesi alla fermata mi accorsi che ero l'unico bianco in zona.
Strana sensazione pero'.
Ovunque mi girassi c'erano persone di colore come dice il buon Paolo.
Presi il biglietto da un tizio che me lo fece pagare piu' del doppio del prezzo del bigletto e ricordo che ne valse la pena.
Anche perche' stavo proprio sotto il palco.
Il teatro,il Brixton Accademy,e' di una bellezza unica nel suo interno, e debbo dire che la musica li' si sente veramente bene.
Inoltre anche Dylan quella sera fu' grande.
Come grande fu'la versione di Senor.
Non pensavo mai che poi alla fine del concerto,stando sotto il palco,si unirono Hyndie dei Pretenders,Elvis Costello,e Carole King assieme a Dylan.
Del Brixton mi ricordo questo.

Stefano said...

Dal Brixton Accademy 1995 - Senor _ Bob Dylan:

http://www.youtube.com/watch?v=Eh2KjOy_tl0

Fausto Leali said...

Insomma é stato un Brixton Massacre (i nsenso buono)... me l'aspettavo :-)
welcome back

anna said...

le foto parlano!
bentornato

Maurizio Pratelli said...

Bastard! ci mancava solo che vedessi chelsea-inter 0-1!!!!! Mouuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

antonio lillo said...

io sarei invidiosissimo solo per la visita alla tomba di blake...

cmq quel cantante altissimo è proprio bravo...

Paolo Bassotti said...

Sto cominciando a entrare nel mondo di The Tallest Man On Earth, Paolo grazie per averlo segnalato.
Stefano, che invidia per quel lontano concerto londinese! Tra l'altro pochi minuti fa, per pura coincidenza stavo ascoltando Costello. In questo momento ascolto invece la Senor che hai postato di recente sul tuo blog.

Maurizio Pratelli said...

ma allora di la verità che sei rimasto a Londra!

Paolo Vites said...

stuck inside stamford bridge with the ancelotti blue(s) again

i left my soul in brixton

Laura said...

del ragazzone ho un bootleg piccolo e prezioso. e ogni tanto me lo ascolto.
quando arriverà live qui, ci sarò.

welcome back
(non dico welcome home. your home is everywhere)

Bob Zico said...

Paolo mi sai dire il nome del cantante "piu alto della terra?"

Paolo Vites said...

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